Green pass addio dal primo maggio e stop allo stato d’emergenza. L’Italia prova così a tornare alla normalità. A indicare la rotta è il presidente del consiglio dei ministri, Mario Draghi, che al termine della riunione che ha dato il via libera a «provvedimenti importanti che eliminano quasi tutte le restrizioni che hanno limitato i nostri comportamenti» dice: «Riaprire l’economia» e «limitare l’esperienza didattica a distanza. Questo è ormai uno stato a cui siamo arrivati». Si supera così, con il decreto riaperture, lo stato d’emergenza dichiarato a fine gennaio 2020 con l’esplosione del Covid 19.
Si può dire che tutta la vicenda covid sia stata affrontata a suon di decreti adottati al buio, come le bastonate che si danno alle pignatte quando si gioca a mosca cieca. Prima la vaccinazione obbligatoria, nonostante se ne capisse la inaccettabile forzatura legale e la evidente debolezza scientifica, poi, in questi giorni, il raggiungimento della normalità nonostante la contagiosità e la mortalità dilaganti.
L’ ultima clamorosa contraddizione consiste nel volere a tutti i costi vedere il bicchiere mezzo pieno alla faccia di chi si ammala e muore di covid, con la scusante che la malattia si è alleggerita nel suo decorso e che le morti sono diminuite così come il ricorso alla spedalizzazione e alle terapie intensive. Tutte mezze verità propinate con cinismo, approfittando anche della distrazione generale provocata dalla guerra in Ucraina. Chiodo scaccia chiodo.
Non rinuncio alla mia versione della battaglia contro il covid: un cumulo di balle raccontate più o meno bene. Ci siamo doverosamente piegati, come sostiene Massimo Cacciari, al dettato legislativo, salvo accorgerci che le leggi erano piuttosto infondate.
Se normalità vuol dire registrare giornalmente decine di migliaia di contagiati e decine di morti… Si abbia quel coraggio che non si è avuto fin dall’inizio: ammettere l’ignoranza (quasi) totale sul problema e andare per tentativi, sperando di cavarsela. Invece, un giorno si afferma ottimisticamente che la situazione sta migliorando, il giorno successivo si consiglia cautela e sano realismo, il giorno dopo ancora si dà tutta la colpa alla variabilità fregoliana del virus, poi un bel decreto che mette tutti tranquilli: ce l’abbiamo fatta o almeno abbiamo fatto tutto quel che si poteva fare.
Non sono affatto d’accordo: siamo ancora in piena e totale bagarre pandemica, abbiamo fatto molto fumo emergenziale e poco arrosto strutturale. Dal governo Draghi mi aspettavo di più, molto di più. Che almeno non si barasse continuamente. Non dico cosa provo quando vedo apparire sul video la faccia smunta del ministro della salute: è l’immagine perfetta dello stato della sanità pubblica al di là dei trionfalismi bonacciniani. Il governatore emiliano ha il vantaggio di avere un viso paffuto e una chiacchiera rassicurante.
Consoliamoci con l’avere meno obblighi e restrizioni, pazienza se ci ammaleremo. In forma leggera! E i morti? Pace all’anima loro!