Nelle possenti braccia di Guido Crosetto

Fino a qualche tempo fa ritenevo Guido Crosetto il personaggio più intelligente di Fratelli d’Italia, una sorta di potenziale braccio destro di Giorgia Meloni. Mi ha stupito la sua collocazione governativa al Ministero della Difesa con tanto di conflitto di interesse sbrigativamente cancellato, mi stanno stupendo ancor più le sue estemporanee uscite: sembra il cane d’assalto che la premier lancia all’attacco dei nemici di turno e per appioppare ad altri le peggiori responsabilità.

È recentemente successo con Christine Lagarde, Presidente della Banca centrale europea, e la sua politica antinflattiva di innalzamento spropositato dei tassi di interesse, si sta ripetendo con la divisione Wagner, mercenari al soldo della Russia, che starebbe attuando, utilizzando il suo peso rilevante in alcuni paesi africani, una sorta di convogliamento di migranti verso l’Italia rea di essere impegnata a fianco di Kiev.

Non ho molta stima e considerazione per l’attuale presidente della Bce, temo che leghi l’asino monetario dove vuole il padrone politico: discorso vecchio messo fortunatamente a tacere da Mario Draghi nel periodo in cui ricoprì quell’incarico. Verrebbe spontaneo chiedere a Fratelli d’Italia perché tanta fretta nel mandare a casa Draghi per poi trovarsi col sedere scoperto di fronte alle spinte rigoriste nord-europee. Ma al di là di queste inspiegabili scelte politiche, resta l’impressione che Guido Crosetto intenda abbaiare ai confini tedeschi. Speriamo che non succeda come con le abbaiate della Nato ai confini russi, che cioè non si vada a muovere del freddo per il letto scatenando una guerra monetaria con la UE.

Non so nemmeno cosa sia la divisione Wagner, so che Vladimir Putin è uno dei più grandi delinquenti della storia e non mi stupirei che usasse anche questa vomitevole tattica per mettere in imbarazzo il nostro Paese, passato, peraltro in perfetto stile italiano, dall’amicizia all’ostilità nei confronti della Russia. Mi sembra tuttavia che anche questa mossa rientri nello scaricabarile meloniano. A qualcuno bisogna pur dare la colpa: piovono immigrati a più non posso, Russia ladra. Certo, se fosse vero, in tutto o anche solo in parte, che la Russia stia facendo questo gioco sporco contro l’Italia, bisognerebbe parlarne seriamente con i partner europei, con gli Usa e, perché no, anche con la Cina, prendendo le opportune iniziative persino a livello Onu. Se fosse vero sarebbe ancor più velleitaria la pretesa di risolvere il problema migratorio partendo dalla guerra all’ultima ruota del carro degli scafisti.

Sarò testardo, ma anche qui sento odore di manovra per distrarre l’attenzione interna ed internazionale dalle clamorose lacune del governo italiano in materia di immigrazione: si sta brancolando nel buio e tutti gli appigli sono buoni per evitare di cadere miseramente in una deriva politica ma anche (dis)umanitaria.

Resta una profonda delusione nei confronti di Guido Crosetto che si presta a svolgere questo ruolo per conto di Giorgia Meloni. Ricordiamo tutti quando la prese in braccio, presentandosi come suo estimatore/protettore. Pensavo di meglio. La prova governativa è, per qualsiasi politico, spietata rivelatrice dei suoi limiti. Anche Crosetto sta mettendo a nudo le sue scarse capacità camuffate con attacchi sconclusionati ed improvvisati contro amici e nemici.

Cosa ne penserà Silvio Berlusconi? Non mi stupirei che sbugiardasse Crosetto con un’altra difesa di Putin e dei suoi mercenari. Ognuno in fin dei conti ha le sue divisioni: forse, tutto sommato, quelle di Berlusconi erano più innocue anche se gli sono costate molto care. Prima o poi anche Putin pagherà. Il conto non glielo presenterà tanto Crosetto, ma la storia prima e il Padre Eterno poi.