Il primato della coscienza

L’Aula della Camera, con voto segreto, ha negato l’autorizzazione all’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del deputato di Forza Italia Diego Sozzani, indagato in un’inchiesta della Dda milanese con l’accusa di illecito finanziamento dei partiti e corruzione. È stato negato anche l’uso delle intercettazioni telefoniche nell’ambito dell’inchiesta stessa.

Si è gridato al quasi-scandalo volendo intravedere in questi voti da una parte la difesa d’ufficio della casta, dall’altra un’operazione politica di contatti fra maggioranza e Forza Italia con l’obiettivo di blindare il governo al Senato: siamo alla dietrologia a tutti i costi.

Nessuno si preoccupa di spiegare in cosa consistano e su cosa si basino le accuse mosse a questo deputato; mi auguro che i suoi colleghi, chiamati ad esprimersi sulla fondatezza del procedimento giudiziario avviato, abbiano, nei limiti del possibile, approfondito il caso sulla base della documentazione a loro disposizione. Non si tratta di una questione politica, né di una questione di governo: c’è in ballo la persona e la dignità di un parlamentare.

Per legge, nessun parlamentare italiano può subire una limitazione della libertà personale – come ad esempio l’arresto ai domiciliari o altre misure cautelari – a meno che lo permetta esplicitamente la Camera a cui appartiene. A luglio la Giunta per le autorizzazioni della Camera aveva votato a favore della richiesta della procura di Milano, quindi dei domiciliari. Nel voto finale in aula a scrutinio segreto, 309 deputati hanno votato per respingere la richiesta della procura, e solo 235 per accoglierla. Se i deputati, a maggioranza, dopo aver ascoltato anche l’accorata autodifesa dell’interessato, hanno ritenuto che non esistessero gli estremi per concedere l’autorizzazione e/o che ci fossero seri dubbi in merito ad essa, non vedo motivo per stracciarsi le vesti, gridare all’inciucio e intorbidire le acque.

Il leader (?) del M5S, Luigi Di Maio, ha commentato il voto in questi termini: «Chi ha votato contro l’arresto di Sozzani dovrebbe risponderne davanti all’opinione pubblica. E invece a causa del voto segreto, non ne risponderà davanti agli italiani. È proprio in questi casi che emerge tutta la differenza tra noi e il resto del sistema». Nossignori, di quel voto i parlamentari dovranno rispondere solo ed esclusivamente davanti alla propria coscienza ed il voto segreto, in casi del genere, mi sembra sacrosanto. Quanto al sistema, è ora di finirla con questi rivoluzionari da operetta, che hanno appena (giustamente) trafficato nella cucina del sistema per preparare il piatto indigesto del Conte 2 e ora fanno gli schizzinosi se qualcuno si permette di ordinare un caffè amaro.

I colpevoli di trasgressione segreta sarebbero diversi deputati del partito democratico: non avrebbero seguito le indicazioni del gruppo a cui appartengono, che si era espresso a favore della concessione degli arresti domiciliari.  Quello dell’Aula su Sozzani “non era un voto sul governo ma su una procedura, noi avevamo dato delle indicazioni precise e i deputati hanno votato secondo coscienza, può succedere”. Così il capogruppo del Pd alla Camera. Condivido pienamente questa lapidaria dichiarazione.