Il macabro valzer dei commissari

Se non ho capito male, la regione Calabria è da tempo in emergenza sanitaria al punto da avere un commissario da circa un decennio. Il Consiglio dei ministri ha prorogato ancora una volta il commissariamento della sanità regionale che dura da un decennio. Commissario era Saverio Cotticelli, nominato nel 2018 e confermato nel 2019, a cui vengono chieste le dimissioni dopo una incredibile intervista durante la quale ammette con imbarazzo di non avere capito di essere stato incaricato dal governo anche del “Programma operativo per la gestione dell’emergenza Covid”. Della serie “io non c’ero e se c’ero dormivo e se dormivo sognavo di non esserci”.

Dopo l’imbarazzante intervista pubblica, il Capo del Governo Giuseppe Conte ha detto: «Il generale Saverio Cotticelli va sostituito con effetto immediato». Aggiungendo: «Voglio firmare il decreto già nelle prossime ore: i calabresi meritano subito un nuovo commissario pienamente capace di affrontare la complessa e impegnativa sfida della sanità». In tarda serata al suo posto è stato nominato Giuseppe Zuccatelli attualmente il commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro e del Policlinico universitario Mater Domini, sempre nel capoluogo calabrese. Contattato dall’Ansa, il suo unico commento è stato: «Guardi, sono risultato positivo e sto finendo la quarantena, ci sentiamo nei prossimi giorni».

Dopo pochissimi giorni arrivano le dimissioni di Giuseppe Zuccatelli. «Mi sono dimesso da Commissario ad acta della sanità della Regione Calabria». Zuccatelli aveva confermato al telefono: «Me l’ha chiesto il ministro della Salute Roberto Speranza e come avevo già anticipato durante l’intervista a Buongiorno regione, ho rassegnato le dimissioni». Aggiungendo: «Ho fatto una gaffe ed è giusto che paghi. Spero che chi ha commesso o detto delle idiozie, in passato, faccia la stessa cosa». «Sono stato nominato Commissario, ma non mi è stato ancora notificato il decreto, dunque non sono in grado di svolgere le mie funzioni» aveva affermato poche ore prima del colloquio con Speranza. Fatali al commissario sono state le sue parole sull’inutilità delle mascherine pronunciate pochi mesi fa.

I commissari della sanità calabrese saltano come birilli. A poche ore dalle dimissioni del commissario Giuseppe Zuccatelli, arrivano le nuove nomine per la sanità calabrese. Sarà il cosentino Eugenio Gaudio, già Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, il nuovo commissario alla Sanità della Regione Calabria. Ma insieme a lui arriverà anche Gino Strada. Il fondatore di Emergency ha confermato la disponibilità, anche con una delega speciale.  “Due nomi autorevoli che possono aiutare la sanità calabrese a ripartire”, spiegano fonti di Palazzo Chigi. Poi però su Facebook è arrivata la precisazione di Gino Strada: “Apprendo dai media che ci sarebbe un tandem Gaudio-Strada a guidare la sanità in Calabria. Questo tandem semplicemente non esiste. Ribadisco di aver dato al presidente del Consiglio la mia disponibilità a dare una mano in Calabria, ma dobbiamo ancora definire per che cosa e in quali termini. Sono abituato a comunicare quando faccio le cose – a volte anche dopo averle fatte – quindi mi trovo a disagio in una situazione in cui si parla di qualcosa ancora da definire”, aggiunge il fondatore di Emergency. Strada ringrazia “il Governo per la fiducia” e rinnova “la disponibilità a discutere di un possibile coinvolgimento mio e di Emergency su progetti concreti per l’emergenza sanitaria che siano di aiuto ai cittadini calabresi”.

