La lectio “matrimonialis” di Silvio Berlusconi

Qualche tempo fa un mio conoscente mi sussurrò all’orecchio una simpatica battuta sul matrimonio: fu molto discreto, perché evidentemente non voleva offendere nessuno, considerato il sarcasmo di cui era portatore. Mi disse: “Ormai non si vuol più sposare nessuno: fanno eccezione i preti e gli omosessuali”.

A queste due benemerite categorie bisogna aggiungere in extremis un personaggio, che non finisce mai di sorprendere: Silvio Berlusconi. La sua vita sessuale e sentimentale è un libro aperto, ma piuttosto complicato. Due matrimoni ufficiali a cui sono seguite avventure erotiche e unioni più di fantasia che di fatto. Mancava solo un matrimonio simbolico ed eccolo servito su un piatto d’argento ai guardoni (come il sottoscritto).

Come scrive Emanuele Lauria su La Repubblica, più che un matrimonio, sarà una “festa dell’Amore”. A definire così le “nozze non nozze” con la sua compagna è stato Silvio Berlusconi quando, alcune settimane fa, era circolata la voce di una sua possibile unione formale con Marta Fascina. Di sicuro sarà una grande festa. Marta Fascina è nata in Calabria 32 anni fa, è laureata in filosofia e ha lavorato nell’ufficio comunicazione del Milan. Deputata di Forza Italia, è la fidanzata di Berlusconi da circa due anni e ha preso il posto di Francesca Pascale. Il Cavaliere ha 85 anni, mentre Marta Fascina 32. Tra di loro, quindi ci sono 53 anni di differenza.

L’invito al matrimonio simbolico ha l’aspetto di una classica partecipazione di nozze. La “festa dell’Amore” si è tenuta a Villa Gernetto, in Lombardia. La residenza di Lesmo (provincia di Monza e Brianza) si sviluppa su 24mila metri quadrati, con 60 camere e parquet realizzati dagli artigiani della Brianza. Nonostante sia stata messa in vendita nel 2019 da Finivest, Villa Gernetto non è più stata ceduta e Berlusconi voleva ospitare al suo interno le lezioni della sua Università delle libertà. Attualmente ospita i ritiri del Monza calcio e viene data in affitto per convegni.

Il matrimonio tra Fascina e Berlusconi non è un’unione religiosa, né civile, piuttosto si tratta di una sorta di compromesso per sancire la loro relazione. Sarà la celebrazione “di un rapporto di amore, di stima e di rispetto”, come l’ha definito lo stesso leader di Fi.

Che le nozze di Berlusconi non siano ben viste dai figli del Cavaliere non è un mistero. Al centro delle tensioni c’è il patrimonio (e quindi la futura eredità) del leader azzurro: un tesoro di circa 6,7 miliardi di euro. Alla festa sono state invitate tra le 50 e le 70 persone: un ricevimento ristretto, senza gli alleati del centrodestra Salvini e Meloni e senza tre dei cinque figli del Cavaliere. Presenti il vicepresidente azzurro Antonio Tajani, i due capigruppo di Fi, Paolo Barelli e Annamaria Bernini, e la fedelissima senatrice Licia Ronzulli. Non mancheranno Gianni Letta, Fedele Confalonieri e Marcello Dell’Utri.

Ad occuparsi del catering del ricevimento è stato il ristorante stellato “Da Vittorio” dei fratelli Cerea. Il menu, in grande stile, prevedeva tra le tante portate, i paccheri ai tre pomodori cucinati a vista. Immancabile, ovviamente, la torta nuziale.

Mio padre si divertiva a raccontare una scenetta a cui aveva assistito davanti ad un’edicola: i giornali proponevano in bella evidenza l’imminente matrimonio tra la giovane cantante Milva ed il ben più attempato regista Maurizio Corgnati. Una anziana signora si lasciò andare ad esprimere tutta la sua gioia ed ammirazione per il lieto evento. Aprì il giornale e commentò: “Guarda com’è soddisfatto il padre di Milva!”. Al che qualcuno le fece osservare come non si trattasse del padre, ma del marito, scatenando un repentino cambio di atteggiamento: cominciò ad inveire a male parole contro Milva ed un matrimonio, a suo giudizio, improponibile data la notevole differenza d’età. Era un periodo in cui forse ci si poteva ancora scandalizzare di fronte a matrimoni, che lasciavano intravedere più motivi di convenienza che di sentimento. Si può facilmente immaginare cosa direbbe oggi quella signora dalla lingua biforcuta di fronte alle nozze di Berlusconi.

A Berlusconi l’inventiva non manca: vuole stupire a tutti i costi con le sue scorribande di vario genere. Pensavo che l’ultima sua trovata fosse quella di candidarsi a presidente della Repubblica. Gli è andata maluccio. Mi è venuto un sospetto: vuoi vedere che aveva chiesto la mano di Marta Fascina per avere come capo dello Stato una first lady da portare con sé nelle occasioni ufficiali, facendo magari invidia a Macron che ha una moglie ben più anziana di lui? Caduta l’ipotesi Quirinale è rimasta solo quella delle nozze “riparatorie”.

Grazie, presidente Berlusconi! Lei comunque passerà alla storia come un grande…donnaiolo, anche se l’ultima conquista ha il sapore del ravvedimento e del dolce riposo del guerriero. Come politico, lasciamo perdere; come imprenditore è stato capace di fare i propri interessi…con l’aiuto della politica; come uomo giudicherà chi la sa molto più lunga di lei; come sciupafemmine ne ha fatte di cotte e di crude: non ho capito se alla fine della fiera ha trovato una “bambola meccanica”, come quella dei Racconti di Hoffmann, l’opera di Jacques Offenbach, oppure una “bastona” per la vecchiaia o una nuova tappezzeria per il suo salotto erotico o la sacrosanta dimostrazione che il cuore non invecchia. Le auguro di vero cuore che si tratti almeno di un sentimentalismo di ripiego.

Tempo fa si raccontava una barzelletta in cui Berlusconi sorvolava in aereo l’Italia con l’intento di gettare danaro per far contenta un po’ di gente. Discuteva con i compagni di viaggio sull’entità della somma da buttare e il luogo su cui puntare per stupire e accalappiare il consenso dei poveri mortali. Ad un certo punto il pilota fece una drastica proposta: “Cavaliere, si butti giù lei, così li fa contenti tutti!”. Forse oggi ha pensato di sollevare il morale sotto i tacchi della gente con questa trovata: magari bastassero le finte nozze di Berlusconi…

Un mio caro amico era stato invitato ad un matrimonio celebrato col rito civile: era talmente e scrupolosamente osservante delle regole religiose da porsi il problema se partecipare o meno alla cerimonia. Chiese infatti consiglio addirittura al suo confessore, che lo tranquillizzò dicendogli: “Vai pure, non si sposa più nessuno, almeno loro hanno il coraggio di farlo davanti al sindaco…”. Ebbene, andiamo tutti, almeno col pensiero, a villa Gernetto, facciamo festa, in un mix di tenerezza e pena, se non altro per dimenticare le disgrazie e per sottolineare che l’amore fra un uomo e una donna è comunque e sempre la cosa più bella che ci sia. In mezzo a tanti personaggi che non servono a niente, almeno Berlusconi serve a qualcosa…