Io cretino pacifista, loro furbi guerrafondai

“È il 221° giorno di guerra in Ucraina e la durezza del conflitto, se possibile cresce. Mentre Il primo ministro russo, Mikhail Mishustin, ha firmato un decreto che impedisce ai «Paesi ostili» di usare il territorio della Federazione per il trasporto stradale, il presidente ucraino Zelensky ha lanciato un monito ai russi nel suo video-intervento serale: «Finché non risolvete il problema con Putin sarete uccisi uno per uno, facendo da capri espiatori».  Sono terribili le notizie sulle vittime. L’Unicef ha denunciato una strage nella regione di  Kharkiv, fra i 26 morti ci sono 13 bambini e una donna incinta. Sul fronte opposto ha suscitato sgomento il suicidio del rapper Ivan Petunin, in arte Walkie, in cui ha annunciato sul suo canale Telegram il suicidio: «Non sono pronto a uccidere. Non posso prendere sulla mia anima il peccato di omicidio e non voglio. Non sono disposto a uccidere per alcun ideale»” (dal quotidiano Avvenire).

La guerra ha fatto da sfondo meramente scenografico alla campagna elettorale e lo sta facendo anche nello squallido dibattito post-elettorale. Della serie “ricordiamoci che c’è anche la guerra e dobbiamo tenerne conto”. Il tutto con un distacco ed un cinismo impressionanti. Se poi ci si addentra nell’argomento non si riesce ad andare oltre il manicheismo bellicista. Il pezzo di cui sopra dimostra che la spirale violenta non porta da nessuna parte, anzi coinvolge l’aggredito in un clima di minacciosa vendetta che inasprisce ancor più la situazione.

Se è vero, come ha recentemente detto l’ingegner Carlo De Benedetti, che a Putin, per quel che ha fatto e sta facendo in Ucraina, non si potevano e non si possono mandare mazzi di rose rosse, è altrettanto vero che continuando a mandare bombe e armi sempre più sofisticate non si risolve un bel niente. O si ha il coraggio di fermarsi un attimo a ragionare e dialogare o si rimane prigionieri dello schema infinito della guerra sempre più mondiale.

Nella conferenza stampa tenuta durante il viaggio di ritorno dal Kazakistan, papa Francesco ha affermato che per l’Ucraina occorre lasciare spazio al dialogo anche se mandare armi può essere moralmente accettato purché non lo si faccia per produrre e vendere. Difendersi è lecito, ma bisogna dialogare. Riporto di seguito il botta e risposta.

“Lei ha detto che «non possiamo mai giustificare la violenza», ma tutto quello che sta succedendo in Ucraina è pura violenza, morte e distruzione. In Polonia abbiamo la guerra alle porte, due milioni di profughi. Secondo lei c’è una linea oltre la quale non si potrà dire siamo aperti al dialogo con Mosca, perché tanti hanno delle difficoltà a capire questa disponibilità con Mosca…

Credo sia sempre difficile capire il dialogo con gli Stati che hanno cominciato la guerra. È difficile ma non dobbiamo scartarlo, dare l’opportunità di dialogo a tutti, a tutti. Perché sempre c’è la possibilità che con il dialogo si possano cambiare le cose, anche offrire un altro punto di vista, un altro punto di considerazione. Non si deve escludere il dialogo con qualunque potenza che sia in guerra e che sia l’aggressore. A volte puzza, ma si deve fare. Sempre un passo avanti e mano tesa, sempre. Perché altrimenti chiudiamo l’unica porta ragionevole per la pace. A volte non accettano il dialogo. Peccato! Ma il dialogo va sempre fatto, almeno offerto e questo fa bene”.

L’unica voce sensata prima che profetica è la sua. Noi paradossalmente stiamo facendo finta di esaminare la destra che sta andando al potere in Italia sulla base del criterio bellicista: va bene anche Giorgia Meloni purché sia favorevole alla guerra e si allinei pedissequamente allo schieramento occidentale. Io sarei portato a capovolgere il discorso, chiedendole, da sinistra, di battere un colpo a favore della pace.

Invece purtroppo c’è in atto una gara a chi è più bellicista e mi scandalizza il fatto che la sinistra voglia vincere questa gara politica sulla pelle di migliaia di morti. Forse sto esagerando, ma non trovo nel panorama politico personaggi che cavalchino la pace, se non en passant e con scarsa convinzione e magari con gravi contraddizioni.  Vai a capire dove stanno la destra e la sinistra… Purtroppo stanno entrambe dalla parte della guerra. Io sarò un “cretino pacifista”, ma consentitemi di definire lor signori “furbi guerrafondai”.