Briciole di finta umanità

“Un toc ‘d pan e ‘na bastonäda”: era la mirabile sintesi che una donna faceva in negativo del comportamento dei suoi parenti, i quali l’avevano soccorsa (?) nei momenti difficili della sua vita. Questa cinica filosofia dell’aiuto si attaglia perfettamente al comportamento teorizzato dall’attuale ministro Piantedosi, adottato per far fronte alla situazione dei migranti parcheggiati sulle navi in attesa che termini il vergognoso scaricabarile.

La situazione di Catania “la stiamo seguendo caso per caso, ci stiamo comportando con umanità ma anche con fermezza sui nostri principi”. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a margine della presentazione del calendario dei Vigili del fuoco a Roma sui migranti respinge le accuse della sinistra e ribadisce la linea degli “sbarchi selettivi”.  Umanità e fermezza, “in tal senso programmeremo le nostre azioni, stiamo lavorando sia su tavoli europei che su tavoli nazionali. Il pugno duro delle ONG? Vediamo cosa succederà nelle prossime ore” afferma il capo del Viminale.

 “Stiamo accogliendo anche le altre navi che arrivano, non credo che abbiamo fatto mancare a nessuno l’assistenza umanitaria che credo sia stata diffusamente e internazionalmente apprezzata”, ha aggiunto Piantedosi.

 Ci sono altre due navi in avvicinamento? “Non ci hanno chiesto ancora niente. Quando entreranno, faremo le valutazioni caso per caso”, ha detto Piantedosi al Teatro Argentina di Roma, a margine della presentazione del calendario istituzionale dei Vigili del Fuoco. “Non credo che abbiamo fatto mancare a nessuno l’assistenza umanitaria”. Se verranno fatte scendere le persone con disagio psicologico? “Ci sono degli organismi competenti che fanno questo tipo di valutazione”, prosegue il titolare del Viminale. Queste persone “sono costantemente sotto monitoraggio delle Autorità competenti territoriali”, assicura. (Il tempo.it)

Ci vuole una bella faccia tosta per fare simili dichiarazioni! Si tratta di briciole di umanità, consistenti nel prestare soccorso solo a chi rischia di morire, tanto per salvare la faccia, accompagnate da bastonate programmatiche, che rivelano il vero volto di un governo che sta lisciando il pelo al suo scriteriato elettorato.

In cosa consisterebbe la fermezza? Nell’aprire sulla pelle dei migranti un braccio di ferro con la UE. Anziché, dopo avere seriamente salvato il salvabile, aprire un dialogo costruttivo per smuoverla da un atteggiamento omertoso, si tende a criminalizzarla, sfruttando il fatto che da troppo tempo effettivamente su questo enorme problema fa il pesce in barile (salvo strizzare paradossalmente l’occhio a chi non vuol sentir parlare di redistribuzione dei migranti).

L’altro corno della fermezza riguarda l’annoso ed inaccettabile sputtanamento delle ONG, che hanno l’ardire di salvare vite umane per sbatterle sotto il naso dei governanti di turno, ipotizzando addirittura criminali legami tra organizzazioni non governative e scafisti.

Ci sono due facce fascisteggianti del governo Meloni: quella impresentabile e nostalgica dei raduni mussoliniani e quella dell’ordine pubblico garantito dai forti a spese dei deboli. Di fronte alla prima gli italiani alzano le spalle, davanti alla seconda applaudono. Non tutti gli italiani, d’accordo, ma sono comunque troppi. Ha ragione da vendere lo scrittore Antonio Scurati quando sostiene che il popolo italiano non ha saputo fare i conti col proprio passato per rimuoverlo veramente, convintamente e definitivamente.