Le provocazioni non mi dispiacciono. Gesù è stato il più grande provocatore di tutti i tempi: tutte le volte che ascolto la lettura del vangelo durante la messa non posso esimermi dal pensare, a volte dal sussurrare: che razza di provocatore era mai questo uomo-dio.
D’altra parte la pastora battista Lidia Maggi, teologa e biblista, scrive a commento della liturgia natalizia: «La fede, oggi, non si limiti a confessare che Gesù è Dio. Più decisivo riconoscere che Dio è Gesù, un amore gratuito che capovolge ogni nostro immaginario religioso».
Nessuno scandalo quindi che un attivista del movimento ucraino femminista, Femen appunto, in topless, in piazza S. Pietro si sia lanciata sulla statua di Gesù Bambino per strapparla dal presepe, gridando “Dio è donna”.
Se questa donna fosse portata davanti a Gesù adulto ed a lui fosse chiesto se meriterebbe le manette per vilipendio della religione o roba del genere, sono sicuro che risponderebbe: «Chi nella sua vita non ha violato il messaggio di me Bambino, faccia scattare le manette ai polsi di questa femminista…». E tutti se ne andrebbero sconsolati ed umiliati. Poi magari Gesù si rivolgerebbe direttamente alla contestatrice: «Capisco cosa hai voluto dire. Io d’altra parte nella mia vita non ho fatto altro che sdoganare le donne, dal momento della mia nascita fino alla mia morte e resurrezione. La Chiesa invece è stata deturpata da un maschilismo pazzesco. Qualcosa è cambiato e sta cambiando: un papa ha detto che Dio è anche e soprattutto madre, il papa attuale vuole studiare il modo di inserire a pieno titolo la donna nei meccanismi clericali ed ecclesiali. Siamo solo all’inizio. Non mi sono scandalizzato affatto del tuo seno nudo, anche mia madre lo avrà mostrato con orgoglio per allattarmi di fronte ai pastori. Il seno della donna è realtà d’amore, in tutti i sensi. Se intendevi portare la mia statua nella sede del tuo movimento per farmi capire quali sono le vostre aspirazioni, non c’è problema: verrò di mia spontanea volontà, parleremo a lungo e sono convinto che su parecchie questioni ci troveremo d’accordo. Quindi va pure, non sarò certo io a metterti le manette ai polsi. Fai la tua battaglia, mi raccomando, sii provocatoria, ma non violenta…».
Mi fermo qui perché non vorrei finire io in manette per vilipendio della religione. Il Natale è donna. Lo sostiene indirettamente anche Massimo Cacciari nel suo libro “Generare Dio”. Perfettamente in linea col cardinal Martini, ritiene che il fatto fondamentale per credenti e non credenti sia sapere mettere in discussione la propria fede o la propria non-fede. Era il presupposto della “cattedra dei non credenti”, istituita dal cardinal Martini e di cui Cacciari fu, se non erro, il primo autorevole esponente.
Egli, a commento del proprio libro, sottolinea come il suo “affetto” sia tutto indirizzato a Maria e non agli uomini, compresi gli uomini di Chiesa, che in duemila anni non hanno combinato nulla di buono in materia di cristianesimo.
Anche il gesto clamoroso compiuto da quella femminista penso e spero possa indurci a valutare il Natale nella giusta luce, che mette i sessi in perfetta parità: una vera donna che accetta, in piena libertà, di fare posto ad una creatura, un vero uomo, che accetta di essere Figlio di Dio e di immolarsi per la salvezza di tutti ed a cui sarà legata per tutta la vita fino al suo drammatico epilogo. C’è da riflettere!