Il candidato cancelliere della Cdu ieri si è preso un grande rischio, ha giocato d’azzardo. «Quante persone devono essere uccise ancora?» si è chiesto Merz all’inizio del suo intervento, riferendosi al bambino di due anni e all’uomo di 41 anni accoltellati e uccisi una settimana fa ad Aschaffenburg in Baviera. Ad ucciderli un afghano di 28 anni, con precedenti penali e problemi mentali, arrivato in Germania nel novembre 2022 e a cui era stata respinta la richiesta d’asilo. Merz si riferiva anche ai 5 morti e 300 feriti del mercatino di Natale a Magdeburgo, investiti dall’auto lanciata contro la folla da un saudita di 50 anni. «Tutti gli stranieri e richiedenti asilo che non hanno diritto a restare in Germania devono essere respinti ai confini o arrestati ed espulsi. Dobbiamo prendere decisioni efficaci, è chiaro che finora la politica sui profughi in Germania ed in Europa non ha funzionato», ha ribadito Merz.
Il suo partito ha chiesto controlli permanenti alle frontiere; divieto d’ingresso per tutte le persone che non hanno documenti validi; detenzione delle persone legalmente obbligate a lasciare il Paese. Le misure potrebbero entrare subito in vigore o molto più probabilmente con il nuovo esecutivo. Respinta invece la seconda mozione, non votata da Afd: ha ottenuto solo 190 sì, prevedeva maggior poteri alle forze di sicurezza e alla polizia di frontiera che avrebbero potuto spiccare anche mandati d’arresto immediati. Il cambio di rotta completo dei cristiano-democratici non finisce qui, domani Merz e la Cdu torneranno al Bundestag per presentare un disegno di legge che prevede una rivisitazione radicale di tutte le politiche migratorie. Alcuni punti chiave sono stati rivelati da alcuni media: fermare preventivamente alle frontiere tutti i profughi e richiedenti asilo nessuno escluso, realizzare ai confini centri di detenzione e impedire tutti i ricongiungimenti familiari. Secondo il cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz le mozioni e il disegno di legge, proposti dai cristiano-democratici «violano la Costituzione e il diritto europeo, come solo Viktor Orban ha osato fare in Ungheria». Dure critiche anche dal leader dei verdi, Robert Habeck: «Con queste mozioni la Germania cessa di essere uno Stato di diritto». Prima del voto era giunto il monito della Chiesa cattolica, in particolare dal direttore del Commissariato dei vescovi tedeschi, Karl Jüsten: «Il momento in cui si svolge il dibattito e i toni utilizzati ci preoccupano molto. Si rischia di diffamare tutti i migranti che vivono in Germania, di fomentare pregiudizi che, a nostro avviso, non contribuiscono a risolvere i problemi concreti e reali». (dal quotidiano “Avvenire” – Vincenzo Savignano)
Indubbiamente tira un’aria contraria ai migranti: non so fine a che punto si tratti dell’effetto Trump, della progressiva mancanza di senso umanitario che contagia la politica, della inerzia da parte delle sinistre che non riescono ad andare oltre il mantenimento dell’attuale preoccupante casino migratorio. Tre motivi pericolosamente collegati che possono portare ad una inquietante svolta a destra negli equilibri politici, sostenuta dalla gente, più insicura per la situazione dell’ordine pubblico che convinta ideologicamente e/o politicamente delle capacità politiche dei partiti di destra e delle coalizioni di centro-destra.
La pericolosità dello stile trumpiano è ormai sotto gli occhi di tutti: il fenomeno migratorio va risolto alla radice, rimandando a casa indistintamente chi è in bilico a livello di integrazione, chiudendo ermeticamente le frontiere, strumentalizzando persino il paradossale conflitto fra immigrati integrati e immigrati in cerca di ospitalità, sventolando agli occhi della pubblica opinione l’illusione di risolvere il problema della sicurezza criminalizzando i migranti e generalizzandone la fascia che, magari solo per sopravvivere, ripiega sulla delinquenza. È un discorso irrazionale, che oltre tutto è destinato ad implodere per gli effetti devastanti che avrà a livello mondiale il negazionismo ecologico.
Il discorso fa presa anche e forse soprattutto sulle fasce più deboli di cittadini che si sentono insicuri e in forte contrasto economico-sociale con i migranti: una guerra fra poveri strumentalizzata da governanti senza valori, senza idee e senza scrupoli. L’egoismo imperante dei ricchi contagia anche i poveri e può essere la fine dell’umanità.
In questa deriva socio-politica la sinistra giustamente grida al lupo di destra che vuol mangiare cappuccetto rosso, limitandosi però a interpretare la parte della nonna che non interviene e assiste scandalizzata allo scempio.
La sinistra, in Italia, in Europa, negli Usa e in tutto il mondo deve candidarsi a gestire in modo umanitariamente accettabile il fenomeno migratorio, regolando i flussi non con accordi di stampo filo-nazista con i Paesi di partenza e transito, ma coniugando, sul piano politico-programmatico, i quattro verbi di Papa Francesco: “accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti e i rifugiati”. È la sfida etica prima che politica, che la sinistra deve accettare, che comporterà sacrifici per tutti ma equamente distribuiti nonché scambi di opportunità di crescita e di progresso.
Il resto è fuffa buonista che fa gioco al cattivismo della destra: un pirandelliano gioco sulla pelle dei migranti. Da una parte chi soffia sul fuoco enfatizzandone le bruciature, dall’altra parte chi vuole spegnere il fuoco con delle retoriche secchiate di acqua fredda. L’incendio continua e si salvi chi non può.