L’amore insensato per un fanfarone

Se la Lega, stando agli ultimi sondaggi, non avesse il 26% dei voti e, seppure con un certo calo di consensi, non si posizionasse come primo partito in Italia, le “boiate” salviniane non meriterebbero alcuna attenzione e ancor meno di essere commentate. L’aria destrorsa, che continua a tirare, impone invece di considerare con spietato spirito critico le prese di posizione leghiste.

Le scomposte e inaccettabili reazioni alla conclusione della vicenda di Silvia Romano, che, come dice Mara Carfagna, sono posizioni di una destra che insegue i leoni della tastiera, lisciano il pelo ai patiti dell’identità religiosa del popolo italiano e tendono a ricuperare consensi sulla base di battaglie a dir poco di retroguardia fascisteggiante. E, quando Salvini si sposta dal terreno umorale a quello politico è ancor più goffo e ridicolo: i riscatti non si devono pagare. A votare Lega occorre avere la memoria corta: infatti i governi di centro-destra non si fecero scrupoli in passato di pagare riscatti ai terroristi pur di ottenere la liberazione degli ostaggi con tanto di passerella trionfale al cui confronto quella di Conte e Di Maio sembra una dimostrazione di estrema sobrietà.

L’altra questione vergognosamente cavalcata riguarda la regolarizzazione dei lavoratori immigrati sfruttati e fatti lavorare in nero.  «Mentre milioni di italiani sono chiusi in casa e hanno paura di perdere lavoro e risparmi di cosa si sta occupando il governo? Di una maxi-sanatoria per i clandestini. Non è rispettoso nei confronti degli italiani perbene e degli immigrati regolari. Il solo annuncio sta moltiplicando gli sbarchi. La Lega farà le barricate». Ora bisognerebbe verificare, se questo Matteo Salvini è lo stesso Matteo Salvini che durante la campagna elettorale del 2018 prometteva di rimpatriare 600mila “clandestini” e ci si dovrebbe ricordare che non se ne fece nulla. Ma la memoria in politica è diventata un optional. Ancor più clamoroso è rammentare che la Lega di “irregolari” ne ha regolarizzati quasi un milione. Lo ha fatto votando i provvedimenti dei governi Berlusconi a cui ha partecipato sia nel 2002 che nel 2009. Il primo, accompagnato alla Bossi-Fini, ne ha regolarizzati 700mila; il secondo, con Roberto Maroni ministro degli Interni, 294mila.

Indipendentemente dal merito delle suddette questioni, quale credibilità può avere un politico che dimentica o fa finta di dimenticare la storia del suo partito, assumendo posizioni nettamente contrastanti rispetto a quelle sostenute quando la Lega era al governo e non certamente in posizione defilata.

Qualcuno sostiene che solo gli stolti non cambiano mai idea! Winston Churchill diceva che fanatico è colui che non può cambiare idea e non intende cambiare argomento. Altri che il saggio dubita spesso e cambia idea. Lo stupido è ostinato, non ha dubbi, conosce tutto fuorché la sua ignoranza.

Posso essere d’accordo, purché il cambio di opinione non venga sciorinato in modo apodittico e ingiustificato e purché a monte ci siano mutamenti oggettivi di situazione tali da motivare seriamente una modifica del proprio pensiero. Non mi sembra proprio il caso di Matteo Salvini e del suo partito, che oltretutto si pongono in continuità con un discorso di centro-destra, seppure riveduto ed assai scorretto: basti pensare che al posto di Bossi abbiamo appunto Salvini, al posto di Gianfranco Fini c’è Giorgia Meloni (al peggio non c’è mai limite…), solo Berlusconi tiene botta, anche se ormai conta meno del due di coppe e non riesce certo a condizionare gli alleati di coalizione (?).

Qualsiasi persona, che in passato si fosse comportata come Salvini, sarebbe stata giudicata come un demagogo da strapazzo, ora invece vanno di moda i populisti, cioè coloro che, a prescindere dal merito dei problemi, dicono quanto la gente vuol sentirsi dire sul momento: poi ci si dimentica di tutto e si può tranquillamente disdire tutto e magari non farne niente o fare esattamente l’opposto.

Non so di quale repubblica (ho perso il conto…) faccia parte come tratto distintivo questo modo barbaro di fare politica. Bisogna spararle grosse per rincorrere gli sfoghi antisociali dei social, per dare i più irrazionali contentini agli scontenti di vocazione, per alzare la voce e coprire le proprie evidenti cavolate. E questo sarebbe fare opposizione? Opposizione a se stessi ed al buon senso! E questo sarebbe un modo serio di governare? Il malgoverno fatto realtà!

I populisti rischiano purtroppo di avere il controllo della politica. Tra di essi c’è posto anche e soprattutto per i fanfaroni e per i galoppini. Sarei imbarazzato a collocare Matteo Salvini. Dal momento che è un opportunista qualsiasi, propenderei per la categoria dei galoppini, se però considerassi i consensi che riesce inopinatamente a mietere, dovrei metterlo tra i fanfaroni. Come diceva papa Wojtyla, se mi sbaglio mi “coriggerete”.