Il teatrino calcistico dell’assurdo

Un mio conoscente, in vena di sparare parole forbite, sosteneva di avere raggiunto “l’epice” della propria carriera, così dimostrando purtroppo di avere raggiunto l’apice della sua ignoranza. Già che ci siamo mi sovviene lo strafalcione di un altro mio simpatico amico. Quando spuntava qualcuno, di cui aveva appena (s)parlato, esclamava: «Ecco, tabula rasa!». Voleva dire “lupus in fabula”, ma faceva lo stesso.

Lo stupidario calcistico non ha limiti. La mamma dei cretini pallonari è sempre incinta e in questi giorni ha partorito un’assurda polemica: mi riferisco al tira e molla conseguente alla positività al covid di due persone facenti parte della squadra del Napoli. Da una parte la FGCI che brandiva il protocollo secondo il quale il Napoli avrebbe dovuto scendere in campo contro la Juventus senza battere ciglio; dall’altra parte l’ASL campana che accampava il diritto/dovere di mettere in quarantena tutto il gruppo napoletano impedendogli di recarsi a Torino e di giocare la partita.

Non voglio scomodare Luigi Pirandello, ma la querelle sembra la versione comica del suo “così è se vi pare”. Chissà per quanto tempo si trascinerà questa discussione sul sesso del calcio. La ASL si è impuntata in nome della difesa della salute pubblica: volendo portare fino in fondo il discorso ci sarebbero gli estremi per chiudere i battenti dell’intero Paese e non solo della Campania. Ci siamo infatti dentro alla grande anche se non lo vogliamo ammettere e vogliamo negare l’evidenza di un ritorno alla grande della pandemia e finiamo col mettere in priorità tutto meno la salute pubblica.   Abbiamo desiderio impellente di normalità, ci stiamo rilassando più che distanziando, e il calcio lo impugniamo come la più grande arma di distrazione di massa. Come si permette quindi l’ASL di intromettersi e di rovinarci la festa?

La FGCI si è intestardita a difesa del proprio mondo: lo spettacolo deve continuare, facciamo finta che il covid non esista e alla fine vinceremo noi, non col vaccino ma col pallone. Così stanno facendo tutti e perché proprio il calcio dovrebbe essere più realista del re? La ASL si preoccupi di altre questioni. Quali? Faccia quel che vuole, ma non rompa le uova nel paniere calcistico! Abbiamo varato delle regole e a chi osa buttarcele all’aria peste lo colga (non ha importanza se la peste c’è già…).

Mentre il Napoli si è messo in quarantena seguendo scrupolosamente le disposizioni delle autorità sanitarie, la Juventus è scesa in campo seguendo rigorosamente le regole dettate dalle autorità calcistiche. Naturalmente ci puzza di opportunismo al limite del conflitto geo-politico. Staremo a vedere fin dove arriverà questa paradossale rissa pallonara. Prima o poi si scateneranno (in parte è già successo) le tifoserie sui social e ne leggeremo delle belle. Ai giornalisti non par vero trovare pane per i loro denti cariati.

E cosa c’entrano l’epice, la tabula rasa, il lupus in fabula da cui sono partito? Strafalcione chiama strafalcione, meditate gente… La FGCI ha raggiunto l’epice dell’assurdità; l’ASL ha tentato di fare tabula rasa; io ho fatto la parte del lupo come personaggio delle favole o come animale che porta i suoi interlocutori alla perdita della parola. In fin dei conti ho voluto solo sorridere un po’. “Tanto è il bene che mi aspetto che ogni pena mi è diletto”. E quale sarebbe il bene? Ma è chiarissimo: lo spettacolo calcistico. E le pene in cosa consisterebbero? Ma è chiarissimo: il rischio di essere infettati. Forse però a pensarci bene, infettati li siamo già, nel cervello. Goal!