L’acrobatico tecnopopulismo senza rete

Si tratta di una visione del tutto nuova, che apre questioni importanti. Prima fra tutte, il ruolo di una Europa sempre più periferica. Quanto accade a Washington, dunque, è foriero di grandi cambiamenti. Gli Stati Uniti hanno ormai preso atto della fine dell’“ordine liberale globale” sorto con la caduta del muro di Berlino. La seconda presidenza Trump si presenta con l’ambizione di cambiare culturalmente e geopoliticamente gli Stati Uniti. I fatti diranno se questo disegno si trasformerà in realtà. E se sarà per il meglio o per il peggio.

Qualunque cosa accada, le vicende americane costringono a una riflessione sulle idee di libertà e di democrazia; sul ruolo della tecnologia in rapporto a fondamentali questioni antropologiche; sugli equilibri geopolitici e sulla possibilità della pace. Tutti temi di primaria importanza. Se l’Europa – culturalmente, politicamente, economicamente – esiste, batta un colpo. (dal quotidiano “Avvenire” – Mauro Magatti)

È la migliore sintesi del travagliato momento che sta attraversando la storia. L’inquietante e vergognoso ritorno in pista di Donald Trump ci mette di fronte ad un autentico guazzabuglio anti-democratico e oserei dire anti-umano.

La questione dell’immigrazione affrontata con l’accetta delle deportazioni di massa; il rapporto tra economia e politica vissuto come un marxismo a rovescio, con la politica che rinuncia a priori a governare l’economia; il rapporto tra economia e tecnologia vissuto come omologazione supina, acritica, globale e impazzita della tecnostruttura concettualmente elaborata nel 1967 dall’economista statunitense J.K. Galbraith; la coesistenza pacifica subordinata allo strapotere delle superpotenze (Usa e Cina).

Siamo ai titoli di coda della democrazia occidentale salvo un rigurgito di vitalità da parte dell’Europa. Sapranno i Paesi europei gestire il fenomeno migratorio all’insegna dell’accoglienza e dell’integrazione? Sapranno farsi promotori di un’economia a misura d’uomo? Sapranno interporsi a livello geopolitico nel gioco al massacro funzionale a Usa e Cina? Sapranno elaborare e portare avanti una politica estera comune che fronteggi il protezionismo statunitense e l’aggressività cinese? Sapranno impostare una difesa militare comune che razionalizzi le spese e renda possibile una certa autonomia rispetto allo strapotere della Nato? Sapranno essere protagonisti di una politica ambientale credibile e possibile?

La risalita al potere di Donald Trump impone la riedizione riveduta e corretta dell’Europa unita, pena la disfatta della democrazia. Lo sciocco e rassegnato ragionamento dell’accettazione della deriva statunitense o l’ancor più stupida illusione di cercare di sedersi in qualche modo al tavolo non portano da nessuna parte. Equivarrebbe ad emigrare su Marte sperando di trovarvi accettabili forme di vita.

Non pensiamo che nel giro di qualche anno, se non addirittura di qualche mese, il trumpismo finisca implodendo tragicamente. Questa volta il trumpismo va ben oltre Trump, che comunque ci sta consegnando e ci consegnerà un mondo diverso in cui vivere senza diritti o, senza voler essere catastrofici, in cui avere solo il diritto di morire.