Le scarpe penali e le ciabatte penose

Riforma Cartabia, il caso scarcerazioni: a Palermo salvi tre boss, nessuno denuncia. Erano accusati di sequestro e lesioni, i pubblici ministeri costretti a fare dietrofront. Il sottosegretario Delmastro: “Lavoriamo a una revisione dei reati per i quali è necessaria la querela”. Due giorni fa, il presidente del tribunale Antonio Balsamo aveva lanciato l’allarme dalle pagine di “Repubblica Palermo”: “La riforma Cartabia, che ha introdotto alcune importanti innovazioni come l’udienza filtro e il calendario del processo, prevede una cosa che mi preoccupa molto – aveva detto – ; d’ora in poi, per procedere su un sequestro di persona sarà necessaria una querela di parte. (La Repubblica)

Rapina semplice, lesioni e minacce: i buchi della riforma Cartabia. Per tre boss salta il processo. In pratica se un mafioso minaccia un cittadino o gli procura lesioni o la vittima presenta querela o il processo non viene neppure istruito. (La Stampa)

Non sono un giurista, non sono un giustizialista e nemmeno un garantista. Non parto quindi né da preconcetti ideologici né da competenze specifiche. Mi sto solo interrogando da semplice cittadino.

Se non erro la riforma della giustizia penale elaborata dal ministro Marta Cartabia aveva tra i suoi obiettivi quello posto dalla Ue per usufruire dei fondi previsti dal PNRR, vale a dire semplificare la giustizia penale ed accorciare i tempi dei processi in modo da rendere la giustizia più razionale ed efficiente. Niente da dire.

Possibile che un ministro con un pedigree di tutto rispetto (attività accademica ed incarichi istituzionali di altissimo livello) non si accorga di fare, come si suole dire, una scarpa e una ciabatta: lo “sgolfamento” delle procedure (scarpa) ottenuto a prezzo della concessione di autentici favori alla delinquenza (ciabatta)?

Incredibile, ma vero! Il discorso meriterebbe di essere approfondito dal punto di vista giuridico (tra depenalizzazione e obbligatorietà dell’azione penale) e politico-istituzionale (arrivare ad un sistema giudiziario che funzioni). Non ne ho le capacità. Sarebbe opportuno che l’ex ministro Cartabia battesse un colpo per chiarire meglio la portata della sua riforma e, se necessario, suggerisse qualche correttivo per migliorarla.

Un brutto colpo per il prestigio del governo Draghi, per la giustizia che, come la scuola, la burocrazia, la sanità, etc. etc., sembra irriformabile, per il nostro Paese messo dietro la lavagna e costretto a starci nonostante i tentativi di rifarsi una immagine spendibile.