Armiere, armaiolo, cadaveri belli

Quali sarebbero le armi difensive inviate all’Ucraina? I missili sono armi difensive? Io sono contrario all’invio di ogni tipo di arma perché, dal mio punto di vista, un missile non è un’arma difensiva». Così il vicesegretario della Lega, Andrea Crippa commenta quanto detto dalla premier Giorgia Meloni a margine del vertice Nato. «Io sono contro l’invio di ogni tipo di armi all’Ucraina perché sono favorevole a un processo negoziale che deve avere come unico scopo la pace – aggiunge Crippa – Finché inviamo armi è chiaro che alimentiamo guerre e finché alimentiamo guerre contribuiamo alla morte di persone sia della Russia sia dell’Ucraina».

La premier, a margine del vertice, si era detta “soddisfatta” del summit, e in particolare dell’inviato speciale per il fianco sud dell’Alleanza, che l’Italia aveva sollecitato e per il quale «intende presentare la sua candidatura», discussa anche con Joe Biden. La bacchettata al leader della Lega è arrivata quando ha risposto sull’opportunità di togliere i limiti all’uso delle armi occidentali a Kiev per colpire in Russia. «Noi in Ucraina ci siamo concentrati sui sistemi di difesa aerea, che è il modo migliore per difendere una nazione aggredita. Lo dico anche a chi da varie parti dice che se si continuano a inviare armi all’Ucraina si alimenta la guerra (come ha detto anche Salvini, ndr)». Secondo la premier «dipende da cosa si invia», perché «se l’Italia non avesse mandato i sistemi che sono fiera di aver mandato, non è che quei missili non sarebbero partiti lo stesso. Semplicemente avrebbero colpito più gente». E l’ultimo raid di Mosca contro l’ospedale oncologico di Kiev per la premier sarebbe la prova principale del fatto che Vladimir Putin condisca la sua propaganda solo di menzogne. Quindi, sì all’invio di missili in aiuto a Kiev per Meloni che, nella sua affermazione ha, di fatto, fatto riferimento alla Lega e a Salvini. Lega che, a stretto giro di posta, ha nuovamente risposto alla premier.

La premier ha poi negato che Salvini sia un problema politico per la sua posizione sul conflitto rivendicando in qualche modo di aver garantito la linea: «La maggioranza è sempre stata molto compatta su questa materia, lo dimostra una linea italiana che è chiarissima in tutto il mondo… il governo ha rispettato il suo programma e i suoi impegni con una solidità che mi corre l’obbligo di ricordare non abbiamo visto in tutte le maggioranze che ci hanno preceduto e che non vediamo attualmente neanche nell’opposizione». (dal quotidiano “La stampa” – Ilario Lombardo)

Mi vergogno un po’, ma, se devo essere sincero, sono perfettamente d’accordo con Crippa e con Salvini sul tema delle armi all’Ucraina. I miei detrattori si precipiteranno a dire che, come sempre, gli estremi si toccano. E chi però può pregiudizialmente negare che gli estremi possano avere qualche ragione?

Il problema, checché ne dica, Giorgia Meloni ce l’ha in casa centro-destra; per quanto mi riguarda, io il problema ce l’ho con la sinistra, che non osa distinguersi su questo colossale problema. Chi mi legge, più o meno abitualmente e chi mi conosce, più o meno approfonditamente, sa come la penso: di armi non ne voglio sapere, né di offesa né di difesa, e mi fa sorridere chi si esercita in queste sottigliezze.

Finché si continuerà a fabbricare armi, a venderle a fornirle agli alleati, non si potrà fare a meno di usarle e finché si useranno non si potrà fare alcun passo avanti sulla via della coesistenza pacifica. Prima di tutto viene questo radicalismo etico-culturale, poi può venire il pragmatismo della diplomazia: le due tappe non si possono scambiare temporalmente.

La posizione del governo italiano, seppure adottata in buona e larga compagnia, è anti-costituzionale: il resto è fuffa bellicista. Per me esiste una tripla vergogna in ordine al governo di destra. Innanzitutto non ammetto e non sopporto la piaga-gara del neofascismo impressa nelle carni degli attuali partiti di maggioranza.

Al riguardo mi sovviene una storiella di un padre e del figlio piccolo, che facevano la gara alla pernacchia più rumorosa: finì che il bambino se la fece addosso a forza di spingere. Mi sembra la gara tra Meloni e Salvini. C’è però anche Tajani che non può fare a meno di pestare le cacche degli alleati, salvo pulirsi continuamente e penosamente le scarpe, senza peraltro riuscirci tanto è il fetore e la sporcizia che proviene dagli alleati.

In secondo luogo non accetto che la inopinata legittimazione internazionale di questa destra passi proprio attraverso la logica bellica, che connota i rapporti a livello Ue, Nato e chi più ne ha più ne metta. È una contraddizione in termini…

In terzo luogo mi vergogno che la sinistra e la gente non reagiscano a questo tremendo andazzo e non si distinguano nemmeno un pochettino se non facendo finta di essere diversi, salvo rientrare immediatamente nei ranghi.

So benissimo che non basta vergognarsi, ma cosa posso fare di più? Accetto consigli, suggerimenti e proposte. Grazie!