Sintomi di ‘post-pecoronismo’

  • La recente nuova eruttazione dell’Etna ha portato disagi sulla città di Catania e non solo. Nello specifico ci sono state problematiche anche sull’aeroporto i cui voli sono stati dirottati a Palermo. In questo senso, vice capogruppo vicario di Fratelli d’Italia alla Camera, Manlio Messina, ha annunciato di voler “interrogare” Matteo Salvini e anche Daniela Santanchè.

Come riportato da Fanpage, Manlio Messina ha spiegato in una nota: “La questione della cenere vulcanica dell’Etna non dovrebbe essere considerata un’emergenza, ma una normalità, e come tale deve essere trattata. Nei prossimi giorni interrogherò il Ministero delle Infrastrutture, l’ENAV e l’ENAC per capire se ci siano carenze nella gestione dello scalo aeroportuale. Mi sembra anomalo che ancora oggi non esistano strumenti adeguati per affrontare questa situazione con maggiore celerità”.

Secondo il deputato di FdI si dovrebbe “disporre di mezzi idonei per rendere l’aeroporto operativo più (velocemente rispetto ai tempi attuali. È necessario anche valutare quanto si stia facendo per potenziare l’aeroporto di Comiso, affinché sia in grado di assorbire i flussi di traffico che vengono regolarmente dirottati da Catania. L’aeroporto di Catania è troppo strategico per permettere che la questione della cenere vulcanica venga trattata con superficialità da parte dei gestori dello scalo”.

Allo stesso tempo, Messina ha spiegato che oltre a Salvini anche la Santanchè finirà nel suo mirino. In questo senso, il politico di FdI ha detto: “Interrogherò la ministra del Turismo per comprendere se intenda sostenere la città di Catania e il suo hinterland con una campagna mediatica che chiarisca come gli eventi legati all’Etna non siano catastrofici, come a volte appare su certi quotidiani, anche esteri. Si tratta di fenomeni sporadici che non arrecano alcun pericolo per la cittadinanza e i turisti”. (da newsmondo)

 

 

  • I Probiviri FdI hanno deciso, a quanto si apprende, l’espulsione dal partito del deputato Andrea De Bertoldi. In conseguenza, analogo provvedimento vale anche quanto al gruppo parlamentare alla Camera, dal quale il politico trentino aveva annunciato poche ore prima le dimissioni, senza preavviso, dopo che un quotidiano aveva addirittura anticipato il verdetto dei Probiviri.

È infatti almeno da aprile, viene riferito, che la Commissione nazionale di garanzia e disciplina FdI aveva avviato nei confronti di De Bertoldi un procedimento “per motivi etici” conclusosi in queste ore e che – sottolineano le stesse fonti – avrebbe portato all’espulsione dal partito, “tra oggi e domani”, del parlamentare.

I rapporti tra De Bertoldi e FdI sono andati deteriorandosi dalla fine del 2023. La prima frattura si è registrata in coincidenza con il Congresso provinciale, quando De Bertoldi sostenne Alessia Ambrosi, ‘sfidando’ il commissario uscente, Alessandro Urzì. Una rivalità che potrebbe anche arrivare in tribunale a proposito di un audio, forse ‘rubato’, in cui, secondo Urzì, De Bertoldi criticava il partito. “Dovremmo essere Fratelli d’Italia, non ‘fratelli-coltelli’, un partito dove l’autorevolezza prevale sull’autorità”, avrebbe detto l’ormai ex FdI.

Il deputato eletto nel collegio uninominale del Trentino-Alto Adige, aveva annunciato di avere “rassegnato con effetto immediato le dimissioni dal gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia” e anticipato che “alla ripresa dei lavori farò assieme alla mia famiglia politica le valutazioni per individuare la mia prossima allocazione, che non potrà che essere improntata ai valori della moderazione, e del cattolicesimo liberale”.

“La mia decisione – spiega – è frutto di un lungo processo di dissenso politico dal partito nata per difendere le ragioni della mia Provincia Autonoma dalla volontà di accentramento decisionista del partito. Ho inoltre più volte chiesto chiarezza su alcuni importanti temi, che da cattolico mi stanno a cuore, ma non sempre ho osservato la risposta che speravo. Mi sono spinto ad aprire un dibattito, che però è caduto nel vuoto”.

“L’unica risposta – segnala ancora De Bertoldi – è arrivata dai Probiviri, con un’indagine strumentale e senza alcun fondamento, su fatti che ho già avuto modo di chiarire ampiamente”. “Oggi arrivo a leggere che ci sarebbe un provvedimento di espulsione. La mia libertà politica e professionale mi hanno consentito una scelta netta che non è più rinviabile. Su questa vicenda sono peraltro pronto ad agire in ogni sede opportuna – avverte – a tutela della mia reputazione e della mia integrità personale e professionale”. (AGI)

 

Non so se questi due fatti costituiscano la prova che nel partito di Fratelli d’Italia qualcosa si sta muovendo: credo e spero di sì. Su entrambi, esplicitamente o in filigrana, si staglia l’imbarazzante figura di Daniela Santanchè (Santa de ché direbbe ancora Dagospia): una ministra inconcludente e una politica ben al di sotto di parecchi sospetti.

Come mai i probiviri di FdI sono stati così solleciti ad espellere De Bertoldi per questioni etiche di lana caprina, mentre sono stati silenziosi o silenziati di fronte alle mastodontiche questioni etiche della Santanché. Come mai nel primo caso si anticipano eventuali provvedimenti della Magistratura e nel secondo i provvedimenti della Magistratura vengono considerati un disturbo bello e buono.

E dietro le interrogazioni di Messina ci vedo anche un attacco al miracolismo salviniano (leggi ponte sullo Stretto), deviante rispetto alla normalità delle problematiche siciliane. Qualcuno comincia a ragionare con la propria testa…

Forse c’è però qualcosa di più in senso squisitamente politico: una chiara insofferenza di alcuni verso l’impostazione monocorde del partito. Spero, per quanto interessar mi possa, che al post-fascismo di Meloni e c. faccia riscontro il post-pecoronismo di Messina, De Bertoldi e c. Sarebbe un bel passettino avanti.