I pesci in un barile che sta traboccando

Tento una lapidaria narrazione dei fatti inerenti l’ultimo periodo della pandemia, i lunghi mesi che hanno visto molte chiacchiere, parecchie polemiche, tante previsioni, infinite discussioni e pochissimi interventi concreti e mirati. Il 16 luglio di quest’anno – ed era già tardi – in uno dei miei commenti scrivevo quanto di seguito riporto.

“Secondo Massimo Cacciari, in autunno la situazione sociale ed economica sarà drammatica con pericoli per l’ordine sociale. Per stare a galla, il governo dovrà coprirsi dietro il pericolo della pandemia e tenere le redini in qualche modo. Una “dittatura democratica sarà inevitabile”.

Molto simile a questa piccante analisi, quella di Carlo De Benedetti, secondo il quale è la disuguaglianza il punto a cui si possono far risalire i principali difetti della nostra realtà. De Benedetti la vede come causa scatenante del malcontento destinato ad esplodere nel prossimo autunno, che, a suo dire, verrà calmato con mance e polizia, vale a dire con un po’ di ordine pubblico e un po’ di regali”.

Faccio un salto di tempo e vengo ai giorni nostri, al 24 ottobre: Antonio Di Costanzo su La Repubblica fornisce la cronaca che riporto di seguito.

“Monta la protesta a Napoli contro il “coprifuoco” e contro il lockdown annunciato dal presidente della Regione Vincenzo De Luca in diretta social. A tarda sera esplode la tensione. Scontri davanti alla sede della Regione in via Santa Lucia, cariche delle forze dell’ordine, lancio di lagrimogeni, urla e slogan contro la decisione di chiudere tutto in Campania, in una situazione di già grave crisi dell’economia. Così la prima notte del coprifuoco fallisce e il centro di Napoli si accende per la rabbia sociale”.

Lo stesso giorno sullo stesso giornale Roberto Petrini riferisce, in modo peraltro piuttosto tecnocratico, come di seguito.

“Il decreto “novembre”, il quarto anti-covid, è in allestimento al Mef e per ora conta su 4-5 miliardi. «Le risorse ci sono, sosterremo chi ne ha bisogno», assicura Gualtieri. L’idea originaria era quella di inserire nel decreto la proroga della cassa integrazione con una dotazione di 6-10 settimane spendibili fini a fine anno dalle imprese e di inserire anche la proroga del blocco dei licenziamenti fino a quella data. Il tutto per un costo di 2 miliardi. L’aggravarsi della situazione sanitaria ha suggerito di anticipare altre misure della legge di Bilancio: in particolare 1,4 miliardi per la proroga dei contratti a tempo determinato per 30 mila medici e infermieri e 1 miliardo per il contratto di lavoro dei medici. In tutto si salirebbe a 4-5 miliardi considerando che, se dovesse scattare una chiusura ancora più estesa delle attività economiche, sarà necessario anticipare parte del rifinanziamento da 4 miliardi, previsto in legge di Bilancio, del cosiddetto fondo perduto destinato alle piccole imprese gestite con partita iva, tra le quali spiccano ristoranti, bar e altre attività particolarmente colpite in questa fase. Quanto alle risorse, stavolta non si dovrà ricorrere allo scostamento di bilancio perché saranno riutilizzati i soldi “avanzati” da alcune delle misure di quest’anno a partire dalla cig: operazione indispensabile per evitare che le risorse vadano perdute”.

Poi sono arrivate le misure restrittive varate dal governo Conte il 25 ottobre 2020, che lasciano prevedere ulteriori reazioni di protesta da parte dei cittadini e delle categorie imprenditoriali interessati. Dopo Napoli e Roma sono in pentola altre manifestazioni stando anche agli inviti alla mobilitazione comparsi a catena su vari social e siti internet. Lungi da me soffiare sul fuoco, gufare o “sciacallare”, mi limito a registrare con molta preoccupazione i fatti del giorno col timore che l’ansia e la paura di parecchia gente possa trasformarsi in rabbia sociale sfogabile con la violenza.

Subito dopo il Dpcm del mini lockdown, ecco il ristoro economico. Scrive il quotidiano La Stampa: È il passo obbligato, richiesto da tutte le categorie economiche e le forze politiche, siano esse di maggioranza e opposizione. Il premier Giuseppe Conte, in conferenza stampa, fa sapere che i tecnici dei ministeri hanno già studiato come liquidare le compensazioni alle categorie più colpite. «Ci sarà un bonifico, direttamente sul conto corrente, dall’Agenzia delle Entrate, è una modalità che abbiamo già sperimentato», dice Conte. Per quanto riguarda le tempistiche il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, pensa che i contributi possano essere erogati «entro metà novembre». L’indennizzo sarà «superiore a quello ricevuto la scorsa volta» e riguarderà attorno alle 350mila aziende ed esercizi pubblici «che sono oggetto delle restrizioni introdotte dal Dpcm». Viene poi annunciato un credito di imposta per i mesi di affitto commerciale in ottobre e novembre. lo stop alla seconda rata Imu e una nuova indennità mensile ‘una tantum’ per i lavoratori di turismo, spettacoli, e sport: tutte categorie che vivranno almeno un mese sostanzialmente di sole spese, senza alcun ricavo”.

Mance e polizia? Fare la Cassandra è un modo di dire che significa predire avvenimenti disastrosi, preconizzare eventi funesti, drammatici, luttuosi, senza essere creduti. Ma Cassandra ci prendeva e per la verità anche Carlo De Benedetti ci ha azzeccato, anche se non era poi così difficile fare simili previsioni. La schizofrenia dei disordini è lampante: si protesta all’insegna del “piove governo ladro” o c’è qualche ragione fondata per protestare violentemente contro chi governa? La verità, come spesso succede, sta nel mezzo: i pubblici poteri potevano fare di più e meglio; la gente scarica sui pubblici poteri le proprie frustrazioni, le proprie paure e le proprie trasgressioni. Quanto alle mance, sembrano piuttosto consistenti, ma poi occorrerà del tempo e speriamo che gli aiuti non arrivino a pioggia su un’economia morta.

E la dittatura democratica prefigurata da Massimo Cacciari? L’ossimoro in questo caso sta diventando coerenza, un modo per uscire da una situazione pazzesca in cui la politica del bastone e della carota cerca disperatamente di raccogliere i frutti. Resta in tutto e in tutti la sensazione dell’improvvisazione e della precarietà. Se ben ricordo, Mario Draghi ha individuato nella precarietà il dato negativamente fondamentale di questa fase storica. In fin dei conti le profezie di De Benedetti e Cacciari mettevano in guardia da questo rischio: un colpo al cerchio della salute, un colpo alla botte dell’economia, una bastonata a chi rompe i coglioni, una carota a chi fa il bravo bambino, una restrizione di qua e una concessione di là. L’istituzionalizzazione dei pesci in barile? Una trafelata e tardiva rincorsa ai prevedibili e trascurati effetti della pandemia? Forse sono troppo cattivo. Spero di sbagliarmi, ma il brutto deve ancora venire!