L’imperialismo Usa ha gettato la maschera

Fuori dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, fuori dagli Accordi di Parigi sul clima, fuori dall’intesa globale dell’Ocse sulla minimum tax. La cifra delle prime ore della presidenza Trump 2.0 è la rottura. Determinato a fare da spartiacque tra un prima e un dopo, a livello nazionale e internazionale, il tycoon ha spaccato a colpi di ordini esecutivi anche l’impianto sui programmi di assistenza estera. (dal quotidiano “Avvenire”)

Sono anziano e ricordo quindi benissimo come nel tempo il giudizio politico sugli Usa abbia sempre oscillato fra quello di nazione imperialista e quello di più grande nazione democratica. Non ho mai sposato nessuna delle due tesi e mi sono sempre collocato nel mezzo formandomi un giudizio assai critico.

Non era facile sposare democrazia e imperialismo, ma gli Stati Uniti hanno tentato di farlo, coniugando all’interno la democrazia col populismo e all’estero l’imperialismo con la difesa del mondo dal comunismo.

Questo schema è saltato, ogni maschera, più o meno ipocrita, è stata tolta e populismo e imperialismo si sono definitivamente abbracciati.

Mi chiedo tuttavia: c’era più ingerenza negli affari altrui con i colpi di stato favoriti dai servizi segreti ai tempi del tanto osannato Kissinger o ce n’è più oggi con i servizi tecno-mediatici messi in campo da Elon Musk? C’era più sporcizia ieri con gli assassinii di Allende e Moro oppure oggi con la chiusura della porta, il menefreghismo globale e il divide et impera strisciante?

Allora, cosa è cambiato? Tutto e niente! In passato, nonostante tutto, c’era qualche prospettiva democratica proveniente dagli Usa oggi non più. In passato, nonostante tutto, con gli Usa si poteva ragionare, seppure fino ad un certo punto, oggi non più.

Non rimane altro da fare che stringere i denti e provare ad andare per la nostra strada, convinti che la democrazia ha in se stessa gli anticorpi per combattere anche le più gravi malattie. La democrazia nei rapporti internazionali si chiama Europa, a livello interno si chiama fedeltà alla Costituzione repubblicana.

L’Italia è stata protagonista nella fondazione dell’Europa Unita ed è stata capace di varare quella che è la più democratica e progressista delle Costituzioni. Attualmente, con l’attuale governo, sono in discussione questi due caposaldi: stiamo puntando follemente ad un compromessone euro-statunitense dove l’Europa dovrebbe fare la parte del parente povero senza dignità e stiamo tentando di distruggere la Costituzione a colpi di contro-riforma.

È ora di cercare in sede europea e italiana un doppio patto storico: un patto europeo e un patto costituzionale. I cattolici potrebbero e dovrebbero svolgere un ruolo fondamentale se non altro per reagire alla blasfema dottrina di Trump-uomo della provvidenza, salvato da Dio per…distruggere il mondo, abbattendo gli umili e innalzando i potenti.

La sinistra dovrebbe risvegliare le coscienze anche in modo da sopportare i sacrifici che la riscossa comporterà. Forse abbiamo toccato il fondo: scuotiamoci e diamo un colpo di reni. Siamo uomini democratici o siamo caporali di Trump?