Ogni speculazione politica sul delitto di Terno d’Isola, adesso che il presunto assassino è stato arrestato, è un’offesa a Sharon Verzeni, una donna che ha avuto in modo assurdo (forse il più assurdo, se vere le prime ricostruzioni) la sua giovane esistenza spezzata, e a tutti coloro che l’amavano, colpiti da un enorme dolore. In premessa, va detto questo: alle vittime dovrebbe essere orientata la maggiore sollecitudine. Ma c’è chi ha subito approfittato di quel nome, Moussa Sangare, dato in pasto ai social media prima ancora che emergessero elementi forti del suo coinvolgimento nel delitto – e in totale spregio della presunzione d’innocenza – per alimentare una meschina polemica sulla cittadinanza.
Sarebbero questi gli italiani che vogliamo?, si è detto in sostanza, soprattutto da parte di esponenti della Lega. Se Sangare risulterà colpevole, dovrà pagare senza sconti il reato abietto compiuto. Ma che c’entrano la sua origine maliana e i documenti italiani poi ottenuti? Che dire allora delle donne massacrate dai loro italianissimi compagni e dei genitori fatti scomparire o dei neonati maltrattati da nativi della Penisola dai caratteri “caucasici”? Ripugna fare questi confronti, ma si deve chiaramente affermare che c’è una vittima da rispettare insieme a un razzismo risorgente da evitare e, se ricompare, da condannare senza alcuna esitazione. (dal quotidiano “Avvenire” – Andrea Lavazza)
La strumentale sguaiataggine del ministro Salvini e c. (che si sono penosamente precipitati a targare la delinquenza) è stata preceduta da una garbata, misurata e toccante dichiarazione alla stampa di Bruno Verzeni, rilasciata poco tempo dopo aver scoperto l’identità dell’assassino della figlia.
Uscito di casa, dove lo attendevano numerosi giornalisti appostati lì da tempo, l’uomo ha indossato gli occhiali e letto un lungo e toccante discorso. “A un mese dalla morta di nostra figlia, la notizia di oggi ci solleva – sono le parole di Verzeni – anche perché spazza via le speculazioni fatte sulla vita di Sharon e Sergio”. L’uomo riserba un pensiero alle forze dell’ordine: “Ringraziamo Carabinieri e Procura della Repubblica di Bergamo per competenza e tenacia dimostrate”. Gratitudine anche nei confronti di legali e testimoni: “Inoltre, un grazie sentito ai nostri avvocati, che ci hanno supportato in questo periodo doloroso. Grazie a coloro che hanno testimoniato e hanno permesso di arrivare ai risultati di oggi”. E infine: Che la morte assurda di Sharon non sia vana e provochi una maggiore sensibilità sulla sicurezza del nostro vivere. Ci affidiamo a Dio per convivere con il nostro dolore. (da V:Notizie)
Non ho niente da aggiungere se non un’amara riflessione socio-politica.
Ogni popolo ha il governo che si merita è molto più di un semplice proverbio. Sembra quasi una sentenza, un modo di dire che è entrato nella dialettica quotidiana e che non ha come significato solamente quello testuale ma anche una versione metaforica che potremmo identificare con ognuno riceve quello che merita.
“Ogni nazione ha il governo che si merita” è una frase celebre che risale intorno ai primi anni dell’800, per essere più precisi è contenuta in una lettera del 1811 e si riferiva al governo zarista. De Maistre era stato inviato come ambasciatore del Regno di Sardegna a San Pietroburgo, per le sue idee conservatrici e giudicava il governo russo troppo aperto alle idee illuministiche che proliferavano in Europa.
Ebbene, Bruno Verzeni ha smentito categoricamente De Maistre, dimostrando che il popolo, da lui autorevolmente e credibilmente rappresentato, non merita i governanti che si ritrova. Potremmo addirittura capovolger il suddetto proverbio: i governanti leghisti (e non solo loro) non meritano di rappresentare quella che dovrebbe essere la loro base popolare. La famiglia Verzeni non vive forse in quel Nord-Italia così male interpretato da Salvini e c.?
Già che ci sono aggiungo che la famiglia Verzeni ha dato una lezione di stile e di serietà anche verso i media che l’hanno torturata con basse insinuazioni e speculazioni. Troppa e cattiva informazione si sta facendo sui casi drammatici di cronaca: questa informazione inflazionata e drogata fa bene solo a chi la vende!