Ebbene, appena nominato dal Consiglio dei ministri, Gaudio ha rimesso l’incarico. Alla base delle dimissioni dell’ex rettore dell’università La Sapienza di Roma ci sarebbero «motivi personali». “Mia moglie non ha intenzione di trasferirsi a Catanzaro. Un lavoro del genere va affrontato con il massimo impegno e non ho intenzione di aprire una crisi familiare” così dichiara a La Repubblica. “Sarebbe una sfida importante, ma la famiglia per me è un valore primario” aggiunge. A proposito dell’inchiesta giudiziaria in cui è stato coinvolto, precisa:
“Sono sempre colpito dall’imbarbarimento della politica. Le do una notizia in proposito, però: il procuratore di Catania ha appena fatto sapere al mio avvocato che è andato a depositare la richiesta di archiviazione per la mia presunta turbativa nei concorsi. Ne esco come ne sono entrato, pulito. Vorrei ricordare questo…”. E conclude: “Avrei voluto provare. È un impegno gravoso, ma mi sono sempre messo a disposizione del servizio pubblico. Ho trovato resistenze in casa, e a questo mi piego. L’ho detto per tempo al ministro Speranza”.

Non si sa come finirà questa assurda telenovela calabrese, che scatena non pochi interrogativi. Come è possibile che un commissario incaricato di sistemare e gestire la sanità a livello regionale non si ponga il problema dell’emergenza Covid? Evidentemente tra lui e il ministro competente non esisteva alcun rapporto informativo e collaborativo. La Calabria è una regione disastrata dal punto di vista sanitario e la situazione è resa ancor più grave dalla pandemia in atto: nessuno si preoccupa di verificarne l’assetto direttivo, occorre una intervista per far scoppiare il caso e costringere il governo ad intervenire facendo fare le valigie ad un commissario irresponsabile ed inetto.

Entra in campo un nuovo commissario sulla base di una nomina a dir poco frettolosa. Basta poco tempo per verificare l’inadeguatezza al ruolo del prescelto, complici alcune sue demenziali, anche se precedenti, dichiarazioni in materia di Covid, tali da far considerare Giuseppe Zuccatelli un riduzionista. Chi ha fatto questa nomina e sulla base di quali elementi è stata fatta? Forse assieme a Zuccatelli dovrebbe dimettersi anche qualcun altro.

Arriva il terzo commissario nel giro di pochi giorni e scoppia un altro equivoco. Assieme ad Eugenio Gaudio dovrebbe lavorare Gino Strada. Appena il tempo per tirare un sospiro di sollievo per la regione Calabria e arriva una precisazione del fondatore di Emergency: il mio ruolo è tutto da scoprire, staremo a vedere. Capisco le perplessità di Gino Strada, un uomo abituato a farsi su le maniche per affrontare situazioni tali da mettersi le mani nei capelli, ma evidentemente piuttosto dubbioso di fronte ad un quadro istituzionale a dir poco incasinato. Capisco meno il governo, che spara a salve un nome rassicurante probabilmente per farsi perdonare le colpevoli incertezze evidenziate in tutta la vicenda. Poi anche il terzo commissario rinuncia e si deve ricominciare tutto daccapo: evidentemente quella poltrona è molto scomoda, scotta e, a maggior ragione, è inutile e pericoloso continuare a sparare nomi a casaccio.

Morale della favola: la regione Calabria ed i calabresi sono vittima di questo vergognoso “tira e molla” e stanno soffrendo le conseguenze di una pregressa situazione disastrosa ulteriormente aggravata dall’emergenza Covid e dalla sua gestione più assente che scriteriata. Calabria naturalmente in zona rossa. Speculazioni politiche a parte, il rosso dovrebbe essere il colore dominante anche per segnare la vergogna sui visi di chi ha governato in passato, remoto e prossimo, questa realtà. Rosso dovrebbe essere il cartellino per chi a livello governativo (non) si sta occupando della sanità calabrese. Non stupiamoci più di tanto che, in questo paradossale bailamme, la gente butti masochisticamente il prete nella merda, dopo che i governanti hanno scagliato il pallone in tribuna, facendo nomine commissariali alla viva il parroco.