Criminali di professione, statisti per passatempo

Ricordo come, poche ore prima del ritrovamento del cadavere del piccolo Tommy (vicenda parmense sconvolgente di alcuni anni fa), avessi razionalmente temuto il peggio da un rapimento che si intuiva fosse stato eseguito da delinquenti dilettanti allo sbaraglio: finire nelle mani di soggetti, intenzionalmente “capaci di tutto”, ma operativamente “buoni a nulla” anche nel male, è il massimo del rischio che potesse capitare a Tommy. Fui facile ed involontario profeta: resto convinto che questo misfatto sia stato frutto di improvvisazione e miraggio e l’epilogo, irrimediabilmente ed immediatamente tragico, sia dovuto al terrorizzato sbocco di una follia delinquenziale premeditata, ma, non per questo, meno insensata.

Portiamo questo episodio dal particolare al generale, da Parma al mondo, da un rapimento alla guerra. Siamo in presenza di un assetto internazionale in cui i protagonisti sono spesso criminali professionisti, ma politici/statisti (?) a livello dilettantesco. Mi riferisco a Vladimir Putin e al suo strano competitor Prigozhin, capo della milizia mercenaria Wagner. Siamo tutti attenti a capire come finirà il duello tra questi due macellai, che purtroppo non finirà nelle loro botteghe, ma si allarga anche alle nostre.

Criminali li sono, non c’è alcun dubbio, ma dallo scontro fra due criminali difficilmente potrà venire qualcosa di buono: sono oltre tutto dei pessimi politici, Putin si è infilato in un tunnel bellico da cui non riesce ad uscire, Prigozhin ha messo in moto un colpo di stato (?) che si è squagliato come neve al sole. In mezzo migliaia di morti, lutti e rovine, conseguenze devastanti in tutto il mondo, non solo in Ucraina. Come ha giustamente commentato Alberto Negri del “Manifesto”, due Putin non possono coesistere, quindi…

Come finirà questa improvvisa e imprevedibile vicenda dei mercenari che si montano la testa è difficile da immaginare, non si riesce nemmeno a capire quali ripercussioni potrà avere sulla Russia, sul potere di Putin, sulla guerra con l’Ucraina e sugli equilibri internazionali. Una cosa è certa: solo Dio sa trarre il bene dal male e quindi non rimane che confidare in lui.

A noi resta soltanto la verifica dei disastri che combinano le guerre: guerra chiama guerra, violenza chiama violenza, Putin chiama Prigozhin e viceversa. Se nessuno ha il coraggio di mettere fine a questa spirale, in un modo o nell’atro periremo tutti. Per un attimo mi sono paradossalmente scoperto a fare il tifo per Prigozhin, poi mi sono detto: sperare che la guerra possa finire per opera di un feroce e sanguinario mercenario della guerra stessa, impegnato in tutto il mondo a sostenere le più atroci cause, è veramente una “cagata pazzesca”.