I lupi di Trump

Consiglio a tutti di vedere o rivedere su You Tube l’ultima puntata del programma televisivo Atlantide, che ha tratteggiato in modo agghiacciante la personalità di Donald Trump e, di conseguenza, la paradossale dabbenaggine del popolo americano che lo ha votato e che lo prende ancora in seria considerazione. Per stessa ammissione degli autori il programma assomigliava a una vignetta satirica più che a un resoconto storico, ma, come si sa, le vignette non sono fasulle, anzi, prendono in considerazione i difetti per ingrandirli e drammatizzarli. Ebbene, così facendo, di Trump esce una immagine a dir poco mostruosa. Anche se di vero ci fosse solo una piccolissima percentuale, ci sarebbe comunque da rabbrividire di fronte al rischio che abbiamo corso e che corriamo ancora: consegnare le chiavi di casa del mondo intero a un disturbato mentale, a un pazzo scatenato che però piace alla gente perché ne legittima tutti i peggiori istinti.

Mi ha colpito l’episodio di una ragazza madre, che sbarca il lunario con fatica lavorando ad una paga da fame in un supermercato, alla quale è stato chiesto il perché del suo voto a Trump: di fronte alla sua piccola bambina, ha tirato fuori con estrema soddisfazione una rivoltella, chiarendo che il presidente, rendendole possibile il possesso di un’arma, l’aveva tranquillizzata e in un certo senso beneficata. Pazzesco!

Ed eccoci arrivati alla vigilia delle elezioni presidenziali statunitensi. Cruenti fuochi artificiali sono da prevedere: Donald Trump è alla frutta, se non verrà rieletto rischia la galera e/o la rovina finanziaria ed allora sta facendo l’impossibile per recuperare e non è da escludere che scateni un pandemonio istituzionale in caso di sconfitta. Dopo il danno la beffa. Un ultimo provvedimento riguarda la licenza di uccidere Zanna Bianca. Alla vigilia delle elezioni presidenziali, l’amministrazione Trump ha dato luce verde in extremis alla caccia al lupo grigio, uno dei simboli del vecchio West, entrato oltre 45 anni fa nelle liste delle specie in pericolo del governo americano. «Le protezioni previste dalla legge non sono più necessarie», ha detto il ministro degli Interni David Bernhardt, a cui fanno capo la tutela dei parchi e della fauna a rischio, annunciando la decisione in Minnesota.

A prescindere dal merito di questa decisione ne colgo tutto il simbolico messaggio: licenza di uccidere i lupi ma anche i neri, gli immigrati, i soggetti indesiderati, i poveracci che rompono le scatole. L’ipotesi è quella della pulizia etnica, sociale ed economica. Quante volte mi sono chiesto perché gli americani siano caduti in questa incredibile trappola politica. La risposta plausibile l’ho trovata, pensate un po’, nella impietosa analisi che faceva mia sorella Lucia delle magagne del popolo italiano: siamo rimasti fascisti con tutto quel che segue. Tradotto in lingua d’oltre oceano: gli americani sono rimasti razzisti con tutte le relative conseguenze socio-politiche.

La logica trumpiana è quella di eliminare comunque chi dà fastidio al sistema al fine di ripulirlo in superficie lasciando stare tutte le brutture, le ingiustizie, le povertà che contiene. Una sorta di maxi paradossale lavanderia dove i panni sporchi non si puliscono, ma si considerano puliti e quindi si lasciano intatte le vere sporcizie messe sotto un enorme e rassicurante tappeto. Il capovolgimento dei valori e dei principi accettato in nome di una parvenza di benessere individualistico ed egoistico. Forse la peggiore versione populista che la storia abbia finora conosciuto.

I poveri hanno votato Trump perché sperano di lavorare, le donne lo hanno scelto perché è un vero macho: è stato sufficiente per farlo vincere, anche se in realtà aveva perso (due milioni di voti in meno rispetto ad Hillary Clinton) ed è andato alla Casa Bianca sulla base di un sistema elettorale assurdo. Sembra che in parecchi, soprattutto le donne si stiano convertendo ed abbiano aperto gli occhi: staremo a vedere con ansia e preoccupazione. Il timore è che per la seconda volta il perdente finisca con l’essere vincente. Evviva la democrazia americana!

Tornando ai lupi, secondo i biologi, il via libera dell’amministrazione Trump alle doppiette si rivelerà “prematura” e “avventata”. I lupi, secondo gli scienziati, hanno infatti un ruolo chiave nell’ecosistema. In un celebre esempio, i pioppi di Yellowstone, che avevano sofferto negli anni in cui i lupi erano assenti, hanno ripreso a prosperare quando questi sono tornati a danno delle alci che ne mangiavano le foglie. Questo a sua volta ha avuto un effetto benefico su altre specie, come ad esempio i castori che hanno trovato più piante di cui nutrirsi. Però l’ecosistema trumpiano prevede che i cittadini si comportino come i lupi, i quali quindi non possono ballare coi lupi veri: di lupi ce ne sono abbastanza, quelli veri e propri vanno eliminati. Una specie di lapsus freudiano nella psiche malata di Trump. Bisognerà verificare la sanità mentale e psicologica del popolo americano: non mi faccio soverchie illusioni.