Don Abbondio in Bce

Il mio medico di famiglia, al quale non sarò mai sufficientemente grato per lo spirito di dedizione dimostrato nella cura a me e soprattutto ai miei genitori anziani e molto ammalati, sosteneva, in ossequio agli insegnamenti ricevuti da suo padre pure medico e dai suoi maestri a livelli universitario, che, di fronte anche alla più grave e disperante malattia, non si può e non si deve mai pensare e dire che non c’è niente da fare, c’è sempre qualcosa da fare. Non a caso sua madre, tra il serio e il faceto, definiva il figlio paradossalmente come il medico che non voleva che i propri malati morissero. Atteggiamento esemplare e ammirevole.

Da quanto ho letto nei resoconti di cronaca economica, sembra che Christine Lagarde, presidente della Bce, sia entrata nel negozio di cristalleria europeo contagiato dal coronavirus non con la delicatezza di un elefante, ma ancor peggio, vale a dire con l’incertezza di un pivello o, ancor meglio, con un coraggio alla don Abbondio. «Non siamo qui per chiudere gli spread, ci sono altri strumenti e altri attori per gestire queste questioni»: queste le sue parole nel pieno dell’emergenza, che hanno sollevato il polverone e hanno dato una ulteriore botta in testa alle borse già stordite dalla difficilissima situazione economica conseguente alla pandemia in atto. In parole povere: la Bce non può fare niente.

Nessuno pretende la bacchetta magica, ma che la Banca centrale europea non possa fare niente per riequilibrare la situazione finanziaria nelle quotazioni dei titoli di stato dei paesi europei è affermazione grave, irresponsabile e pilatesca.  L’ex direttore generale del Fondo Monetario Internazionale in conferenza stampa è riuscito a fare affondare i titoli di Stato italiani ed a fare esplodere lo spread. Le dichiarazioni sopra citate rappresentano l’opposto del draghiano “Whatever it takes” (Credetemi sarà abbastanza) del 2012 quando la Bce si dimostrò pronta a fare tutto il necessario per preservare l’Euro.

Come spiega il Corriere della Sera, i rendimenti dei titoli di Stato italiani sono esplosi dall’1,22% sulle scadenze decennali delle 14:42 fino a un picco dell’1,88% alla fine della conferenza della Lagarde. La presidente Bce ha sostanzialmente detto: non aspettatevi Mario Draghi. Lo ha ammesso: “Avevo detto che speravo di non dover mai fare un ‘whatever it takes’ e non intendo passare alla storia per un ‘whatever it takes due’”. Non era ciò che i mercati si attendevano, non è riuscita per nulla a convincerli di avere il controllo della situazione. Le misure annunciate hanno deluso. Le aspettative dei mercati per le mosse della Banca Centrale Europea sotto la guida Lagarde all’alba di una nuova crisi come quella del 2008 sono state ampiamente disattese, quasi ignorate a guardare l’andamento dei principali listini del Vecchio Continente. Il pacchetto di misure annunciato da Lagarde è stato valutato gravemente insufficiente: un Quantitative Easing aggiuntivo da 120 miliardi in tutto, poco più di 13 miliardi al mese (in media) rispetto al minimo sindacale atteso, i 20 miliardi aggiuntivi a quelli già previsti; tassi che restano fermi, e poi nuove aste per immettere liquidità nel sistema bancario e condizioni più favorevoli per i prestiti mirati alle banche dell’eurozona.

Non sono in grado di affrontare i tecnicismi di funzionamento della Bce, ma resto perplesso dall’atteggiamento del successore di Draghi. Forse ci eravamo abituati “male”, con un governatore centrale che credeva all’Europa e interveniva con garbo, ma con altrettanta decisione a sostegno dell’economia europea. Coloro che si stanno stracciando le vesti e chiedono le dimissioni della Lagarde, dovrebbero però fare un profondo esame di coscienza dal momento che in passato misero in non poco imbarazzo Mario Draghi con attacchi sconsiderati e masochistici. Forse lo andrebbero a riprendere in ginocchio col capo cosparso di cenere.

L’Italia sta attraversando una condizione difficile e la sua esperienza di contrasto alla diffusione del coronavirus sarà probabilmente utile per tutti i Paesi dell’Unione Europea. Si attende quindi, a buon diritto, quanto meno nel comune interesse, iniziative di solidarietà e non mosse che possono ostacolarne l’azione. È quanto afferma una nota del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che, come ben si sa, non sbaglia un colpo.

Il contagio economico che si è esteso alle borse europee fortunatamente starebbe per indurre la Ue a sospendere di fatto il patto di stabilità: la Commissione europea sarebbe pronta a utilizzare la clausola anticrisi 1466/97 sulla sorveglianza dei bilanci che di fatto sospende gli aggiustamenti di bilancio in caso di grave contrazione dell’economia. Dal canto suo la Fed, reagendo a un nuovo crollo di Wall Street, ha annunciato un’iniezione di liquidità di 1500 miliardi nei prossimi giorni. Risultano quindi oltre modo censurabili la presa di posizione e la tattica attendista della Bce. Non voglio scaricare la tensione su Christine Lagarde “promuovendola” a capro espiatorio, ma non posso evitare di rifugiarmi nel noto proverbio secondo il quale “le disgrazie non vengono mai da sole”. Facesse un corso accelerato on line con Mario Draghi: sono sicuro che con delicatezza e serietà le farebbe notare come sia squallido mettersi semplicemente al coperto e come qualcosa di utile si possa fare in mezzo alla bufera dei mercati. Provarci almeno è d’obbligo.