Il trionfo dei cazzari

La Corte di Cassazione ha disposto la revoca dell’obbligo di dimora per il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, che viene pertanto reinsediato nella sua carica. È accusato di abuso di ufficio e falso nella vicenda degli affidi illeciti, ma può riprendere il suo mandato. “Dopo la revoca delle misure, Andrea Carletti da oggi può tornare a fare il sindaco in municipio a Bibbiano, nel pieno delle sue funzioni”, ha infatti detto il Prefetto di Reggio Emilia, Maria Grazia Forte. E lui commenta: “Lo so, è un solo un primo passo, ma riassaporare dopo cinque mesi il gusto della libertà è una sensazione indescrivibile”.

La vicenda giudiziaria non è affatto chiusa, anche se prende una discreta “sgonfiatina” per quanto concerne le responsabilità penali di questo pubblico amministratore e di una classe politica dirigente a livello periferico. La giustizia fa il suo corso, mentre la politica corre immediatamente alle conclusioni. La strumentalizzazione ha costruito immediatamente il museo degli orrori in quel di Bibbiano a prescindere dall’accertamento giudiziario e definitivo dei fatti. Questo gioco al massacro porta solo confusione, accanimento e discredito.

Intendiamoci bene non sono favorevole al silenzio sepolcrale sulle responsabilità della politica, anche se ho l’impressione che in Italia, come diceva Vittorio Zucconi, si vogliano i servizi segreti pubblici e, aggiungo io, i colpevoli prima dei processi. L’inchiesta sugli “affidi truccati” presenta aspetti inquietanti bisognosi di essere chiariti con la puntuale individuazione di eventuali responsabilità personali. La politica dovrà inoltre accertare se ci sono state omissioni nei controlli e mera acquiescenza ad andazzi speculativi spacciati per conquiste socialmente avanzate. Nel merito di questi discorsi sono già onestamente e obiettivamente entrato in precedenti commenti ai fatti del giorno, a cui rinvio i lettori più pazienti  e attenti.

Qualcuno ha eiaculato precocemente alla vista delle difficoltà dell’indirizzo politico emiliano-romagnolo in materia di assistenza. Quegli stessi che criminalizzano la sinistra rea di portare via i bambini alle famiglie per sostenere l’intrusiva impalcatura socio-educativa pubblica, non hanno preso spunto dagli scandali della sanità in Lombardia per criminalizzare il liberismo affaristico dei governanti di destra. Ma tant’è…

La Lega esibiva il cappio in Parlamento ai tempi della prima tangentopoli, salvo poi allearsi e governare con l’angioletto Silvio Berlusconi. Qualche mese fa durante il dibattito sulla fiducia al governo Conte, al Senato si scatenava la bagarre per una maglietta mostrata da Lucia Borgonzoni con scritto “Parliamo di Bibbiano”. In un clima di provocazioni, cori e insulti, dopo che la senatrice leghista Lucia Borgonzoni aveva esibito una maglia bianca con la scritta “Parliamo di Bibbiano” la seduta era stata sospesa dalla presidente Elisabetta Casellati. Lo stop era durato qualche minuto durante i quali i senatori leghisti si erano alzati ed erano andati a congratularsi con la collega Borgonzoni. Alla ripresa della discussione, i banchi del governo erano ancora vuoti e allora la senatrice che doveva concludere ancora il suo intervento ha ripreso la parola affermando che forse il presidente non voleva che si parlasse di questo argomento perché non gliene importava nulla dei bambini e delle famiglie. Applausi ironici e cori “dignita’, dignita’”, “Bibbiano, Bibbiano” avevano poi accolto il premier che rientrava nell’emiciclo. Ora la Lega si candida a governare l’Emilia-Romagna e il Paese assieme a chi non voleva parlare di Bibbiano (mi riferisco a Forza Italia).

In questi giorni il leader leghista ha rivolto pesantissime accuse al premier Conte definendolo, nella migliore delle ipotesi, un bugiardo e, nella peggiore, un traditore. Il presidente del Consiglio ha chiarito con puntualità e precisione il comportamento suo e del governo, di cui peraltro faceva parte non certo secondaria anche la Lega, ma, anche a livello dell’informazione, è rimasta l’ombra diffamatoria su Giuseppe Conte (della serie l’importante è parlarne, anche e soprattutto male, poi…).

Qualcuno si scandalizza che i cinquestelle governino (non so fino a quando) con il Pd e poi nelle regioni vadano per conto loro. La lega ha governato le regioni con Forza Italia, il che non gli ha impedito di andare al governo coi grillini, gli antiberlusconiani più viscerali e sfegatati. I mali non sono le alleanze ballerine, ma la politica senza etica e rispetto reciproco. Antonio La Russa, storico esponente della destra, veniva burlescamente soprannominato “La Rissa”: ebbene, ha fatto scuola.

Gli esempi potrebbero continuare a dimostrazione che la politica sta diventando un match di pugilato senza regole, dove sono ammessi i colpi sotto la cintura. E gli italiani si divertono a stare a bordo ring. Le “Sardine” hanno abbandonato clamorosamente gli spalti, non hanno accettato la sfida, ma sono andati a giocare in un altro campo, quello della Costituzione e della buona politica. Speriamo abbiano il coraggio di insistere e trovino consenso nei cittadini e udienza dai politici più seri. Vinceranno loro o i cazzari di turno? Purtroppo, mentre nella serata del 10 dicembre le Sardine si troveranno in migliaia a Torino in piazza Castello, sempre a Torino si svolgerà una penosa manifestazione a sfondo religioso (?) per impetrare aiuto e protezione dalla Vergine Maria a favore di Matteo Salvini. Lui sì che ha ben chiaro cosa fare per recuperare la nostra identità nazionale dopo che nel corso degli anni c’è stata una costante e continua perdita dei nostri valori di riferimento. Le Sardine? Mancano di pensiero politico e di idee! Resto basito. Qualcuno (moltissimi) mi urla: “È la politica italiana, stupido!”. Contento di essere stupido.