La pace dei sepolcri veri e di quelli imbiancati

Non mi è piaciuta la protagonistica iniziativa di Victor Orban consistente nella visita a Mosca e nel relativo colloquio con Vladimir Putin: Orban riveste attualmente l’incarico di presidente di turno della Ue e non doveva assolutamente sfruttare questa sua posizione per farsi “bello” agli occhi di Putin, che non lo ha per nulla ascoltato e non gli ha offerto alcuna seppur timida apertura.

Non mi è piaciuta però nemmeno la reazione stizzita della Ue a significare che le trattative di pace siano monopolio esclusivo dell’Unione. La pace è un processo complesso a cui tutti possono contribuire seppure in modo chiaro e leale. Una cosa è certa: con questi tira e molla non si va da nessuna parte.

Putin al termine del colloquio con Orban ha dichiarato: «Noi non vogliamo una tregua, servirebbe solo a far arrivare altre armi al regime di Kiev, ma solo una fine completa del conflitto, che potrà avvenire solo «secondo le linee da noi indicate e cioè il ritiro totale delle forze armate ucraine dalle regioni rivendicate da Mosca nell’Est dell’Ucraina».

«L’appeasement non fermerà Putin – avverte la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen su X – solo l’unità e la determinazione apriranno la strada ad una pace complessiva, giusta e duratura in Ucraina».

Due posizioni rigidissime, che, a prescindere dalle cause del conflitto e dalle colpe delle parti direttamente e indirettamente guerra, puntano alla pace, la pace dei sepolcri. Di questo passo, alla fine, dell’Ucraina non resterà che un cumulo di macerie, un nudo territorio su cui esercitare un’influenza strategica dal punto di vista geopolitico e soprattutto economico.

In mezzo ci stanno il penoso e inconcludente protagonismo di Orban nonché il penoso accattonaggio di Zelensky. Gli Usa stano giocando elettoralmente sulla pelle degli ucraini, la Ue sta esercitando un insulso perbenismo di facciata. La diplomazia non esiste, la politica invece pure. La posizione italiana fa letteralmente “sbudellare dal ridere”.

Non si alza nessuna voce (solo quella di papa Francesco) che possa sbloccare la situazione ed avviare una seria e credibile trattativa.  Orban è un figlio di buona donna, ma gli altri, a livello europeo e mondiale, non sono molto meglio di lui. Sullo sfondo si staglia la figura di Donald Trump: considerato che le volontà di pace non esistono, è destinato a giganteggiare e a galleggiare disinvoltamente su un mare di cadaveri. Non è un caso che Putin abbia già dato qualche segnale di disponibilità nei confronti di Trump dopo l’affondo polemico rivolto a Zelensky (le borse di soldi portate a casa dopo i suoi continui viaggi negli Usa) durante il confronto elettorale con Biden.

In cauda venenum: Victor Orban non è amico di Giorgia Meloni? Donald Trump non ha una certa assonanza politica con Giorgia Meloni? La Ue dopo le recenti elezioni non doveva essere a guida Meloni? Viva l’Italia! L’Italia del valzer!