Mamma li americani!

Chi capisce cosa succede in Siria è bravo. Ho rinunciato da tempo e mi sono rifugiato nel pacifismo ante litteram considerato che tutte le parti in causa mettono in campo interessi inconfessabili. Forse solo i Curdi, con la loro storica ricerca di un territorio autonomo, meritano considerazione e infatti sono lì in mezzo e prendo botte da tutte le parti, dai nemici e dagli amici.

Di fronte alla Turchia che fa un gioco spregiudicato di invadenza, i Paesi europei sembrano maldestramente condannare, gli Usa dicono e disdicono, la Russia rientra in campo, i Paesi arabi farneticano come loro solito. Ci penserà il Consiglio di sicurezza dell’Onu a non concludere un cazzo. Mi scuso per la superficialità di giudizio e per il tono meramente provocatorio.

Nel bailamme siriano mi ha però colpito una frase sibillina pronunciata dal presidente americano Donald Trump, il quale ha gettato acqua sui timori di combattenti dell’Isis in fuga dalla Siria per l’attacco della Turchia, indicando che tanto «scapperebbero in Europa». Trump, incalzato dai giornalisti sulla sua decisione di ritirare le truppe Usa dal nord della Siria e il conseguente attacco di Ankara, ha detto che nella lotta all’Isis «non c’è stata reciprocità» con l’Europa e che le responsabilità dell’America nella cattura dei militanti sono state spropositate rispetto all’impegno degli alleati.

In buona sostanza a Trump non frega niente se i terroristi invadono l’Europa anche perché avrebbe fatto ben poco per contrastarli. Non sono in grado di valutare oggettivamente il contributo dato dalla Ue alla lotta contro l’Isis, ma prendo atto che l’alleanza euro-americana non esiste più e Trump ci tratta come uno dei tanti pezzi che si muovono sulla scacchiera internazionale. Mi scappa detto che forse non ha tutti i torti Matteo Salvini a spingere per un rapporto di qualche collaborazione con la Russia di Putin: stanno saltando infatti i tradizionali legami occidentali.

Quando l’indomani della elezione (?) di Trump, che io giudico un colpo di stato legalizzato (ricordiamoci che Hillary  Clinton aveva ottenuto oltre un milione di voti in più…), molti alzavano le spalle sostenendo apertamente o tacitamente che in fondo si trattava di questioni americane, sbagliavano di grosso e forse se ne stanno accorgendo allorché Trump ammette di essere disinteressato alle eventuali ripercussioni terroristiche sull’Europa a causa del disimpegno americano in Siria e della contemporanea offensiva scatenata dalla Turchia.

D’altra parte ancor più emblematica è la questione dei dazi americani sui prodotti europei: ognuno si faccia i propri interessi, punto e stop. Questo è il clima in cui viviamo. I rapporti internazionali sono sempre stati inquinati da sporchi interessi di parte, ma forse stiamo raggiungendo l’apice della confusione nella quale oltre tutto l’Europa parla lingue diverse da tutti i punti di vista. C’è di che essere sconfortati. Come Italia abbiamo un grosso vantaggio, quello di poter contare sulle doti diplomatiche e sulla lungimiranza politica di un autentico statista come Luigi Di Maio. Al solo pensare che la nostra politica estera sia in mano a lui mi viene freddo. L’hanno messo lì per dargli un contentino dopo la debacle pentaleghista di cui era il trimalcione grillino. Ma non si poteva trovargli un posticino un po’ più defilato?