L’incontro di pugilato tra l’italiana Angela Carini e l’algerina Imane Khelif è terminato mantenendo le promesse di clamore che le polemiche della vigilia avevano alimentato: dopo soli 46 secondi, a causa di due colpi devastanti al volto che l’hanno portata anche a fermarsi per un problema al caschetto, l’atleta napoletana ha deciso di ritirarsi.
L’esito del match ha scatenato reazioni da più parti, polarizzando il mondo politico e non solo. La pugile algerina, infatti, nata donna ma dotata di un corpo con tratti marcatamente maschili a causa della sua iperandrogenia, era stata squalificata dalla federazione Iba (sospesa dal Comitato Olimpico Internazionale, il Cio) ai mondiali di New Delhi per valori di testosterone elevati, e a quanto è emerso anche per la presenza di cromosomi XY maschili. È però stata ammessa dal Cio alle competizioni di Parigi 2024, perché dichiarata di sesso femminile sul passaporto. In molti, alla vigilia dell’incontro, avevano contestato questa decisione parlando di una lotta impari e non equa. (dal quotidiano “Avvenire”)
Non mi interessano le reazioni politiche all’accaduto, peraltro piuttosto stucchevoli, prevedibili, oserei dire scontate: capirete se Giorgia Meloni poteva lasciarsi scappare una simile occasione per entrare a gamba tesa nell’evento olimpionico, che finora l’aveva vista defilata e spiazzata dall’intervento istituzionalmente ineccepibile ed equilibratamente popolare del presidente Mattarella; il discorso vale anche per le reazioni dei difensori d’ufficio dei diritti civili (che sono un’altra cosa).
Premesso che il pugilato è uno sport difficile da ammettere come tale al maschile, figuriamoci al femminile…La parità uomo-donna, come ho sempre sostenuto non consiste nella parità di difetti, ma in quella dei diritti e non mi pare che fra questi ultimi ci sia quello di salire su un ring e darsele di santa ragione facendo credere che sia un’arte nobile…
Ma facciamo comunque un passo avanti. Il problema della sessualità per le donne che si impegnano negli sport più pesanti è sempre esistito: ricordiamoci le atlete dell’Est europeo impegnate nel lancio del peso, del disco e roba del genere. È una valorizzazione della femminilità copiare gli uomini al limite della propria spersonalizzazione? Permettetemi di avere qualche dubbio.
Se questi equivoci mettono a repentaglio l’incolumità delle persone che praticano lo sport, non ci siamo proprio. Ammettiamo per un attimo che Angela Carini avesse proseguito il match e avesse riportato qualche grave conseguenza a livello della sua integrità fisica, cosa si sarebbe detto?
Ho il massimo rispetto per le persone che portano in sé caratteristiche sessuali fuori dagli schemi tradizionali. Ma cosa c’entra il rispetto per le differenze col pretendere di azzerarle a tutti i costi? Come diceva Luca Goldoni, di questo passo i diversi saranno coloro che rientrano nei normali canoni delle diseguaglianze sessuali. Paradossale, sciocco e ipocritamente progressista.
Mi è capitato recentemente di parlare con una persona che ha vissuto sulla propria pelle il dramma della transessualità con tutte le sofferenze fisiche, psicologiche e sociali conseguenti: mi ha confessato di non condividere lo sbandieramento piazzaiolo e strumentale di questa delicatissima problematica. Non ho potuto che concederle mille ragioni.
Non forziamo quindi le diversità riconducendole alla finta uguaglianza: vale per tutti coloro che affrontano questi problemi, anche per il Comitato Olimpico internazionale. Rispetto non vuol dire fingere che le diversità non esistano, ma ammetterle, difenderle e valorizzarle correttamente.