La renitenza alla civiltà democratica

Il professor Luigi Magnani, noto critico d’arte, annotava acutamente come spesso il superficiale visitatore di pinacoteche si soffermasse a lungo davanti ad un quadro “di scuola” e passasse velocemente oltre davanti al capolavoro. Grave sintomo di impreparazione ed incompetenza, ma anche e soprattutto di carenza educativa in materia artistica.

Siccome anche la politica è un’arte, l’osservatore sbrigativo, passando in rassegna il corso delle vicende politiche, purtroppo costellato di scandali, finisce col rimanere colpito dai piccoli eventi, magari gonfiati ad arte, e rimane indifferente di fronte a questioni enormi, solo perché non hanno un riscontro pratico immediato.

Stiamo costruendo un castello di sabbia su un fantomatico conflitto d’interessi del premier Giuseppe Conte, un galantuomo prestato alla politica, mentre ci sta sfuggendo un fatto di gravità inaudita: le forze politiche riconducibili al centro-destra, che fra l’altro si autocompiacciono, presuntuosamente e intempestivamente, di essere  maggioranza nel Paese, al Senato si sono astenute sulla istituzione della Commissione straordinaria, promossa da Liliana Segre, per il contrasto dei fenomeni di intolleranza e razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza.

È sotto gli occhi di tutti l’insorgenza di tali fenomeni nei confronti di persone o gruppi sociali sulla base di alcune caratteristiche quali l’etnia, la religione, la provenienza, l’orientamento sessuale, l’identità di genere o di altre particolari condizioni fisiche o psichiche. Ebbene, la senatrice a vita Liliana Segre, l’ex bambina che fu deportata ad Auschwitz e una dei 25 piccoli italiani sopravvissuti all’Olocausto, ha promosso la costituzione della commissione di cui sopra, contando su un voto ampio e sperando che nella battaglia contro l’odio in generale il Senato avrebbe trovato una sintonia generale.

Neanche per sogno. Anche se dopo l’approvazione l’Aula l’ha applaudita a lungo, tutti in piedi, ed Emma Bonino si è avvicinata e le ha stretto la mano, anche se la vicinanza a parole è stata unanime, specie dopo i tanti insulti ricevuti, resta il vulnus di un centro-destra che si è appunto astenuto con argomentazioni da brivido. Per FdI, ad esempio, tra le espressioni di odio, nella mozione messa ai voti, si citano nazionalismo ed etnocentrismo e allora il senatore Giovanbattista Fazzolari ha osservato: “Così si mette fuorilegge Fratelli d’Italia”: con quel vergognoso voto FdI si è veramente ed autonomamente messa fuori dalla Costituzione Italiana. Con un occhio attento alla storia ci si poteva arrivare ugualmente, ma ne abbiamo avuto la sconcertante ed ignobile riprova.

Per la Lega non è in dubbio la buona fede e la storia dell’ex deportata (gentile e sciocca concessione: mancava solo che ritenessero Liliana Segre in mala fede e magari negassero la sua storia), ma esisterebbe il rischio  di “un uso strumentale” della commissione. Certo, la commissione altro non è che uno strumento per snidare e combattere ogni e qualsiasi manifestazione e tentazione di odio e violenza. E allora di cosa hanno paura i senatori leghisti? Di non poter più impunemente seminare paura, discordia e rancore? Di perdere consenso in certe frange (?) di violenti, in certi ambienti, nostalgicamente ma pericolosamente, rivolti alle ideologie di un passato nefasto e catastrofico?

Il capogruppo leghista Massimiliano Romeo in Aula ha fatto qualche esempio: “Sostenere che la famiglia è formata da un uomo e una donna è un’espressione di odio rispetto ad altri tipi di famiglia?”.  Nossignori, ma è odio fomentare avversione e discriminazione verso gli altri tipi di famiglia. Continua Romeo: “Dire che l’immigrazione illegale può mettere a repentaglio la nostra civiltà è odio?”. Sì, perché l’immigrazione non mette a repentaglio un bel niente, siamo noi con la nostra inciviltà che abbiamo messo a repentaglio la vita di milioni di persone, le quali ora cercano disperatamente un briciolo di spazio e di vita dignitosa.

Anche Forza Italia alla fine si è piegata alla ragion di destra, dichiarando per bocca di Lucio Malan: “Riteniamo troppo ambiguo il passaggio sul contrasto ai nazionalismi e la necessità di colpire dichiarazioni sgradite, anche quando non siano lesive della dignità della persona”. Ci rendiamo conto a quale livello di “raffinatezza” antidemocratica siamo arrivati? Stiamo a disquisire mentre assistiamo tutti i giorni ad episodi di razzismo e di intolleranza: roba da matti. Se Berlusconi voleva chiudere in “bellezza” la sua vita politica, ci sta riuscendo alla grande.

In molti, a cominciare da Liliana Segre, si sono dispiaciuti della divisione creatasi in Senato. Non mi associo, anzi ritengo un fatto positivo che la destra butti la maschera: meglio sapere fino in fondo con chi si ha a che fare. Ognuno si prenderà nelle Istituzioni e nelle urne le proprie responsabilità. Certo, come ha detto il cardinale Parolin, “ci sono cose su cui dovremmo convergere, sui valori fondamentali dovremmo essere tutti uniti”. Prendiamo purtroppo atto che non è così. Dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella è venuto l’ennesimo invito “a non abbassare mai la guardia e a non sottovalutare tentativi che negano o vogliono riscrivere la storia contro l’evidenza, allo scopo di alimentare egoismi, interessi personali, discriminazioni e odio”. Adesso sappiamo ancor meglio di prima che questi tentativi trovano rispondenze omertose nell’Aula del Senato. Sappiamoci regolare!