I deboli in discarica

Tre fatti (crepi tristemente l’avarizia!), pubblicati contemporaneamente, qualche tempo fa, dal quotidiano La Stampa, con un unico ed inquietante filo conduttore: l’intolleranza violenta verso i soggetti deboli in quanto diversi. Donne, clochard, lesbiche.

  • Erano fidanzati da meno di un anno. Avevano trascorso la serata insieme, cenato e ascoltato un po’ di musica prima di andare a dormire. Nel cuore della notte lui si è svegliato dicendo di non stare bene ed è rimasto molto agitato fino al mattino. Poi è andato in cucina, ha preso un coltello affilato sulla tavola ancora da sparecchiare dalla sera prima e ha puntato dritto verso la donna dicendo di volerla uccidere. Lei ha fermato la lama con le mani, riportando tagli ai palmi, ma evitando una ferita più profonda al ventre. Poi è scappata ed è riuscita a chiamare aiuto. È successo ad Alba, la mattina del 4 gennaio. Protagonista una coppia di trentenni italiani, entrambi impegnati nelle rispettive attività di famiglia, lei albese, lui residente in un paese di Langa. L’uomo ora si trova ai domiciliari per tentato omicidio.

 

  • Una cabina telefonica serrata con un nastro adesivo arrotolato a più mandate. Bloccata da due pedane in truciolato, di quelle usate al mercato per scaricare cassette, pacchi e scarti d’ogni genere, anche umano. Perché come un oggetto da scartare, rifiutare e allontanare con una barriera fisica, ben visibile, è stata trattata una donna senza fissa dimora, che lì aveva trovato riparo. Dormendo all’addiaccio protetta da pochi stracci a mo’ di coperta alla periferia sud di Roma. In via Tor de Schiavi, nel quartiere di Centocelle, lo stesso che a pochi passi ospitava la libreria antifascista “La Pecora Elettrica” data un mese fa alle fiamme e da allora mai più riaperta. La gente di qui si era ribellata, era scesa in piazza per dire no alle intimidazioni e alle violenze di ogni tipo. E lo ha fatto anche stavolta, anche se in maniera diversa, senza manifestare in corteo, ma segnalando un «fatto vergognoso»: il mancato aiuto alla persona che sopravviveva in quella cabina. Hanno cioè segnalato la presenza di una giovane donna che dormiva in una cabina telefonica e la prima risposta, che è quella che conta, è stato lo sbarramento della cabina stessa per togliere a quella poveretta anche quel ricovero di (s)fortuna.

 

  • Il volto insanguinato, le ginocchia sbucciate, lo sguardo spaventato: sono le immagini di Charlie Graham, ragazza di vent’anni di Sunderland nel Nord dell’Inghilterra dopo essere stata aggredita per la quinta volta, perché lesbica. Le foto sono su Facebook e le ha pubblicate la madre di Charlie, Michelle Storey, perché questa volta madre e figlia sono determinate a trovare i responsabili. La vicenda rimbalza su tutti i principali media britannici che danno conto della testimonianza di Charlie e del suo grido di dolore: a Sky News ha riferito di essere stata colpita con un pugno alla testa e di essere stata spinta al suolo, aggredita da due uomini. “Quando ho tentato di rialzarmi – ha spiegato la ragazza – sono stata spinta di nuovo a terra. Mi sono scorticata il volto, tutto tagliato”. E non è la prima volta: “L’ultima volta sono stati necessari punti di sutura per un taglio al sopracciglio. Due volte prima i tagli erano alla guancia, ho avuto occhi neri, mi sono state urlate contro cose”, ha raccontato Charlie, “E’ spaventoso ed è un colpo duro per la fiducia in se stessi”. “Ho avuto attacchi di panico: solo pensare di uscire, pensare di dover rientrare a casa, adesso mi fa paura”.

La nostra società di fronte a certe categorie in difficoltà umana, psicologica, economica, non solo alza le spalle o si volta dall’altra parte, atteggiamento già di per sé deplorevole, ma fa molto di più, con le buone (si fa per dire) o con le cattive (si fa sul serio) vuole spazzare via i casi ingombranti, come si dovrebbe fare (e non si fa) con i rifiuti veri e propri.

Papa Francesco, unica voce autorevole che si alza in difesa di questi soggetti, viene considerato un pontefice prestato alla politica ed invitato a chiudersi in Vaticano ed a preoccuparsi di rendere belle le anime lasciando perdere i corpi martoriati.  Coloro che si impegnano volontariamente in soccorso delle persone in difficoltà vengono etichettati come inutili e fastidiosi buonisti del cavolo. I politici, se mai hanno il coraggio di prendere in seria considerazione certe scomode problematiche, vengono cordialmente invitati a preoccuparsi della sicurezza dei forti messa in discussione dalla disperazione dei deboli. Questa è la follia perbenista (nazifascista) in cui stiamo precipitando.