E pensare che governavano insieme…

Un attacco alla sanità lombarda da parte del deputato M5s Riccardo Ricciardi scatena l’ira della Lega e costringe il presidente Roberto Fico a sospendere la seduta alla Camera durante il dibattito sull’informativa del presidente del Consiglio Conte sulla Fase 2. Contro l’affondo del M5S anche la leader di FdI Meloni, che ha parlato di precisa strategia della maggioranza. Ricciardi ha sostenuto che chi attacca il governo sulle misure anti-Covid “propone il modello Lombardia”.

Grida si sono alzate dai banchi del centrodestra, ma Ricciardi ha insistito: “Lei, signor Presidente del Consiglio, doveva fare come Gallera, che in conferenza stampa si presentava puntuale, e annunciava un ospedale per il quale hanno speso 21 milioni per 25 pazienti”. Un attacco frontale che però non è piaciuto neanche a tutti i parlamentari M5S tra i quali qualcuno parla di “toni eccessivi” da parte di Ricciardi.

Giancarlo Giorgetti, autorevole esponente leghista, uscendo dall’aula ha incontrato il ministro della salute Roberto Speranza: “Tira male, io ve lo dico: qui finisce male. Qualcuno deve metterli in riga perché una roba del genere è inconcepibile, coi morti che ci sono stati…”, dice il numero due della Lega. Speranza ha replicato: “Hai ragione. Che ti devo dire? Hai ragione”, ha detto il ministro della Salute scrollando il capo davanti all’ex sottosegretario leghista.

“Non è stato un attacco ma “un insulto ai lombardi”. É la risposta di Matteo Salvini all’intervento del deputato Ricciardi che ha infiammato l’aula della Camera dopo l’informativa del premier Conte. “Gli rispondo con le parole del professor De Donno, non un politico dunque: ‘lasciateci in pace, lasciateci lavorare, ci è esplosa una bomba in casa’. Questo piccolo uomo, questo ominicchio – ha detto ancora Salvini riferito al deputato M5S – si sciacqui la bocca prima di parlare dei cittadini lombardi e della sanità lombarda”.

Man mano che (forse) l’emergenza sanitaria coronavirus si stempera, almeno nelle impressioni un po’ di tutti, quel minimo di tolleranza reciproca, che aveva faticosamente caratterizzato i rapporti politici, si sta rivelando un fuoco che covava sotto la cenere e che sta incendiando in modo vergognoso il dibattito a livello parlamentare.

Prescindo dal merito della questione della sanità in Lombardia, su cui peraltro ho già fatto qualche riflessione, per puntare sul quadro politico che si sta delineando. Quando due populismi si scontrano non possono che provocare scintille, da cui possono nascere anche pericolosissimi incendi. Allo sbracato e chiaro populismo leghista fa riscontro quello subdolo e malcelato del M5S: si viaggia a colpi di bastone, si gioca allo scaricabarile, si trasforma il Parlamento in un “bar istituzionale” in cui sfogare le proprie ire sul nemico di turno. La pandemia? Colpa della sanità lombarda! L’azione del governo per l’emergenza? Una pletora di messaggi inutili e illusionistici! Questi i reciproci attacchi su cui non si può che litigare di brutto. Ha un bel daffare il presidente della Repubblica nel richiamare tutti al senso di responsabilità, all’unità ed alla collaborazione. La risposta è una bagarre infantile, disgustosa e insopportabile.

E pensare che questi signori, che non si risparmiano colpi sotto la cintura, hanno (s)governato insieme per oltre un anno. Pensiamo se fossero ancora insieme al governo in questo drammatico periodo…ne succederebbero delle belle…Speriamo almeno che la gente veda e si renda conto. Non invidio il partito democratico, peraltro non indenne da difetti e manchevolezze, il quale però deve fare i conti con un alleato che si pone sullo stesso piano populistico dell’opposizione leghista. Non invidio Giuseppe Conte, un premier che deve tribolare parecchio per frenare i bollenti spiriti di coloro che, a suo tempo, lo sono andati a scovare per portarlo a Palazzo Chigi.

L’attuale governo, a detta di tutti gli osservatori, non ha alternative. Ciò non significa che possa galleggiare su un quadro politico in via di progressivo deterioramento. Da una parte la più consistente forza di maggioranza, il M5S, che in preda alla sempre più evidente crisi di identità e di leadership, non rinuncia a cavalcare nei toni e nei contenuti i temi populisticamente più rilevanti, vale a dire l’euroscetticismo, l’immigrazione, il giustizialismo. Dall’altra la meno consistente forza politica, Italia viva, che, in preda al delirio del suo leader, gioca a fare l’ago della (s)bilancia. Aggiungiamoci un livello piuttosto mediocre dei ministri in campo.  Concludiamo il quadro: una opposizione rissosa e distruttiva con cui fare i conti. C’è di che preoccuparsi seriamente, anche perché la situazione in cui viviamo è semplicemente esplosiva sul piano economico e sociale. Attenzione alla tenuta democratica del Paese!