Le pierinate governative

Gli scontri all’interno del governo sono costantemente all’ordine del giorno. In un certo senso nella storia passata e recente è sempre stato così, forse i litigi però rimanevano opportunamente nella sala riunioni di palazzo Chigi, mentre oggi tutto viene spifferato e pubblicato, magari in modo enfatico e fuorviante.

L’ultimo per chi non se ne sbatte (come il sottoscritto) è su come impiegare i circa 400 milioni di euro finiti in extremis sul piatto. Un po’ di trippa per i gatti dovrebbe renderli meno aggressivi, nossignori. Stando alle indiscrezioni giornalistiche, le risorse sarebbero state trovate, ma c’è un braccio di ferro tra le forze politiche su come impiegarle. Italia Viva continua a chiedere la soppressione di plastic tax e sugar tax mentre dal Pd cresce la pressione per destinare le risorse al taglio delle tasse per i lavoratori. Un compromesso sembra che l’abbiamo trovato a forza di rinvii: mediazioni al livello più basso.

Il problema è quindi che le diverse anime del governo – da M5S a Pd, passando da Iv e Leu – vogliono destinare le risorse a finalità differenti. In particolare è scontro duro fra il Pd e Iv.  Iv accusa i Dem di ostacolare la proposta di cancellare le microtasse per non fare un favore a Renzi. I Dem ribattono che solo grazie a loro si sono trovati 23 miliardi per il taglio dell’Iva e oltre 3 miliardi per tagliare le tasse ai lavoratori: «Se Iv non vuole tagliare le tasse sul lavoro solo per fare un favore ai produttori di bibite gassate, lo dica». Il M5S non avrebbe preso parte allo scontro, ma chiede di usare le nuove risorse per i contratti dei vigili del fuoco. Con tutto il rispetto per i vigili del fuoco e le loro sacrosante esigenze che si ripercuotono sulla sicurezza di tutti, mi sembra un escamotage per non mettere il dito fra moglie e marito.

Sembrerebbero questioni di lana caprina, ma in realtà non lo sono. Alla base esistono filosofie politiche diverse. Non è la stessa cosa togliere le tasse alle imprese operanti in certi settori o abbassarle ai lavoratori: i due estremi si toccano solo se consideriamo i settori della plastica e dei prodotti zuccherati e gli interessi dei lavoratori operanti in queste imprese. A costoro suonerebbe come una beffa avere meno tasse in busta paga a costo di mettere a repentaglio il loro posto di lavoro. Non ho approfondito, ma mi sembra comunque un po’ eccessivo gridare con tanta forza al lupo ed ipotizzare che siano a rischio migliaia di posti di lavoro in conseguenza della plastic tax e della sugar tax.

La riflessione che faccio è però un’altra. Possibile litigare sempre su tutto: dal Mes alla prescrizione, dall’Ilva all’Alitalia, dalle tasse alle elezioni regionali, dalla riduzione dei parlamentari al sistema elettorale, etc. etc.? Forse manca chi riesca a mediare ed a sintetizzare. Dovrebbe essere il ruolo del presidente del Consiglio, ma Giuseppe Conte, che a questo riguardo non è l’ultimo arrivato, non sembra farcela, anche se all’ultimo minuto uno straccio di accordo riesce a trovarlo (tutto sommato gliene sono grato!). Effettivamente la bassa statura dei contendenti rende impossibile ragionare seriamente.  Certo, se si continua a discutere con la riserva mentale delle elezioni anticipate, non si va da nessuna parte. Credo che il Capo dello Stato, mettendo in campo tutto il suo carisma, potrebbe richiamarli tutti, nei dovuti modi, all’ordine, minacciandoli, alla prima occasione, di sciogliere il Parlamento. Forse però servirà solo a schiamazzare davanti a Mattarella, come fanno i bambini, che si danno la colpa l’un altro.

Il governo giallo-rosso è nato anche per evitare le elezioni anticipate ed una facile e demagogica vittoria della Lega: qualcuno sostiene che sia un obiettivo minimale, tale da non   giustificare la nascita e la vita di un governo. In teoria può essere vero, ma a volte l’idea di evitare il peggio può innescare miracoli. Fatto sta che i presupposti del governo del sollievo (lo continuo a provare e continuo a sperare…) stanno venendo meno uno dopo l’altro: l’europeismo scricchiola, l’antisalvinismo non funziona, guadagnare tempo nemmeno, fare qualche passo avanti per rilanciare l’economia del Paese e salvare il salvabile sembra impossibile.  Speriamo nelle sardine, anche se da esse ci aspettiamo un po’ troppo. Chissà, chi lo sa!?