Seggiolini e seggioloni

Per ironia della sorte il giorno in cui viene varato il decreto che impone l’uso nelle automobili dei seggiolini anti smemoratezza genitoriale, in un asilo del torinese una macchina viene parcheggiata in salita senza freno a mano e investe alcuni bambini ferendone uno in modo piuttosto grave. Io ci vedo una morale, senza voler colpevolizzare alcuno: non c’è decreto che tenga, se non si sta attenti a quel che si fa. Ammetto sia difficile porre sempre la massima attenzione nel nostro comportamento, ma non esiste alternativa sufficiente ad evitare i rischi. Aiutati che il decreto ti aiuta.

Il Parlamento italiano avrà 345 parlamentari in meno: una legge di riforma costituzionale approvata quasi all’unanimità. Non entro nel merito del drastico provvedimento: il numero dei parlamentari non è un assoluto della democrazia, il parlamento sì, almeno di una democrazia parlamentare come la nostra. Facendo però un parallelismo con il discorsetto di cui sopra, non illudiamoci di avere risolto così il problema della distanza politica delle istituzioni dai cittadini, la questione della correttezza della politica e, men che meno, l’esigenza di risparmiare sulle spese erariali.

La nostra società, a tutti i livelli e in tutti i campi, è alla disperata ricerca delle scorciatoie e si illude così di raggiungere frettolosamente la meta, senza capire che l’uso delle scorciatoie presuppone una chiara e precisa consapevolezza della destinazione finale e della strada maestra, su cui, prima o poi, bisogna tornare.

Se consideriamo la politica come un inutile spreco di risorse e la tagliamo di brutto, rischiamo di non ritornare più sulla strada principale della democrazia e di vagare perdutamente nei meandri del populismo. Non darei quindi al provvedimento appena varato un significato eccessivo: o serve al recupero di efficienza del parlamento (e non sarà cosa facile) o rischia di indebolire ulteriormente il rapporto fra cittadini e istituzioni. Non intendo drammatizzare questa legge né in senso positivo, né in senso negativo. Sicuramente può essere solo un tassello in una ben più ampia riforma costituzionale e in un processo di rifondazione della politica al servizio dei cittadini.

Una complessiva riforma della carta costituzionale è stata ripetutamente tentata e regolarmente fallita. L’ultimo tentativo renziano è stato ignobilmente esorcizzato: poteva essere certamente qualcosa di più e di meglio rispetto alla sbrigativa sforbiciata dei parlamentari. In Italia l’importante non è cambiare seriamente, ma far finta di cambiare assai poco seriamente.

Cosa serve l’obbligo dei seggiolini anti-panico se i genitori non riescono a impostare la loro vita nel rispetto di quella dei figli anche a costo di impoverirsi materialmente. Cosa serve mettere in galera chi usa maldestramente l’automobile se non capiamo che la macchina è un bene da usare con grande e scrupolosa attenzione a costo di perdere (?) un po’ di tempo e di fare un po’ meno gli sbruffoni. Cosa serve ridurre le seggiole istituzionali se chi le occupa è e resta un incapace e chi lo elegge lo fa in base a criteri superficiali e genericamente protestatari. Diamoci tutti una bella e sana regolata, poi se ne potrà parlare.