18/02/2018

Letture bibliche nella liturgia del giorno

 

Genesi 9,8-15; Salmo 24; 1Pietro 3,18-22; Marco 1,12-15.

 

Riflessione personale

 

“Venga il tuo Regno” preghiamo nel Padre nostro. Ma il Regno di Dio non si è già instaurato con la venuta di Gesù, la sua Passione, Morte e Risurrezione? L’antica alleanza, simboleggiata anche dall’arcobaleno, non ha trovato pieno e totale compimento nella Risurrezione e nel nostro Battesimo che ci salva?
Come scrive Pietro nella sua lettera, il Battesimo però non è una pulizia una tantum, ma l’inizio sacramentale di un cammino continuo di conversione. Dice Gesù all’inizio della sua predicazione: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino: convertitevi e credete al vangelo». Ogni volta che mi accosto al sacramento della confessione ho la logorante e stressante impressione di dovere ricominciare tutto da capo: ciò che ho fatto fino a quel momento non varrà nulla? Son forse un cristiano alla Penelope? Da una parte sono condizionato dal mio innato perfezionismo, frutto di orgoglio, presunzione e superbia: sotto sotto penso di potermi salvare con le mie forze e allora, quando mi accorgo che la situazione è assai diversa, mi scoraggio, tendo a lasciare perdere.
Dall’altra parte mi riprometto continuamente di essere perseverante, di camminare e di rialzarmi dopo le cadute, ma non ci riesco e non capisco che senza di Lui non posso fare nulla. Forse è questa la tentazione di fondo che mi tormenta e infatti l’invocazione del Padre nostro che sento molto mia è: non indurci in tentazione, da intendersi non abbandonarci nella tentazione, aiutaci a vincerla. Sarebbe già tanto, visto che le cadute si ripetono nel tempo, riuscire a rialzarsi immediatamente, non restare sui colpi, non fermarsi e ancor meno andare indietro. Il dono della perseveranza, una qualità della mia Madre celeste e della mia madre terrena: me la ottengano loro, perché io rischio di soccombere e di rovinare tutto. Il tempo passa e invece di avvicinarmi al Regno di Dio, temo di allontanarmene. Quel poco di buono che posso aver fatto e che farò, non per merito mio ma per grazia di Dio, Lui non lo dimenticherà, mentre le mie colpe saranno cancellate. Il mio bilancio spirituale è in profondo rosso, solo Dio è un ragioniere che riesce a quadrarlo. Ciò non toglie che la mia aziendina fallimentare debba cercare di rimettersi in sesto.