La variante La Russa

Il 22 dicembre 1947, con 453 voti favorevoli e 62 contrari, dopo 170 sedute, l’Assemblea costituente approva la Costituzione repubblicana, che entrerà in vigore il 1° gennaio 1948.

Il 26 dicembre 1946 viene fondato il MSI, un partito che, viaggiando sul filo del rasoio della storia e della Costituzione, ha tenuto viva politicamente la nostalgia per il ventennio fascista.

Ebbene, a dimostrazione che l’Italia non ha ancora chiuso i conti col suo passato, le due date sono state paradossalmente e vergognosamente celebrate quasi in contemporanea.

A introdurre questo corpo estraneo (?) nel dibattito pubblico ci hanno pensato purtroppo due illustri rappresentanti delle Istituzioni: Ignazio La Russa, nientepopodimeno che presidente del Senato, seconda carica dello Stato (ricorda suo padre, «fra i fondatori del Movimento Sociale Italiano in Sicilia e che scelse il Msi per tutta la vita, la via della partecipazione libera e democratica in difesa delle sue idee rispettose della Costituzione italiana») e Isabella Rauti, senatrice e sottosegretaria alla Difesa («Onore ai fondatori ed ai militanti missini»). Nascondendosi dietro il ricordo dei loro padri, hanno lanciato, condito con la memoria famigliare e con la scusa di ricordare il MSI, un chiaro e lampante messaggio politico di una destra che non recide i fili col passato fascista, ma tende ad esibirli al disonore del mondo.

La cosa ha scatenato reazioni polemiche soprattutto da parte della comunità ebraica e del partito democratico. Il problema però sta a monte. La botte dà il vino che ha e quindi la questione riguarda la scelta della botte piena, che lascia intravvedere un’Italia ubriaca. Gli italiani il 25 settembre 2022 hanno sdoganato i neofascisti, mettendoli in condizione di governare il Paese. Questa è la triste realtà. È inutile scandalizzarsi a posteriori, la frittata storica è fatta e ce la dobbiamo ingoiare.

Certo che la destra poteva essere almeno più elegante, invece ha sbattuto in faccia a tutti il certificato di buona condotta neofascista ponendo un esponente di grido missino sull’alto scranno del Senato. Auguriamo lunga e pimpante vita al presidente Mattarella, anche perché, se dovesse avere seri impedimenti nello svolgimento delle sue funzioni, ci troveremmo, seppur provvisoriamente, ad avere come Capo dello Stato nonché rappresentante dell’unità nazionale un personaggio che fa una confusione tremenda fra il Movimento Sociale Italiano e la Costituzione Italiana.

Forse ancora più clamorosa la scelta di Isabella Rauti come componente del governo, anche perché figlia di un esponente missino assai chiacchierato a livello di trame nere. Non so quali deleghe le abbia concesso il ministro Crosetto, ma, dico la verità, avere una così orgogliosa neofascista alla Difesa mi preoccupa e mi inquieta.

I casi sono due: o gli italiani hanno, strada facendo, perso gli anticorpi contro il virus fascista e le sue moderne varianti oppure l’(inco)scienza politica ha sentenziato che questi virus non sono più attivi e pericolosi. Credo che entrambe le ipotesi siano plausibili e tali da normalizzare una situazione che normale non è affatto.

A questo punto ho il timore che diventino addirittura controproducenti le proteste, le richieste di dimissioni, le grida scandalizzate. Dobbiamo abituarci a convivere col virus: lo stiamo facendo in modo poco serio per il covid, lo dobbiamo fare obtorto collo anche per il virus neofascista, sperando che sia piuttosto innocuo (ho i miei seri dubbi al riguardo).