Il deserto dei barbari

Un “Lighthouse Report” realizzato da un pool di grandi quotidiani europei e nord-americani (Desert Dumps: Discariche nel deserto) con un’inchiesta durata un anno, ha documentato che in tre Paesi africani (Marocco, Mauritania e Tunisia) rifugiati e lavoratori africani sono catturati sulla base unicamente del colore della pelle, caricati su autobus e scaricati «nel mezzo di nulla», spesso in aree desertiche. Qui sono abbandonati senza assistenza, acqua o cibo, esposti al rischio di imprigionamenti, estorsioni, torture, violenza sessuale. Altri, portati nelle aree di confine, sarebbero venduti dalle autorità a bande che li imprigionano e torturano per ottenere un riscatto. Tutto questo avviene, secondo il rapporto, grazie a denaro, veicoli, equipaggiamenti, informazioni e forze di sicurezza fornite dall’Ue e dai governi europei.

Nel caso tunisino sono stati verificati tredici incidenti occorsi tra luglio 2023 e maggio 2024, in cui gruppi di africani sono stati rastrellati nelle città o nei porti e condotti a molti chilometri di distanza, di solito vicino ai confini con Libia o Algeria, e scaricati lì. In un altro caso un gruppo è stato consegnato alle autorità libiche e incarcerato in un centro di detenzione.
Come se non bastasse, nel caso marocchino è stato filmato un gruppo di agenti di polizia spagnoli che entrava regolarmente in un centro di detenzione per migranti. Il rapporto afferma che l’Ue «è ben consapevole delle operazioni di scaricamento e a volte direttamente coinvolta».

Ecco che cosa c’è dietro la diminuzione degli sbarchi: una cinica delega ad altri governi perché si accollino il lavoro sporco di contenere i transiti e un drammatico costo in termini di sofferenze e vite umane perdute. (dal quotidiano “Avvenire” – Maurizio Ambrosini)

La quadratura del cerchio degli equilibri politici europei avviene sulla pelle degli africani: è il moderno colonialismo operato con l’aiuto dei tanto vezzeggiati governi collaborazionisti, che si prestano a fare il gioco sporco in cambio degli aiuti forniti dai governi europei.

Ci sono due capitoli su cui tutti i partner europei, gira e rigira, sono sostanzialmente d’accordo: la guerra e il respingimento dei migranti. I recenti risultati delle elezioni hanno spostato qualche equilibrio verso destra ed è tutto dire, ma non hanno scalfito la corazza di omertà verso il bellicismo imperante, d’insensata corsa agli armamenti giustificata farisaicamente dal dramma ucraino, di macabri balletti filo-israeliani e di autentiche operazioni di pulizia migratoria date in appalto a compiacenti e delinquenziali regimi africani.

Cosa volete che cambi se a capo della commissione europea resterà la sorridente Ursula o andrà qualcun altro appena più serio? Cosa volete che facciano i patrioti se non difendere l’integrità della razza europea? Cosa volete che sia l’aver scongiurato il pericolo neo-fascista in Francia quando il fascismo sta sostanzialmente alla base delle scelte politiche condivise a livello internazionale: guerra e discriminazione non ne sono forse le drammatiche alfa e omega?

Cosa volete che me ne importi se commissario europeo in rappresentanza dell’Italia sarà Raffaele Fitto o altro più (in)degno di lui? Non ricorderò mai abbastanza quando mia sorella andò, in rappresentanza del movimento femminile della Democrazia Cristiana, in visita alle istituzioni europee: tornò a casa estremamente delusa e, col suo solito atteggiamento tranchant, disse fuori dai denti: “Sono tutti dei mezzi fascisti!”. Voleva dire che non credevano in un’Europa aperta, solidale, progressista e partecipata, ma erano chiusi in una concezione conservatrice se non addirittura reazionaria. Forse da allora la situazione è addirittura peggiorata.

Pensate che in materia bellica l’unico personaggio europeo che va in giro per il mondo a sparlare di pace è Victor Orban: questo assurdo leader sparge a piene mani una vomitevole vignetta di Giorgio La Pira. Paradossalmente, visto che nessuno imita La Pira sul serio, bisogna accontentarsi di chi ne fa la grottesca caricatura.

Pensate che in fin dei conti in materia migratoria la politica dominante è quella di Matteo Salvini: i respingimenti! È lui che ci rappresenta. È lui l’impresentabile cane sganciato contro i migranti, ma poi arrivano i presentabili, che fanno gli accordi barbari con il potere africano: forse sotto sotto c’è solo l’interesse ad impadronirsi delle fonti energetiche sporche: più sporche di così…

Non invidio Marco Tarquinio.  Cosa potrà fare a Strasburgo? Dovrebbe dotarsi di uno spandiletame con cui inondare il Parlamento europeo, sperando che la puzza arrivi fino alle persone che vorrebbero provare a costruire un mondo migliore, dove si cerchi un dignitoso posto per tutti lontano dai deserti delle anime e dei corpi.