Il pronto ostacolo

“Nella sala d’aspetto del pronto soccorso non c’è posto. E così una mamma ha fatto quello che poteva: ha preso il figlio in braccio, l’ha coperto con quello che aveva e si è seduta nel “garage” dove si fermano le ambulanze. In attesa, al freddo, di un aiuto. È successo all’ospedale Santa Maria Regina degli Angeli ad Adria, in provincia di Rovigo. La foto denuncia, che ritrae la donna con il suo piccolo in braccio avvolto in una coperta, ha subito fatto il giro del web. 

Come racconta Il Gazzettino, il “garage” delle ambulanze è stato trasformato in una sala d’attesa per l’esecuzione dei tamponi anti Covid. A riscaldare solo un generatore di calore. «Non è nel mio carattere lamentarmi ed esporre certi problemi sui social – ha denunciato il marito della donna, Alessio Marangon, postando la foto-denuncia su Facebook –, ma questa non potevo non pubblicarla. Questa è l’accettazione del pronto soccorso di Adria». 

«Ma dove stiamo andando a finire?», si interroga un utente nei commenti al post. La vicenda, purtroppo, per i cittadini non è una novità. «Successo anche a noi purtroppo, sia con mio figlio piccolo e sia da sola… – scrive un altro utente -.  Addirittura una volta ci hanno fatto il tampone sulla porta senza neanche farci entrare». Un altro aggiunge: «Il pronto soccorso di Rovigo è peggio».

Una situazione a cui l’amministrazione comunale risponde annunciando di aver «avuto assicurazione dal direttore di Ulss5 Patrizia Simionato che l’organizzazione dell’accettazione del pronto di soccorso di Adria verrà prontamente risolta per dare la giusta accoglienza alle persone che necessitano», ha comunicato il sindaco Omar Barbierato”. Dal quotidiano La stampa del 17 dicembre 2022)

Due amare riflessioni. Siamo in Veneto, nel Nord-Italia dell’efficientismo e della buona amministrazione pubblica. Ma fatemi il piacere… Nella sanità esistono voragini di inadeguatezza rispetto ai bisogni dei cittadini. I padreterni governatori regionali scendano dall’Olimpo in cui si sono collocati, facciano un bagno di umiltà e mettano mano alle cose essenziali. Vale per i governatori di destra, sinistra e centro, del nord, del sud e del centro. Nell’immaginario individuale e collettivo ricorrere al pronto soccorso è diventato un dramma: proprio nel momento in cui una persona avrebbe più bisogno di essere accolta, ascoltata e curata, viene trattata come un cane. Non so se sia per mancanza di strutture, di personale, di organizzazione dei servizi. So che è uno schifo!

Ci siamo riempiti la bocca di lotta al Covid. Ma quale lotta, se per l’esecuzione di un tampone ci si comporta così.  Dopo tre anni dall’inizio della pandemia non siamo ancora riusciti ad organizzare una seria modalità per l’esecuzione dei tamponi. Se il buon giorno si vede dal mattino…E smettiamola di pontificare, facciamo concretamente le cose possibili e mettiamo seriamente in cantiere quelle attualmente impossibili. Le regioni chiedono a gran voce ulteriore autonomia. Se la usano come si evince dal suddetto episodio di malasanità, non certo isolato nel tempo e nello spazio, sarà meglio pensarci due volte. E non mi si dica che il decentramento è proprio il modo per essere più vicini ai bisogni della gente. Dovrebbe in teoria essere così, ma dopo cinquant’anni dall’entrata in funzione delle Regioni, sono non solo scettico, ma addirittura centralista.