Il jazz, musica da Camera

Non sono un cultore della psicologia e lasciamo perdere il fatto se gli psicologi meritino o meno l’attenzione che l’attuale società sta loro riservando. Se posso dire la mia, nutro poca stima nei confronti di tre categorie di esperti, studiosi (no scienziati): psicologi, sociologi ed economisti. Spero di non offendere o irritare nessuno perché di paradossi si tratta. Gli psicologi hanno sempre ragione in quanto, per il dritto o per il rovescio, in un modo o nell’altro, in un senso o nel suo contrario, trovano sempre una spiegazione, piuttosto campata in aria, e nessuno è in grado di confutarla. I sociologi, come detto più autorevolmente da altri, si dedicano, più o meno abilmente, alla elaborazione sistematica dell’ovvio, fanno una fotografia, più o meno nitida, della situazione. Gli economisti elaborano teorie che si rivelano sempre e sistematicamente sbagliate: in parole povere non ci pigliano mai.

Questa volta tuttavia, mi cospargo il capo di cenere e riporto quanto scrive la psicologa Brunella Gasperini: “Dovremmo imparare a improvvisare nella nostra vita, come fanno i musicisti jazz: inventare sul momento, intraprendere percorsi spontanei che spaziano e sorprendono, vanno oltre la rassicurante partitura, escono dai soliti percorsi. Che riescono bene proprio quando non sono pensati ma lasciati liberi di seguire le sensazioni del momento. Dovremmo “diventare jazzisti” per la nostra evoluzione personale. Immediati, spontanei, intuitivi. Accordati con il nostro mondo sommerso, intonati al nostro istinto, quell’insieme di emozioni, spinte, passioni, informazioni che sa molto di noi, dei bisogni e dei desideri. Che può indicarci la direzione per realizzarci. Perché tendiamo a essere soprattutto esecutori nella vita, spesso anche bravi, senza riuscire però a spingerci oltre lo spartito, uscire dal tema in modo creativo. Schiacciati da strati smisurati di logica, conformismo, razionalità. Viviamo in una cultura che non ci aiuta, in questo, che esalta la mente matematica e organizzata, che ritiene la ragione superiore a tutto e l’emotività solo un insieme di aspetti da contenere”.

Questo lungo preambolo mi serve per apprezzare la stizzita reazione di Nancy Pelosi, la speaker della Camera Usa, al terzo discorso sullo stato dell’Unione tenuto dal presidente Donald Trump. Nessuna stretta di mano, poco prima dell’inizio del discorso con la terza carica dello Stato, che a sua volta aveva accolto Trump nell’aula della Camera senza ricorrere alla consueta formula “è un mio onore e privilegio introdurre il presidente degli Stati Uniti”. Non solo. Pelosi è stata inquadrata mentre con un gesto di stizza strappa la copia del discorso che le era stata consegnata dal presidente. Tagliente il suo commento riportato dai media Usa: “L’ho strappata? È stata la cosa più cortese, considerando quali potevano essere le alternative”.

Da quanto ho potuto capire il presidente Trump ha inanellato una lunga e insopportabile serie di sparate demagogiche e trionfalistiche, dipingendo gli Usa come il paese dei balocchi e trattando gli americani e i cittadini del mondo come se fossero degli allocchi. Bella e coraggiosa la reazione di Nancy Pelosi, così come prefigurato dall’analisi psicologica di cui sopra. Si è sempre discusso, peraltro in tono maschilista, della istintività femminile contrapposta alla razionalità maschile: niente di scientifico e tutto di sessismo fallocratico. Alla (ir)razionale ovazione di consenso parlamentare verso le vomitevoli analisi trumpiane preferisco di gran lunga l’emozionale e clamoroso dissenso del vertice istituzionale camerale.

Il mondo sta prendendo una brutta piega: l’orchestra è diretta sulla base di una partitura inquietante e con un piglio assurdamente e sostanzialmente antidemocratico e reazionario. Quindi mi sembra molto opportuno l’invito a “diventare jazzisti”, ad adottare una musica d’urto, che scuota le menti e infiammi i cuori. Pur con tutte le cautele del caso, servirebbe una “sardinizzazione” a livello statunitense e mondiale: purtroppo negli Usa i democratici sono imbambolati e paralizzati, giocano a fare gli sparring partner di Trump. Sveglia ragazzi, perché qui stiamo andando tutti a puttane! Con tutto il rispetto per le puttane e tutto il disprezzo per Trump!