La più chiacchierata, la più discussa, la più invidiata indubbiamente è lei, considerata personaggio dell’anno e persona più importante d’Europa dall’autorevole testata americana: “Politico” che ogni anno stila la top ten dei personaggi più influenti del mondo. Giorgia Meloni arriva sul podio. E se a livello europeo la considerazione del nostro Presidente del Consiglio acquista punti, questo lo si deve al fatto che in un decennio da ultra nazionalista che era Giorgia Meloni è diventata primo interlocutore con cui sia Europa che Usa possono fare affari. Se sul web impazza il suo bacio con Elon Musk frutto di uno scherzo montato con l’intelligenza artificiale, c’è da dire però che se si vuole interloquire con il magnate americano e consigliere chiave del presidente eletto Trump, sicuramente un buon mediatore è la Meloni. Questa è la motivazione per cui, la testata americana Politico nella sua versione europea, attribuisce il titolo di “persona più potente d’Europa” al primo ministro italiano. Se prima le sue decisioni sulla politica migratoria e i diritti gay e lesbian erano condannate, adesso sono guardate con indifferenza e persino approvazione. La testata a stelle e strisce afferma che: “La Meloni ha fatto notizia in tutto il mondo quando è diventata la prima donna Primo Ministro italiano”, ma pochi avevano previsto che sarebbe durata a lungo in carica. Gli esperti si aspettavano che le lotte intestine avrebbero inevitabilmente diviso la sua coalizione di governo composta da partiti di destra e invece è ancora lì in piedi a navigare con il vento in poppa l’intricato esecutivo nazionale. E nel biennio appena trascorso stime alla mano e volenti o nolenti la premier italiana Giorgia Meloni ha consolidato il suo governo come uno dei più stabili esistiti nell’Italia del dopoguerra. (da “Lo Speciale”)
E allora io sono la persona più debole del mondo e me ne vanto. Sì, perché se Giorgia Meloni è potente, io voglio essere debole a tutti i costi. Non ho capito se ci sono seri motivi dietro questa cavolata mediatica americana. Qualcuno sostiene che si tratti di una sorta di investitura diplomatica propedeutica allo svolgimento della funzione di problematico raccordo fra lo sbracato populismo trumpiano e l’elegante populismo meloniano: il neo-atlantismo rivisto in chiave populista.
Qualcosa di vero probabilmente ci sarà complice il potere mediatico di Elon Musk. Aggiungo una mia insinuazione fantapolitica. Vuoi vedere che il patto tra Meloni e Von der Leyen prevede questa paraculata filoamericana? Un modo, per i politicanti europei, di coprirsi le spalle contro i pericoli socio-economici di origine trumpiana. Un modo, per Giorgia Meloni, di coprire una smaccata opportunistica svolta internazionale: le porte girevoli, si esce da stanza Biden e si entra in stanza Trump.
Preferisco scherzarci sopra anche perché tutto ha un limite. La realtà mediatica si sta da tempo distinguendo dalla realtà politica: siamo arrivati al massimo della frattura. Il pallone si sta gonfiando a dismisura e prima o poi dovrà scoppiare come successe alla rana che voleva imitare il bue. Temo che la deflagrazione però non sarà indolore. Nell’attesa conviene fingere, abbozzare, esagerare: Giorgia Meloni è la più potente di tutti i tempi!