Mio padre ogni volta che sentiva notizie sullo scoppio di qualche focolaio di guerra reagiva auspicando una obiezione di coscienza totalizzante: «Mo s’ pól där ch’a gh’sia ancòrra quälchidón ch’a pärla äd fär dil guèri?».
Lo direbbe con rinnovato sarcasmo protestatario leggendo la incredibile notizia, che mi ha letteralmente gelato il sangue: “Ue. Altri 2 miliardi ai fabbricanti d’armi. «Fondi del Pnrr per produrre munizioni»”. Questo il titolo del quotidiano Avvenire davanti al quale ci sarebbe da stropicciarsi gli occhi, sperando che possa trattarsi di una fake news di pessimo gusto. Invece è la triste realtà sulla quale si registra un’insolita unanimità degli Stati appartenenti alla Unione europea. “Quand as trata ‘d fär dil guéri jen sémpor tùtt dacordi…” aggiungeva mio padre.
Con tutti i problemi che esistono sulla faccia della terra si sprecano risorse per aumentarli e incancrenirli. Papa Francesco ci ricorda provocatoriamente: “Con quanto si spende per le armi in un anno, si sconfiggerebbe la fame nel mondo”. Mio padre era in linea e la diceva alla sua maniera: «Coi sold chi buton via col guéri, as podriss där d’al polastor aj gat…».
Voglio proprio vedere cosa diranno i politici italiani di fronte a questa deriva guerrafondaia. Mi riprometto solennemente di non votare mai più per un partito che non trovi il coraggio di opporsi. Aspetto al varco Elly Schlein…sperando che opti (senza consulenze) per i colori dell’arcobaleno (simbolo di pace).
Può darsi che gli Stati, l’Italia in primis, si ritrovino incapaci di spendere bene i fondi messi a disposizione dalla Ue e allora magari pensino di ripiegare sulle munizioni: lì si va sul sicuro, c’è chi è pronto a produrle facendo grossi profitti e c’è chi è pronto ad utilizzarle facendo grossi massacri. Trasformiamo il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) in PNGD (Piano nazionale di Guerra e Distruzione).
Al già demenziale aumento delle spese militari al 2% del Pil aggiungiamo questa chicca delle munizioni prodotte coi fondi europei. Esprimo il mio disprezzo e ribrezzo per questo modo barbaro di governare. Chi si assume queste responsabilità non so come faccia a dormire la notte: se credente, ha la prospettiva di risponderne davanti a Dio, se non credente, quella di risponderne davanti alla storia.
Papa Francesco parla di terza guerra mondiale a pezzi, io mi permetto di parlare di una shoah coordinata e continuativa. E al diavolo chi mi parla di guerra giusta, di realpolitik, di equilibri basati sulle armi. “Si vis pacem, para bellum” (in latino: «se vuoi la pace, prepara la guerra») è una locuzione latina dello scrittore romano Vegezio. La stiamo rispettando scrupolosamente: stiamo infatti preparando e facendo la guerra, quanto a volere la pace…non prendiamoci in giro…