Il governo calzolaio

Ho l’impressione che il governo Meloni voglia tenere i piedi in troppe paia di scarpe. Infatti dopo averli messi brutalmente nel piatto della Costituzione, li sta infilando nei vecchi stivali identitari, nelle pantofole opportunistiche della realpolitik europea e mondiale, per finire nelle scarpette da ballo del liberismo.

La quasi liberalizzazione del denaro contante, i condoni fiscali, l’appiattimento delle tasse, i condoni post-pandemici sono esempi emblematici di una deriva pseudo-liberista che potrebbe investire la nostra società. Intendiamoci bene, non sono misure gravi in se stesse, ma sono sintomi della mentalità che potrebbe caratterizzare la futura azione di governo. Pagato il conto con l’identità storica della destra, tranquillizzate le acque internazionali, tacitate a suon di sottosegretariati le pretese berlusconiane, è ora il turno di Salvini, che vuol cominciare a incassare qualche specchietto da distribuire alle sue allodole in fuga.

Sono convinto che l’anomalia italiana consista prevalentemente in tre gravissime pecche: l’evasione fiscale, la mafia e la burocrazia. Facendo leva sull’illusione che rimuovendo qualche fastidiosa regola ci si possa liberare dalla opprimente cappa burocratica, si finisce col favorire lo status quo dell’evasione fiscale e col dare finanche qualche contentino al riciclaggio mafioso.

Devo essere sincero: non ho affatto condiviso la forzatura degli obblighi vaccinali che sono stati solo un paravento per coprire le inadeguatezze e inefficienze del sistema sanitario. Di qui a insolentire chi ha rispettato tali obblighi, assolvendo con un colpo di spugna coloro che, più o meno seriamente, li hanno evitati, il passo è molto lungo: la solita menata all’italiana.

Che il sistema fiscale non funzioni, con la sua pletora di inutili obblighi e con il conseguente accanimento sui malcapitati pseudo-evasori, è una triste verità. Di qui a fornire ulteriori scappatoie ai furbi, furbini e furbetti ci passa una bella differenza.

Lungi da me pretendere che il governo di Giorgia Meloni possa risolvere in un baleno gli annosi mali del nostro sistema. Basti dire che la mafia ha da sempre trovato sponde formidabili negli interessi degli Stati Uniti, che la burocrazia comanda a bacchetta da secoli la politica, che l’evasione fiscale trova terreno facile nella pletora delle regole vigenti e nell’opaco sistema di controlli.  Voler dare l’impressione di un forte impegno a suon di condoni e robaccia del genere è comunque un vero e proprio inganno verso i cittadini, i quali, da parte loro, ce la stanno mettendo tutta per farsi ingannare.

L’attuale governo sta tentando di trovare una sua problematica fisionomia: nel solco costituzionale non può obiettivamente inserirsi con un minimo di credibilità; per quanto concerne l’europeismo può solo contare sul fatto che è in atto una gara a chi ci crede meno e quindi…; l’atlantismo  sta mostrando crepe e difetti a non finire  e sta in piedi solo per triste necessità e non certo per buoni motivi, ragion per cui c’è posto anche per Giorgia Meloni; dietro il liberismo ci sta tutto e il suo contrario, ci può stare la sinistra dei Diogene alla ricerca del riformismo, ci può stare anche Giorgia Meloni in vena di futile conversione democratica. Tolta di mezzo la Costituzione, ci resta solo un gran casino in cui tutto si tiene.