In questi ultimi giorni di campagna elettorale mi sono posto seriamente il problema se e chi votare per il Parlamento europeo. Sono arrivato a queste tre interlocutorie soluzioni.
Volendo dare a tutti i costi un voto che abbia un minimo di incidenza politica a livello europeo bisognerebbe votare il Partito democratico, vale a dire il partito socialista, sperando in una maggioranza di centro-sinistra che valorizzi e rilanci il Parlamento europeo e che porti avanti qualche idea di sinistra: sperànsa di mälvestì ca fâga un bón invèron.
Volendo dare un voto ideale che abbia un minimo di riscontro a livello di pace, ecologia, lotta alle povertà, accoglienza agli immigrati, etc. bisognerebbe votare la lista di Santoro, “Pace terra dignità”, che nella nostra circoscrizione ha come capo Raniero La Valle, fulgida figura di cattolico democratico con una storia alle spalle ricca di importanti testimonianze e contenuti: voto che rischierebbe però di essere sprecato dal momento che questa lista ha pochissime probabilità di superare lo sbarramento del 4% e comunque di contare qualcosa a Strasburgo.
Volendo essere coerenti nel giudizio negativo verso la politica a tutti i livelli e in tutte le sedi ci si dovrebbe astenere: mia sorella affermava che in Europa sono tutti fascisti e io aggiungo che sono tutti uguali, allineati e coperti sotto l’ombrello della Nato, incapaci di puntare ad una vera Europa Unita, chiusi in visioni egoiste, nazionaliste e belliciste.
Ad un certo punto della riflessione mi sono chiesto il perché della tanta eventuale fatica nel votare per il Partito democratico, pensando alla mia trentennale militanza nelle file della Democrazia Cristiana e facendo quindi un’analisi comparata tra queste due forze politiche. Devo purtroppo osservare come il PD abbia in un certo senso tutti i difetti della DC senza averne gran parte dei pregi. Se devo ammettere che il Partito democratico non ha al suo interno le punte di pessima politica presenti nella Democrazia Cristiana, devo altresì rilevare come non abbia gli slanci ideali e valoriali di cui la balena bianca era portatrice almeno in alcune sue componenti interne, quelle della sinistra a cui facevo riferimento.
Faccio un esempio, prendendolo dalla più grave emergenza caratteristica della nostra epoca storica: la pace con tutto quel che significa. Ebbene nella DC si aveva il coraggio di elaborare il discorso del “neoatlantismo”, vale a dire di una presenza costruttivamente critica all’interno della Nato; oggi il PD è miseramente e acriticamente appiattito sulla non politica occidentale e non riesce ad elaborare uno straccio di strategia alternativa al bellicismo imperante. In esso non conta nulla la tradizione politico-culturale del cattolicesimo democratico e non si recupera nulla dell’apporto valoriale proveniente dal popolarismo cattolico. La presenza nelle liste PD di Marco Tarquinio e Lucia Annunziata, pur con tutto il rispetto, credo che faccia più o meno il rumore di una noce in un sacco. Il pur positivo pluralismo non può infatti essere “sbrigato” in modo episodico e contingente.
Ecco in estrema sintesi il motivo per cui non riuscirò, salvo ripensamenti dell’ultimo minuto, a votare per il PD.
In un lontano passato ebbi il coraggio di votare Rifondazione Comunista/Democrazia Proletaria proprio in una consultazione elettorale europea: era candidato l’ex missionario saveriano Eugenio Melandri e valeva la pena scommettere sulla sua capacità di smuovere le acque del pantano europeo. Per analogia dovrei optare per Raniero La Valle votando la lista “Pace Terra Dignità”, ma temo che, pur con tutta la stima e la considerazione che nutro per lui e per Michele Santoro, la politica non si possa improvvisare con iniziativa belle ma un tantino velleitarie. Forse sono invecchiato anche se è ancor più invecchiata la politica.
Due parole sull’astensionismo: oggi come oggi non lo considero più un atto di irresponsabilità, ma una dolorosa scelta provocatoria. Non votare è certamente un affronto a chi ha speso la vita per conquistare questo diritto, uno sfregio a chi ha creduto nell’Europa quale strada di pace e progresso, una presuntuosa sottovalutazione della partecipazione democratica. Cercherò fino all’ultimo secondo di evitare questa opzione: non prometto di riuscirci, ce la metterò tutta, anche se…