Non provare per credere

Alla triste vigilia della guerra del Golfo, vale a dire agli inizi del 1991, durante una trasmissione sportiva in televisione, la conduttrice Alba Parietti, bellissima donna e a quel tempo incantatrice di calciodipendenti, a commento di una notizia flash sulla trattative per evitare in extremis la guerra, notizia che riportava la richiesta di aiuto a Dio da parte dell’allora segretario generale dell’Onu, ormai deluso e scoraggiato dalle umane diplomazie incrociate, con atteggiamento a metà tra lo scettico e lo sprezzante, ha sciorinato, in tono aggressivo, questa battuta: “Se Dio c’è, è il momento di dimostrarlo”.

Certamente il Padre Eterno non aveva bisogno di vedere accreditato il proprio ruolo da una pur affascinante donna di successo, la cui presunzione peraltro poteva arrivare fino al punto di lanciare un ultimatum a Dio richiamandolo alle proprie responsabilità. Povera Alba e poveri tutti noi che forse ci meritammo quella guerra, che non tardò purtroppo a scoppiare.

Facciamo un acrobatico ma significativo paragone con l’attualità. Alla viglia della consultazione elettorale regionale in Toscana, stando alla cronaca riportata da La Repubblica, Giorgia Meloni ha tirato anzitempo le somme politiche. «Qui se po’ fa’», ha azzardato in romanesco, aggiungendo: «Non abbiate paura di cambiare, di provare qualcosa che non avete provato mai in questa regione. Provate una persona di centro-destra, una donna che è lì perché capace. Se prendi un passante a fare il ministro ti ritrovi la Azzolina e lo paghi. Faremo della Toscana una terra forte, libera e coraggiosa». Fin qui le argomentazioni che sembrano uscite da uno spot pubblicitario in materia di detersivi per i piatti più o meno sporchi.

Il bello però è un altro. Sbilanciandosi ancor più di Matteo Salvini, forse indebolito dalle recenti ed avvolgenti inchieste giudiziarie a carico di “strani” personaggi del suo partito e di Silvio Berlusconi, che fa sempre più tenerezza che rabbia, sognando ad occhi aperti di dare una spallata al governo Conte, la leader (?) di Fratelli d’Italia fa appello al presidente della Repubblica, il quale “magari una riflessione dovrebbe pur farla, anche perché non è un banale acritico notaio e Conte non si dimetterebbe mai, mentre la Costituzione prevede lo scioglimento delle Camere”.

Certamente Sergio Mattarella non aveva bisogno di questo ripasso “bignamiano” sui poteri del capo dello Stato, tanto meno di uno sconclusionato discorso sullo scioglimento delle Camere e ancor meno di consigli sul comportamento riflessivo da tenere. Anche perché il pulpito da cui viene la predica è penoso e sbracato.  Che la presunzione di questa politicante da strapazzo arrivi fino al punto di permettersi di dare lezione al presidente della Repubblica, usando peraltro un tono stupidamente ironico e inaccettabilmente (quasi) minaccioso, non pensavo fosse possibile, invece purtroppo questo e altro.

Povera Giorgia e poveri italiani che forse, in fin dei conti, (non) si meritano di provare un governo di destra-destra, dopo averne più volte provato in passato, con catastrofici risultati, uno di centro-destra. Stando a Giorgia Meloni ci ritroveremo, come in Toscana, in una terra forte, libera e coraggiosa. Dio ce ne scampi e liberi.

ll 16 settembre Ursula von der Leyen è intervenuta al Parlamento europeo per fare il punto sullo stato dell’Unione. A un certo punto, mentre parlava delle politiche sui flussi migratori e criticava l’approccio delle destre europee, è stata interrotta da Jorg Meuthen, leader del movimento xenofobo e di estrema destra Alternative für Deutschland, che fa parte del gruppo a cui aderisce anche la Lega di Matteo Salvini, evidentemente infastidito dalle parole della presidente della Commissione europea. “C’è una differenza fondamentale di come le destre guardano all’essere umano. Ci sono loro, che predicano l’odio, e ci siamo noi”. Meditate gente…

Che i toscani e gli italiani ci pensino: questo è dunque il mio umile invito. Quanto a Sergio Mattarella ho estrema fiducia in lui, mentre non ne ho nel modo più assoluto in Giorgia Meloni, la quale, dopo essere andata a scuola di dizione, dovrebbe starsene zitta per carità della Patria a cui enfaticamente si richiama il suo nostalgico partito.