Sangiuliano e Sanmichele alleati vs Parma

Il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano si è specializzato nella catalogazione politica degli artisti a destra e a sinistra. È partito in quarta con nientepopodimeno che Dante Alighieri: lo ha definito “il fondatore del pensiero di destra in Italia”.  “Quella visione dell’umano della persona la troviamo in Dante – ha aggiunto Sangiuliano – ma anche la sua costruzione politica credo siano profondamente di destra”.

Poi assieme ad altri colleghi di schieramento politico ha connesso tutti gli artisti (?) sanremesi col pensiero di sinistra. Volete mettere Dante Alighieri e la sua donna angelicata con Fedez, pseudonimo di Federico Leonardo Lucia, e i suoi baci demoniaci? Dante, che se ne intendeva, era di destra; Fedez che sa solo trasgredire è di sinistra.

Dante mi è molto caro anche se Sangiuliano ha tentato di rovinarmelo; di Fedez non me ne può fregar di meno, anche se me lo vogliono affibbiare come esponente della cultura di sinistra. Ci volevano Sangiuliano e la destra meloniana per riscrivere la storia dell’arte classica e contemporanea. Non saremo loro mai abbastanza riconoscenti.

Poi è arrivato anche Giuseppe Verdi e il ministro della cultura si sarà chiesto: e questo dove lo metto? Allora è partita la vicenda dell’acquisizione, tutela e valorizzazione di Villa Verdi, la casa museo del grande compositore, tramite fondi raggranellati con una serie di eventi musicali sparsi in tutta Italia. All’appello pubblico rivolto a fondazioni lirico sinfoniche e teatri il caso (?) ha voluto che la fondazione del teatro Regio di Parma, attualmente in mano ad un’amministrazione di sinistra, non rispondesse all’appello: ottima occasione per far presente che non solo Verdi aveva antipatia per Parma, ma che era anche un uomo di destra in quanto taccagno imprenditore agricolo, nazionalista spinto e liberale cavouriano anche se non troppo convinto. E allora cosa c’azzecca Giuseppe Verdi con Parma? Che i parmigiani si divertano con Fedez e lascino stare Verdi!

Ad un certo punto penso che il ministro si sia accorto di avere esagerato e allora si è accontentato di aver procurato una figuraccia all’amministrazione comunale di Parma, rendendosi comunque disponibile al bel gesto riparatore, cioè ad inserire in extremis una ulteriore data in calendario, coinvolgendo il Teatro Regio nella serie di eventi musicali verdiani. Si tratta di mie illazioni, lo ammetto. Possibile però che un ministro della cultura non abbia capito al volo che Parma avrebbe dovuto essere della partita a prescindere dalle adesioni burocratiche e dalle proposte formali? Parma col suo Teatro rischia di entrare solo dalla finestra forse per colpa dei gusti politici di Gennaro Sangiuliano e di Giuseppe Verdi? Ma anche per un altro motivo specularmente “gaffoso”, che vado di seguito ad esporre.

Michele Guerra si è fatto prendere in contropiede dal Ministero con l’esclusione del Teatro Regio da questo programma di concerti, accampando scuse che non stanno né in cielo né in terra. Avrebbe dato l’adesione oralmente a margine della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa ministeriale. Cosa ci voleva a formalizzarla e a tradurla in un progetto (la specialità della ditta Michele Guerra e c.). Come già detto, probabilmente al ministro Sangiuliano, squallido personaggio di questo altrettanto squallido governo, non sarà parso vero di tagliare fuori Parma amministrata dalla sinistra: un dialogo fra sordi che mal si adatta alla musica verdiana. A maggior ragione quindi bisognava essere accorti ed intraprendenti e venire giù, una buona volta, dalle nuvole.

Sono soddisfatto di non avere votato Guerra e forse mi rammarico di non aver votato Vignali (che al riguardo ha pubblicato un’ineccepibile presa di posizione). Intendiamoci bene, non è che il futuro di Parma dipenda da questi concerti: chi non ha un tetto continuerà a non averlo, chi in centro città avrà bisogni fisiologici impellenti continuerà a non saper dove sbattere la testa e qualcosa d’altro, chi si troverà in coda ai mezzi di raccolta dei rifiuti continuerà a bestemmiare (ho scelto tre problemini a caso…), ma farsi trovare in castagna fino a questo punto è ridicolo e grave. Sostanzialmente la cosa verrà rimediata, resta tuttavia una gaffe clamorosa di un sindaco che non riesce nemmeno a gestire la cultura (perde in casa…), limitandosi a chiacchiere progettuali fini a loro stesse. Un doppio pasticcio da cui Parma, almeno a livello d’immagine, esce con le ossa rotte.