La classe non è acqua

Roma, 22 novembre 2022 – Dal Quotidiano Nazionale – Conferenza stampa sulla manovra 2023   con coda polemica. La premier Giorgia Meloni ingaggia un botta e risposta con i giornalisti al momento delle domande. Prima sui tempi di approvazione della legge di bilancio. “Io più di fare la legge di bilancio in 30 giorni non potevo fare. Il precedente governo la fece il 20 novembre e stava lì da febbraio, non da settembre come noi, ribatte. Abbiamo fatto il nostro meglio per lasciare il tempo al Parlamento”.

Poi quando i cronisti protestano perché lei accenna ad andar via per un altro impegno istituzionale. “Non mi pare si possa dire che non siamo disponibili. Mi ricordo che in altre situazioni siete stati molto meno assertivi, disponibili – dichiara la presidente del Consiglio seccamente -. Mi dite di tagliare l’introduzione? Ma questa è una legge di Bilancio, penso che nessuno si aspetti che presentiamo una legge di Bilancio in 4 minuti. Siamo persone serie, le cose le voglio spiegare”.  

Di fronte alle rinnovate rimostranze dei ‘colleghi’ giornalisti, la presidente del Consiglio sbotta: “Ho il presidente di Confartigianato che sta aspettando me, gli spiegherò che altrimenti voi dite che non rispondo alle domande. Non mi pare siate stati così coraggiosi in altre situazioni. A cosa mi riferisco? Lo so io, lo so”.

La premier si sottopone dunque a un altro giro di domande e, immancabile, arriva quella sui rapporti con il presidente Emmanuel Macron. “La crisi diplomatica con la Francia sui migranti, visto che è dovuto intervenire anche il presidente della Repubblica, le ha insegnato magari ad avere un approccio meno propagandistico nei confronti dei Paesi partner dell’Italia a partire dai suoi alleati?”, chiede il cronista. “È una vita che voi volete insegnarmi qualcosa… però c’è modo e modo di fare le domande”, risponde a muso duro. Poi spiega: “No, non mi ha insegnato niente, perché credo di aver fatto il mio lavoro come sempre, difendendo gli interessi della nazione e non mi pare che, a differenza di quanto raccontato per molto tempo da chi mi insegna come deve funzionare il mondo, stia crollando qualcosa qui intorno”.

L’insofferenza verso i giornalisti non è comunque una prerogativa di Giorgia Meloni. Ritengo utile metterla a confronto con due illustrissimi suoi predecessori di parecchio tempo fa: Bettino Craxi e Aldo Moro. L’arte di reagire con stizza alle domande imbarazzanti era abbastanza in uso anche nella prima Repubblica, ma, come si suole dire, c’è modo e modo.

Partiamo con Craxi. Il quotidiano Paese Sera ai socialisti non perdonò gli abusi, e gli episodi di corruzione, sempre più frequenti sotto la gestione di Craxi. Craxi lo odiava. Quando Claudio Fracassi, in una trasmissione televisiva, disse che Paese Sera era un giornale libero e indipendente, Craxi rispose: “Bè, questo vallo a raccontare a tuo nonno”. Fracassi dimostrò allora che Paese Sera aveva uno stile: “Lei, onorevole Craxi – ribatté soavemente – è un maleducato”. 

Altro siparietto nel 1986 vide protagonisti un giornalista e l’On. Bettino Craxi: – “Si dice che i socialisti abbiano voluto autoaffondare il governo…”.  “Chi lo dice è un coglione.” – “Ma lo dice Altissimo…”  “Allora è un Altissimo coglione!”.

 

Vediamo Aldo Moro. Durante una conferenza stampa da Presidente del Consiglio – allora la serie di tribune elettorali culminava in quella riservata al capo del governo in carica – di fronte ad una domanda ripetitiva, con il suo inconfondibile e flemmatico stile, non degnò neppure di uno sguardo il giornalista pappagallo, si rivolse al moderatore e laconicamente disse: «Ho già risposto…». Con quella scarna battuta aveva indirettamente rivolto ai suoi colleghi un pressante invito alla sostanza della politica (lui che sapeva fare discorsi di ore, era capace di non sprecare neanche un minuto sulle oziose polemichette da quattro soldi) ed una lezione di etica professionale ai giornalisti chiacchieroni e disattenti. Se non ricordo male il giornalista in questione naturalmente non si accontentò e prosegui in una polemica ideologica che avrebbe richiesto chilometriche risposte. Moro la fece corta e aggiunse: “Sono talmente pesanti le sue accuse che, se lei è convinto di quel che dice, non vale la pena che io la contraddica: giudicheranno gli elettori…”.

 

Che dire? Giorgia Meloni non ha la stoffa arrogante e presuntuosa di un Craxi e tanto meno la sobrietà e la calma di Aldo Moro. Sono cambiati i tempi? Sì, ma soprattutto è diminuito il livello dei politici e dei governanti. Si può essere intransigenti con classe e si può essere altezzosi in punta di forchetta. Non è il caso di Giorgia Meloni!