Non vedo sinceramente cosa ci sia di straordinario nell’ondata di gelo che ha colpito l’Italia in questi giorni, semmai era straordinario che durante questo inverno non facesse freddo: siamo tornati alla normalità, quell’ordinarietà che, nell’epoca in cui ero giovane, comportava nevicate frequenti, gelate con temperature ampiamente sotto lo zero, partendo da Santa Lucia fino a San Giuseppe.
Nessuno allora si sognava di chiudere le scuole, di lanciare allarmi, di “emergenziare” la situazione. E pensare che non c’erano i mezzi tecnici che esistono oggi, la società era più disorganizzata, le previsioni del tempo erano affidate al mitico Ferri, capo-stazione di Vicofertile, la cui moglie si diceva aspettasse il giorno in cui la previsione del marito metteva burrasca per fare e stendere il bucato.
Tutto deve fare notizia, anche il fatto che nevichi in inverno. In questi giorni, durante i quali son si possono divulgare i risultati dei sondaggi elettorali, si è ripiegato su quelli in base ai quali la maggioranza degli elettori si creerebbe un’opinione politica seguendo la televisione: i giornali cartacei non contano più nulla al riguardo e i social sono un riferimento solo per le fasce giovanili. D’inverno quindi nevica e la gente si informa guardando la televisione: due scoperte dell’acqua calda, che stanno andando di pari passo.
Proprio in questi giorni a commento di una campagna elettorale squallida ed in previsione di un risultato sconvolgente in libera uscita dalle urne, un caro amico mi ha inviato un allarmato e profondo messaggio telefonico: «Riscoprire le “radici” della politica, della cooperazione, del Vangelo, le nostre radici. Questo è il segreto di ogni rinnovamento. Le radici! Infatti si dice dei giovani d’oggi che sono “sradicati” cioè senza radici. Questa è la radice del problema!».
Fiocca la neve ed è un qualcosa di bello, utile e salutare; fioccano le cazzate dei grillini e si prendono per buone, mentre la televisione enfatizza il tutto e ce lo somministra facendolo cadere dall’alto. La neve effettivamente cade dall’alto, ma le sciocchezze pentastellate vengono dal basso. Il succo comunque sta nel vuoto in cui cade l’informazione drogata: la mancanza di radici che ci espone anche ai più evidenti equivoci. Un tempo per definire un atteggiamento credulone si parlava di “credere agli asini che volano”: oggi di asini in giro ce ne sono parecchi e li fa volare la televisione tra una nevicata e l’altra.
Si dovrebbe reagire! In giro si sente gente che dice sconsolatamente: «Io non me ne intendo di politica, quindi provo a votare per chi non se ne intende di politica». Ogni simile ama il suo simile. A volte forse il non intendersene sta per fregarsene. Dalla politica non si può prescindere, è necessaria come il pane, non è un optional. Dopo essermene interessato, pretendo di affidarla in senso istituzionale a chi è preparato. Meglio correre il rischio dei mestieranti piuttosto di quello degli ignoranti.