Una, nessuna e centomila sconvenienze sessuali

Ricordo che, molti anni fa, monsignor Antonio Riboldi, vescovo di Acerra, durante una conferenza all’aula magna dell’Università di Parma, raccontò di avere scandalizzato le suore della sua diocesi esprimendo loro una preferenza verso la stampa pornografica rispetto a certe proposte televisive perbeniste nella forma e subdolamente “sporche” nella sostanza. In fin dei conti la pornografia pura si sa cos’è e la si prende per quello che è, mentre è molto più pericoloso, dal punto di vista educativo, il messaggio nascosto che colpisce quando non te l’aspetti.

Grande clamore (?) ha suscitato la messa in onda su una rete Rai della puntata di una trasmissione dal contenuto piuttosto dubbio e inopportuno. Infatti è stato sospeso il programma “Detto fatto” dopo il caso del “tutorial”, andato in onda per insegnare alle donne a fare la spesa in modo sexy e provocante. Un contenuto giudicato fuori luogo e sessista che ha provocato una valanga di critiche e ha infine indotto alla sospensione, decisione presa dall’amministratore delegato della Rai, Fabrizio Salini.

«Un episodio gravissimo, che nulla ha a che vedere con lo spirito del servizio pubblico e con la linea editoriale di questa Rai», ha commentato Salini che ha anche annunciato di aver avviato un’istruttoria «per accertare responsabilità». «E – ha aggiunto – stiamo facendo valutazioni sul futuro di questo programma». Il caso ha suscitato una bufera tra le forze politiche, di maggioranza e opposizione, e negli stessi ambienti della Rai. La puntata di martedì pomeriggio è stata cancellata anche dalla lista di quelle che si possono rivedere su RaiPlay, così come sono state sospese le repliche del programma che la Rai mandava in onda al mattino.

La conduttrice, Bianca Guaccero, si è scusata con un lungo post sui social per lo scivolone. “Sono una donna, una mamma single, che combatte ogni giorno per ciò in cui crede… soprattutto nella difesa della categoria che rappresento… la donna… ho sempre lavorato proponendo di me una immagine molto lontana da quella della donna oggetto… cercando di abbattere qualsiasi muro di pregiudizio e maschilismo… ma sono la conduttrice di un programma, mi prendo parte della responsabilità di ciò che è accaduto. Chiedendo scusa a tutti, per la superficialità con cui è stata gestita questa situazione da parte di tutta la nostra squadra – sottolinea ancora -. Sono certa della buona fede del gruppo autorale che lavora da mesi, cercando di confezionare, con grandissima fatica, un programma dignitoso e allegro nonostante tutte le difficoltà della situazione pandemica che stiamo vivendo. Il tutorial in questione, doveva aderire a dei toni comici e surreali, da non prendere sul serio, ma che stavolta ci sono venuti male. Perciò mi scuso io a nome di tutta la mia squadra, con tutte quelle persone che si sono sentite colpite da questo triste siparietto. Come sempre ho fatto nella mia vita, mi adopererò affinché tutto questo non succeda mai più”.

Ho visto solo un breve spezzone della trasmissione incriminata e non sono rimasto per nulla scandalizzato e nemmeno disgustato. Ho dato infatti per certo che l’intento fosse provocatoriamente ironico e dissacrante rispetto ai vuoti, manierati e cantilenanti messaggi della giornata contro la violenza sulle donne. Sono inoltre contrario ad interventi censori, oltretutto fatti il giorno dopo, che quindi dimostrano incoerenza ed incapacità di controllo.

Poi, parliamoci chiaro, se la Rai dovesse censurare tutte le trasmissioni in cui le donne fanno più o meno piccante tappezzeria, resterebbe poco della insopportabile sequela di salotti mattutini e pomeridiani. Ecco perché sono partito da quanto diceva monsignor Riboldi con spietata concretezza etica. Di fronte a certe trasmissioni, non nascondo di essere tentato di scappare dal video per rifugiarmi nei siti porno: meglio la pornografia conclamata di quella subdola, meglio gli sporcaccioni e le sporcaccione in prima persona, nudi come mamma li fece, piuttosto degli sporcaccioni in giacca e cravatta o delle sporcaccione in atteggiamenti ammiccanti.

Quindi non accetto le prediche da improbabili pulpiti più perbenisti che morigerati e non vorrei che la squadra di “detto fatto” diventasse la pietra di uno scandalo, che va ben oltre le sciocchezze proposte dalla trasmissione finita sul banco degli imputati: se scandalo deve essere lo si allarghi all’intera programmazione di intrattenimento e di divertimento del servizio pubblico televisivo. Volete un piccolo esempio? Sulla rete Rai Sport va in onda un programma di riesumazione di importanti fatti sportivi del passato: è introdotta da presentatrici belle, abbronzatissime, arrampicate su tacchi over 20 cm., abbigliate con minigonne vertiginose che lasciano intravedere (?) cosce da sballo. La donna, anche in quelle trasmissioni, che col sesso non dovrebbero avere nulla a che fare, viene usata come specchietto per le allodole maschiliste ed erotiche sempre in agguato. È peggio o meglio rispetto al vademecum sexy di “detto fatto”? Col criterio adottato da monsignor Riboldi, molto peggio. Si sappia regolare monsignor Fabrizio Salini.