La fogliazione dei giornali quotidiani di oggi, 10 marzo 2017, concede largo spazio, nelle pagine successive alla prima, a notizie, argomenti e temi diversi, che, tuttavia, pur nel loro diverso rilievo e nella loro diversa natura sono, a mio giudizio, riconducibili ad un’unica singolare lettura e ad una medesima originale riflessione: in Italia si legifera, si governa, si amministra, si giudica con l’occhio rivolto allo straordinario, trascurando sciaguratamente l’ordinario, il quotidiano, la normalità, che diventa banale ma tragica dimenticanza.
Primo drammatico evento: crolla un viadotto sull’autostrada, muoiono schiacciate due persone sulla loro auto che transita occasionalmente e precipitano ferendosi tre operai che stavano lavorando accanto a quel viadotto per sopraelevarlo. Si cercheranno le cause di questo crollo: eventi simili si erano già verificati negli anni scorsi. Si doveva chiudere il transito su quel tratto autostradale sottostante? Si, no, nessuno al momento è in grado di dirlo. Il progetto dei lavori era valido? Risponderanno le perizie tecniche. C’è di mezzo un errore umano? Lo stabilirà la magistratura che determinerà eventuali responsabilità. Una cosa è certa: non si dovrebbe morire a causa di normali lavori di manutenzione. O non erano normali e allora qualcuno ha cannato di grosso o, se erano normali, non ci dovevano essere problemi tali da mettere a repentaglio vite umane. Probabilmente si tratta di lavori normali, eseguiti male e/o in ritardo e/o usando materiali inadatti e/o impiegando mano d’opera inadeguata. Insomma l’ordinarietà male affrontata, che diventa una trappola mortale.
Secondo evento di tutt’altro genere: i voucher d’ora in poi saranno utilizzati solo a certe condizioni e in casi riguardanti rapporti di lavoro indiscutibilmente non a tempo indeterminato e quindi di carattere meramente occasionale. La CGIL con la sua richiesta referendaria voleva eliminarli completamente con uno straordinario Sì all’abrogazione della legge che li regolamenta ed insiste su questa intenzione; il governa tenta di mantenerne in vigore l’uso ordinario volto soprattutto a sburocratizzare i rapporti di lavoro meno strutturati, facendoli tuttavia uscire dall’area nera. Un altro caso di messa in discussione dell’approccio pragmatico all’ordinarietà della vita lavorativa, rifiutato da chi vuole straordinariamente (referendum) non vedere ed eliminare la quotidianità di lavori precari e temporanei.
Terzo evento in materia di diritti civili: il tribunale di Firenze accoglie le istanze presentate da due coppie gay per il riconoscimento di adozioni di bambini, intervenute all’estero. La legge italiana non ammette questo tipo di adozione, ma la magistratura ne riconosce ed ammette la legittima straordinarietà. Un altro caso di carenza nell’affrontare l’ordinarietà della vita per poi dover sistemare in qualche modo gli effetti straordinari conseguenti a tale carenza.
Quarto evento in materia di spending review: si era deciso straordinariamente di contenere l’uso degli aerei blu (voli di rappresentanza a disposizione delle cariche istituzionali), considerandoli uno spreco inutile e vendendoli di conseguenza, così come era stato deciso di fare per certi beni immobili demaniali inutilizzati. Niente da fare, ciò si è rivelato impossibile (per diversi motivi) e questi beni, usciti dalla ipotetica porta del parsimonioso straordinario, rientrano dalla realistica finestra dello spendaccione ordinario. Quattro esempi che ho posto, a prescindere dal merito delle materie che li sottendono. In poche parole si tende sempre e comunque a rincorrere l’ipotetica perfezione di interventi nuovi e definitivi a scapito degli interventi inquadrabili nella normale routine. Un po’ come succede quando in una famiglia si decide di cambiare casa e in attesa di questo nuovo investimento si tende a sottovalutare gli interventi di ordinaria manutenzione. Può avere un senso se la nuova casa arriva in fretta, diversamente rischia di caderci addosso la vecchia casa senza più bisogno di averne una nuova.
Anche nei programmi politici e nei giudizi sugli stessi tendiamo sempre ad alzare l’asticella in nome del cosiddetto benaltrismo. Voliamo alto e regolarmente non vediamo quel che avviene in basso, salvo poi precipitarci sopra. Persino il governo Gentiloni potrebbe finire cadendo, come nel baseball, in una sorta di “battuta di sacrificio” per ottenere i vantaggi futuri di un governo tutto da “inventare”.
Sarà forse il caso di darsi una regolata, a tutti i livelli, per dedicarsi innanzitutto e soprattutto a impostare e far ben funzionare l’esistente ed a migliorare l’ordinario, prima di rincorrere le sacrosante novità, che tuttavia rischiano di essere campate in aria. Bisognerà sbrigarsi a cambiare mentalità prima che arrivi chi garantisce l’ordinario a tutti i costi (leggi i treni in orario) e che la gente sia “costretta” a credergli. Tanto, se poi le promesse non vengono mantenute, chi se ne frega. Trump è stato eletto presidente degli USA in questo modo e per abbattere le illusioni ordinarie ci vorranno tempi straordinari.