Vestivamo alla degasperiana

Per L’Osservatore Romano, «il presidente Trump è chiamato a lavorare per superare le divisioni e le polarizzazioni che ormai da anni contraddistinguono la vita politica americana e che hanno avuto nell’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 una delle date più tristi della storia nazionale». Un compito «difficile, certamente – sottolinea il quotidiano d’Oltretevere, diretto da Andrea Monda -. Eppure necessario per la nuova Amministrazione. Perché gli Stati ‘disuniti’ d’America sarebbero un grave pericolo per un mondo già lacerato e frammentato».

In un editoriale dedicato alla nuova amministrazione degli Stati Uniti e firmato da Alessandro Gisotti, vice direttore editoriale dei Media Vaticani – il giornale ricorda anche che storicamente, «gli Stati Uniti d’America hanno dato il meglio di sé quando si sono aperti al mondo (le Nazioni Unite sono in fondo ‘un’invenzione americana’) e assieme ai propri alleati hanno costruito un sistema che, con i limiti di ogni opera umana, ha garantito libertà, sviluppo economico e progresso nei diritti umani». E quindi «un’America ripiegata su sé stessa sarebbe un controsenso». L’Osservatore ricorda inoltre che «dieci anni fa, Papa Francesco, il primo Papa venuto dalle Americhe, si rivolgeva al Congresso degli Stati Uniti pronunciando un discorso che metteva l’accento sui valori fondanti della nazione americana. Un intervento la cui lettura potrebbe essere utile anche al presidente Donald Trump e al vice-presidente J.D. Vance». «Una nazione — diceva Papa Francesco in quella occasione — può essere considerata grande quando difende la libertà, come ha fatto Lincoln; quando promuove una cultura che consenta alla gente di “sognare” pieni diritti per tutti i propri fratelli e sorelle, come Martin Luther King ha cercato di fare; quando lotta per la giustizia e la causa degli oppressi, come Dorothy Day ha fatto con il suo instancabile lavoro, frutto di una fede che diventa dialogo e semina pace nello stile contemplativo di Thomas Merton». «Sono questi i valori – conclude perciò L’Osservatore Romano – che hanno fatto grande l’America. E di cui il mondo ha ancora bisogno».

Le reazioni al discorso di insediamento del presidente Donald Trump si possono collocare in tre categorie: quelle pur imbarazzate ma soddisfatte per la elaborazione destrorsa ai massimi livelli; quelle scioccate per la prefigurazione di un mondo completamente a rovescio; quelle preoccupate per le ricadute negative sull’Europa e sull’Italia. Le prime le definirei “irrazionalmente faziose”; le seconde le definirei “sbrigativamente catastrofiche”; le terze le chiamerei “opportunisticamente preoccupate”. In tutte c’è un po’ di vero.

Personalmente mi sono vergognato di essere un uomo! E poi ho tremato per le sorti dell’umanità!  Seguendo la vomitevole cerimonia del giuramento devo ammettere di avere paradossalmente rivalutato le riunioni del Soviet supremo: non so se ci fosse più democrazia in queste piuttosto che nella masnada di personaggi così ben assemblati al Campidoglio.

Faccio fatica a riprendermi ed ecco perché mi sono rifugiato nella felpata ma incisiva analisi, più etica che politica, dell’Osservatore Romano: una boccata d’ossigeno! Non tutto è perduto se nella storia gli Usa hanno saputo fare qualcosa di buono in mezzo a tante iniquità politiche (tra le quali non esito ad inserire l’assassinio di Aldo Moro).

La sera stessa della giornata dell’insediamento ho potuto riascoltare le dignitose e commoventi dichiarazioni di De Gasperi al termine del suo viaggio negli Usa in cerca di aiuto per l’Italia disastrata e ho tentato due parallelismi impossibili.

Alcide De Gasperi con un cappotto preso a prestito va in America sfoggiando dignità nonostante le rovinose disavventure belliche del fascismo, fede democratica credibile anche e soprattutto grazie alla Resistenza, fiducia nel ruolo di un grande Paese come gli Usa. Giorgia Meloni si pavoneggia al Campidoglio sfoggiando sbracato opportunismo, dimenticandosi dell’Europa e chiedendo un posto al sole trumpiano.

Gli Usa di allora si dimostrano generosi (?) con De Gasperi e la sua Italietta allo sbando.  Gli Usa di oggi strizzano l’occhio alla Meloni facendole balenare l’idea di entrare nell’internazionale della destra tecnopopulista e consigliandole di lasciare l’Europetta allo sbando.

Devo rassegnarmi a vivere e rifugiarmi nei ricordi alla faccia di Elena Granata, ideologa del novellato cattolicesimo democratico, che consiglia di voltare pagina perché l’acqua passata non macina più. Vorrei tanto che mi spiegasse cosa trova di macinante nell’acqua presente…