Una piccola grande presa per…i fondelli

Un giorno un mio conoscente piuttosto intelligente e attento alle cose della politica mi chiese provocatoriamente: “Secondo te è più qualunquista l’uomo della strada che si scandalizza delle porcherie dei politici o il politico che fa le porcherie?”. Non mi iscrivo al partito dei qualunquisti, che oggi si fa chiamare partito dell’antipolitica, ma se la politica si desse una regolatina non sarebbe male.

Cinque parlamentari, nonostante usufruissero dell’indennità da deputati, hanno chiesto e ottenuto il bonus per le partite iva previsto dalle misure anti covid 19, in quanto evidentemente svolgono a tempo perso un’attività di lavoro autonomo. Non è questione di quantum: non saranno certo questi pochi soldi a mettere in crisi le casse dello Stato. È questione di dignità e onestà di fronte ai cittadini, oltre tutto in un momento drammatico: una vera e propria presa in giro per i tanti soggetti che stanno soffrendo le conseguenze della pandemia, un perfetto assist a chi vuole screditare le istituzioni con badilate di fango.

Un Parlamento, dove succedono queste cose e purtroppo anche di peggio, può essere tranquillamente ribattezzato “pirlamento”, come ho sentito dire a margine di una lucida e spietata analisi politica formulata da una simpatica anziana signora. Mi chiedo se un rappresentante del popolo possa scendere a questi livelli. Non mi interessa il partito di provenienza. Questi signori dovrebbero avere il buongusto di rimettere il loro mandato e tornarsene alle loro partite iva. Non voglio assolutamente generalizzare: sono sicuro che in Parlamento siedano fior di galantuomini, ma proprio per questo le mele marce vanno rapidamente eliminate. Oltre tutto si tratta di una furbata veramente meschina: compromettere la propria dignità e quella del Parlamento per una simile sciocchezza. Gente che probabilmente non sapeva fare il proprio mestiere, che non sa cosa voglia dire essere un deputato, che, diciamolo pure, non sa nemmeno rubare e si fa miseramente scoprire con le dita nella marmellata. Che pena!

Qualcuno troverà in questo episodio un motivo ulteriore per ridurre il numero dei parlamentari, per abbassarne la retribuzione, per ridurre all’osso la rappresentanza e la partecipazione democratica vista brutalmente solo come un male necessario. Non sono per niente d’accordo, anche se mi chiedo chi abbia mandato in Parlamento questi bambini scemi a divertirsi assai poco innocuamente.

Mio padre raccontava un fatterello, che non ho mai capito se fosse un aneddoto di sua invenzione o un episodio veramente accaduto: a un arbitro, che stava svolgendo il suo compito in modo vergognoso, si avvicinò un giocatore e gli chiese: “Scusi lei è venuto qui di sua esclusiva iniziativa o è stato inviato qui dall’autorità federale competente?”. Una offesa elegante ma pazzesca, che costò una squalifica pesantissima al calciatore in vena di provocazione. Verrebbe spontaneo indirizzare una domanda simile ai deputati di cui sopra: qualcuno li avrà pur candidati e votati…Il discorso a questo punto si farebbe molto complesso e lo lascio immaginare.

Mi limito a ricordare un altro episodio, quello di un funzionario pubblico così incapace e confusionario da meritare una reprimenda, da parte del suo superiore, al massimo dell’umiliazione possibile: “Lei d’ora in poi non faccia niente, legga, pensi ai fatti suoi e, se proprio non sa come trascorrere il tempo in ufficio, dorma”. Non ho idea di quale provvedimento disciplinare siano passibili i furbetti del bonus, ma, se fossi il presidente della Camera dei deputati, appurata inequivocabilmente la realtà dei fatti, non mi accontenterei di scuse, di restituzioni del maltolto, di spiegazioni impossibili, insisterei per le dimissioni. Per il loro bene, ma anche per il nostro. Questa volta mi esprimo da intransigente giustizialista: sì, perché, scusatemi, ma mi sento preso per il … .