Su le mascherine!

Non era ancora scattato l’obbligo e già si discuteva sul dove e come comprarle. Le si dovevano indossare e non si sapeva se effettivamente avessero qualche efficacia protettiva. Quando finalmente si è riusciti ad averne la facile disponibilità, dopo un periodo di speculazioni e di prezzi diversificati, si è cominciato il conto alla rovescia per dismetterle. Le regioni si stanno sbizzarrendo a varare regole particolari creando un ginepraio in cui non è facile districarsi. Ci sono luoghi chiusi, ma molto spaziosi in cui è obbligatorio indossarle, ci sono luoghi aperti ma piuttosto stretti e vocati all’ammassamento delle persone in cui non è obbligatorio metterle.

I guanti hanno fatto il loro tempo, sono diventati addirittura pericolosi, meglio sanificarsi continuamente le mani fino a spellarsele. Le mascherine invece tengono botta: sembrano l’ultima barriera difensiva contro il covid 19, salvo fare una confusione pazzesca a livello di obbligo. Un mio sarcastico collega, di fronte alle varie confusioni normative, sosteneva che erano scientificamente volute e create per poi poter sanzionare la gente e incassare soldi a livello di multe. Non arrivo a tanto pregiudizio, ma qualche domanda uno se la fa. Forse le regioni dopo aver fatto a gara fra di loro per essere le più rigorose e restrittive, adesso giocano a fare le più permissive in un’escalation di riaperture al limite del ridicolo.

In questi giorni si è posto il problema se rinnovare o meno lo stato di emergenza: il governo vorrebbe fare di testa sua, il parlamento rivendica voce in capitolo, le regioni, come detto, marciano in ordine sparso. Non ci si capisce un cavolo. Temo che possa finire all’italiana, in una colossale, tacita e penosa situazione in cui tutti se ne fregano nonostante gli indici tutt’altro che tranquillizzanti e nonostante la situazione internazionale induca a molta prudenza. Se a Parma non ci sono decessi, non posso illudermi perché dietro l’angolo c’è la Lombardia in cui la situazione non è affatto incoraggiante, ma soprattutto perché la mondializzazione della vita non ci consente distrazioni nazionalistiche e men che meno regionalistiche o addirittura campanilistiche.

Adesso abbiamo oltre tutto la possibilità di gridare all’untore immigrato: una ragione in più per chiudere i porti e gli accessi ai poveri diavoli, mentre magari il coronavirus ci arriva più dai voli intercontinentali in classe di lusso che dai barconi che tentano di attraccare sulle nostre coste. Più andiamo avanti e più brancoliamo nel buio: mi immagino il casino che scoppierà in vista della prossima vaccinazione antiinfluenzale di massa e della possibilità di operare la vaccinazione anti-coronavirus senza sperimentazione alcuna.

La situazione è molto complessa, ma l’impressione, fin dall’inizio dell’emergenza, è che forse la stiamo ulteriormente incasinando con i nostri assurdi tira e molla. Dei malati e dei morti non parla più nessuno, ora si parla di ferie distanziate, di disoccupati ammassati e di soldi in arrivo da investire. Si fa l’abitudine a tutto, anche a morire. Ognuno fa quel cazzo che vuole e chi vivrà vedrà. Nel frattempo divertiamoci con il carnevale delle mascherine. Ai tempi del fascismo mi sembra fosse vietato andare in maschera, forse perché il regime temeva la concorrenza a livello carnevalesco. Oggi, fatte le debite e confuse eccezioni, è amaramente obbligatorio mascherarsi, forse per coprire la vergogna di avere fatto cattivo uso della libertà.

Come si legge sul sito “Adige.it”, le mascherine sono diventate il nuovo modo per essere “di tendenza”. C’è chi è attratto da quella con il disegno delle zanne, ma poi guarda quell’altra con l’arcobaleno e lo slogan ormai inflazionato: “Tutto andrà bene”. Sono comparse mascherine sui siti di moda, sui più noti portali di shopping, nelle home page delle tipografie online. Il gadget del momento. C’è perfino chi propone mascherine personalizzate con le proprie iniziali o un’immagine scelta dall’acquirente. Tutte rigorosamente lavabili, anche se – specificano le varie pubblicità – non si tratta di dispositivi medici. La nostra società metabolizza tutto. Sembra trascorsa una vita da quando eravamo chiusi in casa: oggi usciamo, andiamo in vacanza, socializziamo liberamente. Basta mettersi la mascherina. Non passerà molto tempo che anche le mascherine andranno in cavalleria anche se i virus continueranno a marciare contro di noi.