Mattarella ci ricarica le pile civiche e costituzionali

Durante la mia adolescenza ho avuto l’opportunità di imparare a pensare e a vivere sulla scorta di preziosi consigli civici da parte dei miei insegnanti. Oggi mi viene spontaneo ricordarne uno: il professor Flavio D’Angelo, che non amava la retorica e il patriottismo di maniera. Si chiedeva sarcasticamente: “Perché la gloriosa Marina? Non sono forse gloriosi anche gli insegnanti che fanno il loro dovere? E che dire degli operai che lavorano alla catena di montaggio? E di tutti coloro che fanno silenziosamente il proprio dovere?”.

Ebbene penso sarebbe più che soddisfatto delle parole contenute nel messaggio di fine anno del Presidente Mattarella, che riporto testualmente nel passaggio riguardante il delicato discorso del patriottismo.

“Nella quotidiana esperienza di tanti nostri concittadini si manifesta un sentimento vivo, sempre attuale, dell’idea di Patria.

Mi ha colpito, di recente, l’entusiasmo degli allievi della nostra Marina militare, su nave Trieste, all’avvio del loro servizio per l’Italia e per i suoi valori costituzionali. Come stanno facendo in questo momento tanti nostri militari in diversi teatri operativi. Ad essi rinnovo la riconoscenza della Repubblica.

Patriottismo è quello dei medici dei pronto soccorso, che svolgono il loro servizio in condizioni difficili e talvolta rischiose. Quello dei nostri insegnanti che si dedicano con passione alla formazione dei giovani. Di chi fa impresa con responsabilità sociale e attenzione alla sicurezza. Di chi lavora con professionalità e coscienza. Di chi studia e si prepara alle responsabilità che avrà presto. Di chi si impegna nel volontariato. Degli anziani che assicurano sostegno alle loro famiglie.

È patriottismo quello di chi, con origini in altri Paesi, ama l’Italia, ne fa propri i valori costituzionali e le leggi, ne vive appieno la quotidianità, e con il suo lavoro e con la sua sensibilità ne diventa parte e contribuisce ad arricchire la nostra comunità”.

Di fronte a Sergio Mattarella ho avuto l’impressione di tornare umilmente sui banchi di scuola ad imparare l’educazione civica. Sì, perché il suo discorso è proprio una lezione a trecentosessanta gradi. Davanti alle vere lezioni, prima di dissertare, si ascolta attentamente, si approfondisce e si impara. Ecco perché ho evitato accuratamente di seguire le reazioni dei politici. Ho ascoltato e riascoltato, letto e riletto il testo integrale dell’intervento magistrale del Capo dello Stato. Cercherò di farne tesoro. Lo ringrazio.

Consiglio a tutti di fare altrettanto, uscendo dagli schemi e tornando a ciò che viene prima della politica e ne dovrebbe costituire la base, vale a dire il senso civico rafforzato e alimentato dai valori contenuti nella nostra Costituzione. Quando Mattarella parla, in filigrana se non apertamente, si vede la Costituzione: prendere o lasciare…io la prendo e me la tengo ben stretta.