Obiettivo rimpatri, risultato disumanità

Tra il 2014 e il 2023 sono state 50mila le persone straniere trattenute «in centri che violano i diritti umani e sono un disastro per le finanze pubbliche – denuncia ActionAid –. I Cpr in Italia appaiono come modello di disumanità, gestione incontrollata e fallimentare da cui prendono forma i nuovi centri di trattenimento in Albania». Uno dei primi dati che balza all’occhio è il loro bassissimo “tasso di efficacia”: nel 2023 su oltre 28mila persone straniere colpite da provvedimento di espulsione quelle effettivamente rimpatriate dai Cpr sono state 2.987. «Una politica che ottiene il 10% dei risultati attesi è inammissibile, a meno che non si riconosca che l’obiettivo non è quello esplicito del rimpatrio, ma di assimilare le persone migranti ai criminali, erodendo le basi del diritto d’asilo e del sistema di accoglienza», commenta Fabrizio Coresi, esperto di migrazioni per ActionAid. (dal quotidiano “Avvenire” – Ilaria Sesana)

Diciamocelo una volta per tutte: per il problema migratorio non c’è alternativa ad una razionale politica di accoglienza-integrazione. Il resto sono illusioni propagandistiche e fantasie (s)governative. Ne abbiamo sentite e viste di tutti i colori: dalla chiusura dei porti alla guerra alle ong, dai rimpatri sbrigativi alla criminalizzazione dei clandestini, dal blocco degli sbarchi alla dissuasione dal rifugiarsi in Italia.

Oltre tutto a fronte di queste menate insensate e inumane abbiamo dati in netta controtendenza: gli immigrati ci servono (guai se non ci fossero), pagano più di quanto ottengono, delinquono né più né meno come i nostri connazionali, vengono spesso sfruttati e trattati come bestie.

Ultima trovata quella dell’Albania, miseramente fallita prima ancora di partire. E il governo ha intenzione di insistere su questa strada…e tanta gente, accecata dall’egoismo, crede ancora che i migranti siano un male per la nostra società e vadano criminalizzati ed espulsi senza pietà.

Il leitmotiv del discorso anti-migratorio è la lamentazione continua verso l’Unione europea e verso i Paesi membri che scaricherebbero sull’Italia gran parte del peso e che guarderebbero la pagliuzza nell’occhio italiano trascurando la trave nei loro occhi. I Paesi europei fanno più di noi: le cifre parlano chiaro. La Ue siamo noi e sta anche a noi varare politiche comunitarie al riguardo.

Smettiamola quindi di raccontare storie sul fenomeno migratorio. Chi cerca di ragionare viene immediatamente bollato come sognante buonista francescano: è la stessa sorte che tocca a chi parla di pace che viene impietosamente considerato assurdo pacifista.

Meglio sognare e puntare ad un avvenire di solidarietà e di pace che ripiegare sulla più triste delle realtà fatta di egoismo e di guerra. Solo partendo da questo presupposto si può dialogare e governare. Ricordiamoci che la politica senza il rispetto dei principi e dei valori parte sempre e comunque col piede sbagliato e crea disumanità ed ingiustizia.  Ecco cos’è la realpolitik!